La mappa dei blackout: tutte le città a rischio

L'Italia sta fronteggiando numerosi e ricorrenti blackout: ecco le città più colpite e come funziona il sistema di aiuti previsto dal governo

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Sono sempre più comuni, purtroppo, le notizie di blackout nelle grandi città italiane. Il caldo africano che ha travolto il nostro Paese, almeno in parte, sta avendo un impatto netto e devastante su svariati impianti, generando disservizi alle forniture energetiche.

Sono migliaia le famiglie che di colpo sono costrette a fronteggiare la totale assenza di corrente elettrica, in attesa di un intervento di manutenzione straordinario. Ciò ha un impatto a livello fisico, considerando la necessità di refrigerio, ma anche lavorativo. Va da sé, infatti, che chiunque ne abbia la possibilità stia lavorando in modalità smart working, ovvero da remoto. In assenza di corrente elettrica, però, svolgere i propri compiti è decisamente un arduo test.

Blackout: le regioni più colpite

Esiste una vera e propria allerta blackout e Consumerismo No Profit, che fornisce numeri interessanti, per quanto preoccupanti, in merito, offre un quadro generale della situazione. I disservizi sono così diffusi, ma soprattutto frequenti, da non poter rientrare unicamente tra le preoccupazioni delle amministrazioni locali. Occorre l’intervento del governo Meloni.

Se parliamo di blackout e disagi, pensiamo immediatamente a quanto avviene tra le mura di casa. È infatti questo il primo esempio che abbiamo proposto. Il discorso è però ben più ampio e preoccupante. Basti pensare a quanto accaduto a Roma. Nella Capitale, infatti, svariati passeggeri sono rimasti “ostaggio” della metropolitana per circa 30 minuti.

Ovviamente il problema non è rappresentato dall’attesa, quanto dalle condizioni nelle quali tali persone si sono ritrovate, prive di linea telefonica e aria condizionata. La regione più colpita è però senza ombra di dubbio la Sicilia, che vanta sospensioni della fornitura su tutto il territorio, a macchia di leopardo, con sguardo rivolto soprattutto a Palermo.

Una condizione d’emergenza che va da Nord a Sud, per quanto Centro e meridione siano le aree maggiormente colpite. Milano ha dovuto fronteggiare un mese di giugno a dir poco preoccupante sotto quest’aspetto, registrando 462 blackout in 30 giorni (la città è ora alle prese con condizioni meteo opposte ma altrettanto allarmanti, ndr).

A Napoli l’asfalto ha raggiunto temperature così elevate da provocare seri danni al sistema di cablaggio sotterraneo. La città, che sta vivendo una fiorente rinascita turistica, si ritrova così a fronteggiare disagi enormi e profonde problematiche economiche. Tanti infatti i negozi costretti a chiudere in anticipo, per non parlare degli alimentari e piccoli supermercati di zona in crisi.

Come ottenere il risarcimento

In merito alla situazione rimborsi, rivolta ovviamente al governo Meloni, si è espresso Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo No Profit. Le case non possono essere refrigerate, ma soprattutto gli utenti potrebbero ritrovarsi costretti ad acquistare nuovi elettrodomestici.

Quelli più datati, ma non solo, potrebbero infatti subire danni ingenti a causa delle costanti mancanze d’energia elettrica. Una situazione valida tanto per le case quanto per negozi e ristoranti. Servono aiuti, oltre a immediati interventi.

“Ricordiamo agli utenti che la normativa prevede indennizzi per le vittime delle interruzioni di fornitura. Il tutto in base a parametri precisi, che variano a seconda delle dimensioni del proprio Comune di residenza”.

Nei Comuni con meno di 5mila abitanti si riceve un indennizzo per interruzioni superiori alle 16 ore consecutive. In aree tra 5mila e 50mila abitanti, invece, se l’interruzione supera le 12 ore consecutive. Si parla invece di più di 8 ore consecutive da 50mila abitanti in su. L’aiuto economico sarà riconosciuto in bolletta dal proprio fornitore, per un massimo di 300 euro: 30 euro iniziali e 15 euro aggiunti per ogni 4 ore di interruzione successive.