Usufrutto: in cosa consiste e quanto dura

Scopri tutte le informazioni utili sull'usufrutto, la sua durata e quali sono le diverse tipologie

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Pasquale Gangemi

Consulente e agente immobiliare

Specialista d'intermediazione e consulenza rivolta alla compravendita, locazione e valutazione di immobili ad uso residenziale e commerciale. Ha sviluppato esperienza nella scrittura per il web per la definizione dell'andamento del mercato.

L’usufrutto è tecnicamente il diritto di un soggetto, quindi di una persona, di godere e beneficiare di un bene altrui traendone utilità, con l’obbligo però di non mutarne la destinazione economica. Il soggetto beneficiario è chiamato anche usufruttario, mentre il proprietario del bene è chiamato nudo proprietario. L’usufrutto si riferisce a beni specifici e ha una durata che può essere stipulata tra le parti, tramite un contratto. In questo articolo troverai tutte le informazioni specifiche sul diritto di usufrutto, sulle diverse tipologie e sulla sua durata.

Usufrutto: che cos’è e quali sono le caratteristiche

L’usufrutto è definito come un istituto giuridico che permette al proprietario di un bene di concederne l’utilizzo e i suoi frutti a una terza persona. Solitamente, i termini dell’usufrutto sono 3:

  • il nudo proprietario,;
  • l’usufruttario;
  • il bene in questione.

Il diritto di usufrutto non è illimitato, infatti viene sempre definita una durata temporanea, che può essere anche legata alla durata della vita del titolare: in questo caso si parla di usufrutto vitalizio.

Nel caso in cui all’interno del contratto non venga definita una durata, l’usufrutto avrà automaticamente la durata della vita dell’usufruttario nel caso in cui si tratti di una persona fisica, mentre avrà una durata di 30 anni nel caso in cui si tratti di una persona giuridica. L’usufrutto è regolamentato dall’articolo 978 e seguenti del codice civile, il quale ne determina il significato e la durata, le sue origini però sono da rintracciare addirittura nel diritto romano.

Come funziona l’usufrutto

A questo punto ti chiederai come funziona l’usufrutto, ma soprattutto esiste un solo tipo di usufrutto? Si può definire l’usufrutto attraverso diverse modalità, quella più comune è sicuramente il contratto e riguarda beni immobili, ma anche beni mobili, titoli di credito, azioni, aziende e prodotti dell’ingegno. Oggetto dell’usufrutto possono essere anche beni inconsumabili e, in questo caso, l’usufruttario dovrà restituire il bene intatto al nudo proprietario al termine del contratto, ma anche beni consumabili.

Nel secondo caso ovviamente l’usufruttario non potrà riconsegnare il bene già consumato, ma ne dovrà consegnare uno di egual valore. Oltre al contratto stipulato tra le due parti, si può accedere all’usufrutto anche per testamento o per usucapione. Inoltre, esiste anche l’usufrutto legale previsto dal codice civile art. 324, il quale impone che i genitori con la potestà hanno in comune l’usufrutto dei beni del figlio, fino alla maggiore età o all’emancipazione. In questo caso i frutti sono destinati al mantenimento, all’istruzione e all’educazione dei figli.

Esistono inoltre altre tipologie come l’usufrutto con diritto di accrescimento, il quale coinvolge solitamente due coniugi. In questo caso, al decesso o al momento della rinuncia di uno dei due, il diritto di usufrutto viene trasferito all’altra parte, accrescendone il valore. Molti si chiedono anche se l’usufrutto di un’abitazione rientri nella successione dei beni: ad esempio, nel momento del decesso di un usufruttario di una dimora, la moglie o i figli acquisiscono di diritto l’usufrutto? In questo caso non è prevista la successione dell’usufrutto ai parenti prossimi, al contrario è il nudo proprietario che riacquisisce piena proprietà dell’immobile.

Diritti e doveri di usufruttario e nudo proprietario

Ovviamente, come in tutti i contratti, entrambe le parti hanno diritti e doveri. Partiamo dall’usufruttario:

  • potrà godere dei frutti del bene, ma non ne dovrà alterare la destinazione economica;
  • potrà cedere i propri diritti a terzi, notificandolo al proprietario e può accendere un’ipoteca sul bene in usufrutto;
  • il pagamento di tasse o imposte, come ad esempio Imu e Tasi, oltre alle spese ordinarie di mantenimento del bene sono a carico dell’usufruttario;
  • ha l’obbligo di cessione del bene al termine dell’usufrutto.

Il nudo proprietario invece ha l’obbligo di pagare gli interventi straordinari e non annuali al bene in questione. Qualora non lo facesse, l’usufruttario ha il diritto alla richiesta di risarcimento.

Cancellazione dell’usufrutto

L’usufrutto può essere anche cancellato e questo avviene nelle seguenti modalità:

  • non utilizzo del bene per un periodo di 20 anni;
  • riunione dell’usufruttario e del nudo proprietario in un’unica persona;
  • deperimento del bene;
  • rinuncia del titolare dell’usufrutto;
  • invalidità del titolo.