Milano si conferma al vertice della qualità della vita in Italia nell’edizione 2025 dell’indagine realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma. La ricerca, giunta alla 27esima edizione, analizza in modo dettagliato il livello di benessere nelle 107 province italiane attraverso 97 indicatori suddivisi in nove aree tematiche. I risultati mostrano una forte polarizzazione tra Nord e Sud, con performance molto diverse a seconda dei territori.
Indice
Milano, Bolzano e Bologna guidano la classifica
Milano mantiene il primo posto grazie alla solidità del sistema dei servizi, a un mercato del lavoro dinamico e a un tessuto produttivo considerato tra i più vitali del Paese. Bolzano conferma il secondo posto per qualità dei servizi, sicurezza e capacità di gestione del territorio, mentre Bologna sale al terzo posto grazie a un miglioramento complessivo degli indicatori di reddito, istruzione e cultura. Nella top ten rientrano anche Trento, Padova, Verona, Parma e Reggio Emilia, province caratterizzate da sistemi economici solidi e buona dotazione infrastrutturale.
La graduatoria vede anche importanti avanzamenti: Rimini e Ascoli Piceno guadagnano oltre venti posizioni, piazzandosi rispettivamente al 12° e al 15° posto. In calo invece Monza e Brianza, che arretra di due posizioni rispetto al 2024.
La parte bassa della graduatoria è occupata soprattutto da territori del Mezzogiorno. Caltanissetta chiude anche quest’anno la classifica al 107° posto, seguita da Crotone e Reggio Calabria. Alcuni territori del Sud perdono posizioni significative: Foggia scende dalla 93ª alla 104ª posizione, mentre Pordenone e Gorizia registrano cali rilevanti nel Centro-Nord. Le prime dieci posizioni:
| Posizione | Provincia |
|---|---|
| 1 | Milano |
| 2 | Bolzano |
| 3 | Bologna |
| 4 | Firenze |
| 5 | Monza e Brianza |
| 6 | Trento |
| 7 | Padova |
| 8 | Verona |
| 9 | Parma |
| 10 | Reggio Emilia |
Le nove dimensioni dell’indagine
L’analisi si basa su 9 aree tematiche che offrono una lettura completa delle condizioni di vita:
- affari e lavoro;
- ambiente;
- istruzione e formazione;
- popolazione;
- reati e sicurezza;
- reddito e ricchezza;
- sicurezza sociale;
- sistema salute;
- turismo, intrattenimento e cultura.
Nella dimensione Affari e lavoro Bolzano conferma per il quarto anno consecutivo il primo posto, grazie alla stabilità del mercato del lavoro e alla presenza di un tessuto imprenditoriale dinamico. Firenze sale al secondo posto, recuperando 16 posizioni.
Le tendenze emerse dall’indagine
Dall’analisi annuale emergono tre tendenze principali:
- un crescente divario tra il Centro-Nord e il Mezzogiorno;
- la presenza di diffuse aree di disagio sociale nel Sud, difficili da affrontare nell’attuale quadro di finanza pubblica;
- il consolidamento del primato delle grandi città e delle province più dinamiche del Centro Nord.
I dati più ampi dell’indagine mostrano inoltre che nel 2025 la vivibilità è considerata buona o accettabile in 60 province su 107, due in meno rispetto all’anno precedente. Il peggioramento è lieve ma significativo e riflette le pressioni economiche e sociali ancora in corso.
Milano e Caltanisetta, le particolarità
Milano ottiene il primo posto grazie alla qualità dei servizi, al reddito medio elevato, alla gestione delle infrastrutture e alla capacità produttiva del territorio. La città rientra nelle prime posizioni in 8 delle 9 dimensioni analizzate.
L’unica eccezione riguarda la sicurezza: nella categoria Reati e sicurezza Milano risulta ultima in Italia. Il dato mette in evidenza la distanza fra performance economica e contesto sociale, sottolineando una vulnerabilità che incide sulla percezione della vivibilità.
Caltanissetta rappresenta un esempio emblematico delle difficoltà che interessano gran parte del Mezzogiorno. La provincia registra criticità profonde in ambito lavorativo, nella capacità di generare reddito e nel settore turistico. Il confronto con le province del Nord torna a evidenziare una frattura ormai consolidata, che si è ampliata negli ultimi anni nonostante le misure di sostegno economico e i programmi di sviluppo locale.