Antitrust su Poste Italiane, istruttoria aperta: Poste Energia a rischio sospensione

Negato l'accesso alla concorrenza tanto agli uffici postali quanto al sito PostePay: ecco l'accusa e i rischi che ora il gruppo guidato da Matteo Del Fante corre

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

L’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti di Poste Italiane. Un procedimento figlio della segnalazione giunta lo scorso ottobre 2023 da parte di Utilitalia. Nel mirino il netto rifiuto ad alcune utility di poter collocare i propri prodotti presso gli uffici postali. A ciò si sarebbero aggiunte, eventualmente, anche posizionamenti attraverso l’app di Poste.

L’ambito è quello della fornitura di energia elettrica e gas. Anche gli altri operatori attivi dovrebbero avere la chance di avvalersi di quella che è la rete di uffici postali. Le chance di vendita dei propri prodotti sono state però nettamente ostacolate, stando alla segnalazione.

L’accusa contro Poste

Sono state inviate richieste esplicite tra giugno e luglio 2023 a Poste Italiane, da parte di società concorrenti nel mercato della vendita al dettaglio di gas naturale ed energia elettrica. Nello specifico si parla di A2A Energia e Iren Mercato.

Ai sensi dell’articolo 8, comma 2-quarter, della legge n 287/1990, è stato richiesto accesso, a parità di condizioni, a quelle che sono le risorse che PostePay ha a disposizione, al fine di commercializzare l’offerta Poste Energia. Il fatto che tale autorizzazione sia stata negata, ha di fatto condotto in maniera quasi automatica all’avvio del procedimento. Dal diniego alla segnalazione, fino all’intervento dell’Antitrust, in poco più di sei mesi.

Cosa accadrà ora

L’obiezione che è stata sollevata contro il comportamento tenuto da Poste Italiane è concreta e vanta un chiaro fondamento. Il gruppo, affidatario del servizio universale postale, è tenuto a garantire l’accesso a beni o servizi di cui “vanta disponibilità esclusiva in dipendenza delle attività svolte nel perimetro del servizio universale postale a società da essa partecipate o controllate nei mercati diversi da quelli postali”.

Il tutto a condizioni che debbono risultare equivalenti. Spazio dunque alle imprese direttamente concorrenti. Poste Italiane è ben consapevole dei propri doveri, ma allora perché dare il via a una sfida di tale maniera.

Difficile pensare che il gruppo guidato da Matteo Del Fante non prevedesse una segnalazione e, dunque, l’apertura di un’istruttoria da parte dell’Antitrust. Non è da escludere, dunque, che possa esserci un differente obiettivo. Magari quello di sollevare la questione dei costi di gestione e mantenimenti della rete di uffici postali presente sul territorio italiano.

Per quanto il gruppo riceva una remunerazione da parte dello Stato, questa rappresenta una ricompensazione parziale. Garantire così l’accesso a tali spazi, fisici e virtuali, a costo zero, è qualcosa che Poste Italiane potrebbe aver visto di cattivo occhio, per usare un eufemismo.

Un gioco di potere, per ora soltanto ipotizzato, al fine di ricevere un corrispettivo dalla concorrenza per tali beni e servizi. Il tutto però sta accadendo in una fase molto complessa. La situazione del settore della vendita di energia è in balia dei cambiamenti legati al mercato libero. Operare in tal senso proprio ora, dunque, potrebbe rappresentare un’aggravante per l’Antitrust.

“Le condotte di Poste Italiane si inseriscono in un contesto singolare. Ciò è caratterizzato dalla fine dei regimi tutelati, che ha favorito l’entrata di numerosi nuovi operatori. Si ritiene che in tale periodo di transizione gli operatori attivi abbiano forti incentivi ad attrarre nuovi clienti provenienti dal regime tutelato, aumentando così la pressione concorrenziale”.

In parole povere, Poste non soltanto ostacolerebbe le altre compagnie ma, al tempo stesso, lo farebbe in una fase particolarmente propizia, in cui il tempismo d’offerta è tutto. Proprio per tale ragione Utilitalia ha richiesto misure cautelari, da concretizzarsi in un’interruzione dell’attività di promozione e commercializzazione dell’offerta Poste Energia. La parola passa ora all’Agcom, con il procedimento che avrà termine entro il 19 luglio 2024.