Norvegia, radiazioni nucleari di Iodio 131 “di origine sconosciuta”: sono pericolose?

Sono state rilevate radiazioni sconosciute nella località di Tromso, in Norvegia. Non sono preoccupanti per la salute dell'uomo e dell'ambiente, ma non si sa da dove provengano

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 5 Aprile 2024 12:37

Un recente comunicato diramato dalla Direzione per la protezione dalle radiazioni e la sicurezza nucleare norvegese (Dsa) ha allarmato tutto il paese nordico a causa della scoperta di radiazioni nucleari di “origine sconosciuta“. Il documento ha evidenziato la misurazione di “livelli di iodio radioattivo a Tromso“, un’osservazione che ha destato grande attenzione nell’ambito della sicurezza nucleare.

Si è appreso che le quantità individuate sono state definite “molto basse” e sono state rilevate presso la stazione di filtraggio nel nord della Norvegia. Ciò che rimane al momento un enigma, è la provenienza di tali radiazioni.

Nessun rischio per l’uomo, ma c’è poca chiarezza

Le misurazioni che hanno portato alla scoperta sono state condotte nella settimana dal 21 al 26 marzo presso il laboratorio High North. Copenaghen ha installato diverse stazioni di monitoraggio della radioattività in tutto il paese, consentendo uno studio continuo dell’aria sopra la Norvegia. Secondo l’autorità per la sicurezza nucleare, le concentrazioni misurate non rappresentano alcun rischio immediato per l’uomo e l’ambiente: lo iodio decadrà entro pochi giorni. La mancanza di chiarezza sull’origine di queste radiazioni solleva però non poche preoccupazioni.

Che cos’è lo iodio radioattivo

Per comprendere meglio la natura di queste radiazioni, è importante capire cosa sia lo iodio radioattivo. Conosciuto come I-131, è un isotopo radioattivo caratterizzato da una breve emivita di otto giorni. Ciò suggerisce che il rilascio in Norvegia sia avvenuto di recente e si attenuerà completamente entro pochi mesi. Lo iodio radioattivo proviene da reattori nucleari ed è utilizzato nella diagnostica medica.

Il decadimento rapido di iodio-131 lo rende un isotopo radioattivo estremamente pericoloso, specialmente a causa della sua modalità di decadimento di tipo beta. Quest’ultima caratteristica fa sì che, in caso di esposizione dell’organismo umano, le radiazioni beta possano penetrare fino a pochi millimetri nei tessuti biologici, danneggiando le cellule. Se l’organismo viene contaminato internamente da iodio-131, esso tende ad accumularsi nella tiroide, creando una situazione paradossale: dosi elevate possono spesso risultare meno dannose di dosi più basse, poiché sono in grado di eliminare i tessuti tiroidei che, altrimenti, potrebbero subire mutazioni e dare origine a cellule tumorali a causa delle radiazioni.

Proprio per queste caratteristiche, lo iodio-131 viene impiegato a scopo terapeutico in dosi significative. Principalmente utilizzato nel trattamento dell’ipertiroidismo e delle neoplasie tiroidee, lo iodio-131 assume un ruolo di rilievo nella diagnostica, specialmente attraverso l’utilizzo della scintigrafia tiroidea. Questa procedura consente di valutare l’attività funzionale della ghiandola tiroide. L’effetto terapeutico non si manifesta immediatamente: sono necessari alcuni mesi per osservare risultati positivi.

È già successo prima

Non è la prima volta che piccole quantità di iodio radioattivo vengono rilevate in diverse località del Nord Europa. In questo caso però non si conosce “soltanto” la fonte di queste radiazioni. Inoltre, quando lo iodio-131 è l’unico isotopo rilevato, è improbabile che i rilasci siano causati da un incidente nucleare, poiché tali eventi comporterebbero anche il rilascio di numerosi altri isotopi come lo stronzio-90 e il cesio-137.

In attesa di ulteriori indagini e chiarimenti, la comunità internazionale rimane vigile sulla questione, mentre gli esperti continuano a lavorare per identificare l’origine di queste misteriose radiazioni nucleari in Norvegia.