Bollette luce e gas, giù i costi di approvvigionamento: l’effetto sui prezzi

I costi di approvvigionamento energetico in Italia sono diminuiti negli anni, confermando il trend al ribasso anche nel 2024. Ma che effetto avrà questo sui prezzi? 

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Nell’ambito dell’assemblea annuale dell’Unem, l’Unione energie per la mobilità, è stato presentato un quadro positivo per l’Italia. Sono diminuiti, infatti, i costi di approvvigionamento energetico in Italia nel 2023, rispetto al 2022, con un trend al ribasso confermato anche nel 2024. Ma che effetto avrà questo sui prezzi delle bollette?

Diminuisce la spesa energetica per l’Italia

Secondo quanto esposto da Gianni Murano, presidente dell’Unem, il 2023 ha visto una significativa riduzione della spesa energetica complessiva del Paese, che si è attestata a circa 66,5 miliardi di euro, registrando un calo di 47,8 miliardi rispetto all’anno precedente.

Questa contrazione è stata il risultato di diversi fattori convergenti: una riduzione dei consumi dovuta alle condizioni climatiche e a un contesto macroeconomico più moderato, nonché a una diminuzione delle quotazioni energetiche globali.

In particolare, i costi sostenuti per il gas naturale sono diminuiti nel 2023 del 54% rispetto al 2022, mentre quelli per l’elettricità hanno registrato un calo del 51% per le importazioni estere.

Guardando al futuro, le previsioni per il 2024 indicano una spesa prevista di circa 56 miliardi di euro per l’approvvigionamento energetico in Italia, confermando la tendenza al ribasso rispetto agli anni precedenti.

Il presidente Murano ha sottolineato come la componente del gas abbia rappresentato un ruolo determinante in questa contrazione, scendendo da 62 a 28,3 miliardi di euro nel 2023.

Questo calo sostanziale ha avuto un impatto diretto sulla diminuzione complessiva della spesa energetica italiana, poiché il gas rappresenta tradizionalmente una parte significativa dei consumi energetici nostrani.

Il petrolio è tornato a essere la principale fonte di energia in Italia

Un dato interessante e che merita attenzione, di cui si è parlato all’assemblea annuale dell’Unem, è che anche la spesa petrolifera è diminuita, attestandosi a 28,1 miliardi di euro, circa 4,5 miliardi in meno rispetto al 2022, grazie alla riduzione delle quotazioni del petrolio.

Infatti, il petrolio è tornato a essere la principale fonte di energia in Italia, rappresentando il 37% del mix energetico totale, dopo sette anni di predominio del gas.

I consumi petroliferi sono stati supportati dai settori della mobilità stradale e del trasporto aereo, con un aumento dei volumi di benzina, gasolio, GPL e jet fuel nel corso del 2024 rispetto all’anno precedente e al periodo pandemico.

L’effetto sui prezzi

Il quadro delineato da conferma un cambiamento significativo nel panorama energetico italiano, con prospettive positive per una futura riduzione dei costi energetici e un maggiore bilanciamento nel mix delle fonti di energia del paese.

La marcata diminuzione dei costi per il gas naturale (-54% rispetto al 2022) e per l’elettricità (-51% per le importazioni estere) nel 2023 ha già contribuito a una riduzione sostanziale delle bollette energetiche e, proprio questo trend, è destinato a influenzare positivamente i prezzi delle bollette anche nel 2024.

Inoltre, la previsione di una spesa energetica italiana di circa 56 miliardi di euro per il 2024, al ribasso rispetto agli anni precedenti, nonché la stabilità nei costi di approvvigionamento energetico, offre una maggiore prevedibilità sia per i consumatori domestici che per le aziende, riducendo potenzialmente l’incertezza sui futuri aumenti delle bollette.

Quello che le prospettive riguardo ai costi energetici più contenuti e stabili suggeriscono è che i consumatori e le aziende in Italia potrebbero beneficiare di bollette di luce e gas meno onerose rispetto agli anni recenti.