Rivoluzione in volo, il bagaglio a mano diventa gratis

Potrebbe essere l'inizio della fine per l'incubo di tutti i viaggiatori. L'Unione europea muove nuovamente die passi in direzione dell'abolizione del costo dei bagagli in cappelliera

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

La nuova generazione fa quasi fatica a ricordare il tempo in cui le compagnie aeree, principalmente quelle lowcost, non prevedevano un costo aggiuntivo per il bagaglio a mano. Oggi questo privilegio è riservato unicamente alla mini borsa che dev’essere stipata sotto il sediolino dinanzi al proprio.

Una pratica contro la quale la Corte di giustizia dell’Unione europea si è schierata apertamente. Da allora sono trascorsi quasi 10 anni, eppure la situazione non è affatto cambiata. Il fatto che le compagnie aeree continuino a lucrare sulla necessità dei passeggeri d’avere con sé un bagaglio di dimensioni superiori a uno zainetto, ma non eccessive da richiedere l’ingresso in stiva, è perfettamente legale. Di seguito spieghiamo perché tutto ciò venga ancora tollerato e perché tutto pare stia per cambiare.

Il cavillo delle compagnie aeree

Se la Corte di giustizia dell’Ue ha già emesso una sentenza nel 2014 in merito a questa pratica, perché non è stato fatto effettivamente nulla per cambiare lo stato delle cose? Il documento sottolinea come ai passeggeri non possa essere addebitato alcun supplemento per il bagaglio a mano, “a condizione che tali bagagli posseggano determinati requisiti relativi in particolare al loro peso”.

Tale decisione non è mai stata applicata, anche perché la condizione posta necessita specifiche che non lascino adito a interpretazioni. Nel 2017 Ryanair è stata la prima compagnia aerea ad applicare una tariffa per il trasporto del bagaglio a mano. Gli altri vettori lowcost non si sono fatti pregare, seguendo a ruota l’apripista. Parliamo di Eurowings, Easyjet, Vueling, Jet 2, Wizz Air e non solo.

In Italia è stata lanciata una battaglia a tale pratica. L’Agcom l’ha accusata di pratica scorretta, ma il Tar ha dato ragione al vettore irlandese. Ciò è avvenuto nonostante la sentenza del 2014 già citata, che considera il bagaglio un elemento indispensabile del trasporto dei passeggeri. Non può dunque essere vincolato da una tariffazione extra, a patto che soddisfi “requisiti ragionevoli”. Le compagnie non potrebbero imporre questo costo per la cappelliera, ma lo fanno liberamente in assenza di nuovi e precisi standard di peso e dimensioni, entro i quali sarà possibile non pagare alcunché.

La battaglia del Parlamento europeo

Ora è il Parlamento europeo a mandare un chiaro segnale contro le compagnie aeree e le loro pratiche. In realtà contro alcune di esse. Il 4 ottobre l’Eurocamera ha approvato, per acclamazione, la richiesta alla Commissione europea, al fine di dare attuazione alla Corte di giustizia comunitaria.

È bene spiegare, però, come il documento presentato non abbia valore legislativo, il che dunque lo rende un incentivo politico. Vengono poste in evidenza le preoccupazioni dei cittadini e i disagi che sono costretti a vivere a causa di tale pratica tanto detestata. La situazione è ormai ingestibile, considerando anche come ogni vettore attui un proprio regolamento. Basti pensare alle dimensioni differenti dei bagagli ammessi in cappelliera. Una soglia che, qualora superata, prevede un costo maggiorato per l’accesso in stiva.

Si ha la sensazione che le compagnie aeree, principalmente quelle lowcost, si muovano in una sorta di terra di nessuno. A farne le spese sono ovviamente i passeggeri, chiamati a pagare anche per servizi minimi. La risoluzione approvata a Strasburgo dà seguito alla petizione lanciata da un cittadino tedesco. Si chiede inoltre l’aggiornamento della legislazione europea sui diritti dei passeggeri aerei, così da offrire soluzioni al sovrapprezzo e alle differenti regolamentazioni di bordo dei vettori.