“Abbiamo circa 1.100 dipendenti e contiamo di arrivare molto presto alla soglia di 1.400. Ma dico di più: nelle nostre aziende, l’indice di fedeltà delle risorse umane è superiore all’85 per cento. Questo significa che ad oggi la stragrande maggioranza del personale assunto sta bene, guadagna bene e non cerca altre destinazioni per lavorare”. Sono parole che rivelano un sentimento di vanto e orgoglio quelle che Flavio Briatore ha pronunciato in una recente intervista rilasciata al Corriere della sera. L’eccentrico imprenditore di Verzuolo (suo paese natale in provincia di Cuneo), 73 anni compiuti lo scorso aprile, è stato raggiunto dai colleghi del quotidiano di via Solferino per parlare del caso che sta investendo l’amica (e socia in affari) Daniela Santanchè.
In maniera del tutto inevitabile, il colloquio si è poi concentrato anche sullo stato di salute delle sue imprese – alcune delle quali gestite insieme proprio all’attuale ministra del Turismo – e, in quel frangente, lo storico proprietario di molti dei locali più famosi d’Europa ha elencato i numeri che riguardano il parco lavoratori da lui assunto. La sua tesi, supportata dai dati sviscerati prima, è quella di una generale soddisfazione delle persone che contribuiscono a portare avanti il suo impero economico. Occorre però capire quanto siano solide le basi su cui si poggia.
Parla Flavio Briatore, celebre proprietario di Twiga e Bilionaire: dal caso Santanchè allo stato di salute delle sue aziende, l’intervista
La notizia principale che si può estrarre dal colloquio sostenuto da Flavio Briatore con la stampa riguarda la sua holding denominata Majestas, che ad oggi ingloba al suo interno sia il Twiga (celebre beach club della Versilia, nella splendida cornice di Marina di Pietrasanta) che il Billionaire (gettonatissimo locale notturno della Costa Smeralda), oltre alla catena Crazy Pizza, una delle creazioni più recenti dell’imprenditore piemontese, inizialmente sbeffeggiata da molti ma rivelatasi – almeno fino ad oggi – l’ennesima sua geniale intuizione.
“Nei primi 7 mesi dell’anno corrente – ha spiegato l’ex marito della showgirl Elisabetta Gregoraci, con cui ha un figlio di 12 anni di nome Nathan Falco – la Majestas ha fatturato qualcosa come 80 milioni di euro. Inoltre, tutte le previsioni stimano che ci sarà un’ulteriore crescita dei ricavi entro la fine del 2023. Questo significa che possiamo ambire a superare i 100 milioni di euro annui entro il prossimo 31 dicembre. Tutte le proiezioni ci dicono questo, siamo molto ottimisti”.
“Tra l’altro – prosegue l’imprenditore – aggiungo che, degli 80 milioni incassati fino ad oggi, ben 17 milioni di euro compaiono sotto la voce ‘utili’. In particolare, nell’ultimo anno e mezzo abbiamo avuto un livello di crescita davvero incredibile, in parte inaspettato, soprattutto se si pensa agli imprevisti che nessuno avrebbe potuto prevedere, con i continui rincari dei prezzi stabiliti dai fornitori e lo stop della (facoltosa) clientela proveniente dalla Russia”.
Dagli anni in Formula Uno fino alle nuove sfide dei locali aperti in tutto il mondo: Flavio Briatore a ruota libera sulle sue aziende
Alla domanda di come avesse fatto a macinare numeri da record anche durante il biennio di emergenza sanitaria, l’ex fondatore della scuderia automobilistica Benetton – poi divenuta Renault, con cui ha partecipato a decine di campionati mondiali di Formula Uno – ha spiegato come “molti dei nostri club e ristoranti si trovino in posti come Dubai, Doha, Montecarlo, dove la crisi pandemica si è sentita meno. Se guardo al nostro fatturato, posso dire che per il 70% esso venga generato all’estero”. Poi cita ancora l’esempio dei locali Crazy Pizza, che “al momento sono 8 ma sicuramente aumenteranno. Siamo in fase di trattativa per sbarcare anche in Qatar, in Arabia Saudita e in Kuwait”.
Non si tratta chiaramente solo di fare la pizza, un prodotto che risulta difficile da insegnare a qualcuno nel Paese riconosciuto come la sua patria. “Infatti quello che vendiamo non è un mero prodotto alimentare, ma un’esperienza: prenoti la cena ma al contempo assisti a uno show, è un modo per fare serata e divertirsi in compagnia. I risultati parlano chiaro: quelli che volevano insegnarmi come aprire una pizzeria magari sono gli stessi che hanno dovuto chiudere in due o tre posti diversi, mentre il Crazy Pizza di Porto Cervo ha quaranta persone in fila ogni giorno fuori dalla porta”.
La proprietà in comune al Twiga, la lunga amicizia personale e il ruolo del cognato: Flavio Briatore interviene sul caso Santanchè
Com’è ovvio che sia, è quando si arriva a parlare di Daniela Santanchè che Flavio Briatore inizia a scaldarsi. Tenta in ogni modo di non entrare nel merito delle questioni che la riguardano (e che l’hanno spinta a presentarsi al Senato la scorsa settimana per un’informativa, sull’onda di scandalo generata dai servizi divulgati dalla trasmissione Report e dal quotidiano Domani). Però il loro rapporto è troppo stretto per rimanere in silenzio, soprattutto quello professionale. Il Twiga Beach Club è stato per anni di proprietà di entrambi, il locale in cui trascorrevano assieme buona parte dei mesi estivi, a suon di festini in spiaggia e ospiti di caratura internazionale (tra cui molti politici del nostro Parlamento).
“Non conosco la storia delle aziende finite nel mirino, ma conosco quella personale di Daniela. Per fronteggiare i debiti, si è pure privata di una partecipazione al Twiga, un’azienda che è sempre andata bene e che le garantiva degli introiti. Nel dibattito a cui ho assistito nei giorni scorsi, questo elemento non è emerso e invece io penso che andrebbe apprezzato“. Nonostante ciò, il legame che lega la ministra del Turismo al locale toscano non si è mai spezzato.
Ad oggi infatti il suo compagno Dimitri Kunz risulta come amministratore delegato del beach club, cosa che ha spinto le forze politiche di opposizione ad accusarla di conflitto d’interesse in virtù del suo incarico al dicastero del Turismo. “A me non interessano le ricostruzioni sui suoi cognomi (all’anagrafe risulta iscritto come Lorena d’Asburgo, pur non potendo vantare alcun legame di sangue con la storica casata europea, ndr). A me importa solo come fa il suo lavoro ed è bravissimo” precisa Briatore, che in azienda, con lo stesso ruolo di Kunz, ha inserito anche il cognato Antonio Scaramuzzino, marito della sorella di Elisabetta Gregoraci.