Ennesimo crollo delle nascite in Italia: cosa rischia il nostro Paese

L’ultimo rapporto Istat mostra una situazione davvero critica per l’anno in corso. Nuovo record negativo dei bambini nati: a rischio anche il Pil nazionale

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Pubblicato: 4 Settembre 2022 17:37

Al centro di una vera e propria tempesta perfetta in cui all’inflazione galoppante e all’emergenza migranti si è aggiunta la crisi energetica più severa della storia recente, il nostro Paese si appresta ad affrontare uno degli inverni più duri che i cittadini ricordino.

È in questo drammatico contesto che si inserisce l’ultima rilevazione Istat sulla natalità in Italia. L’istituto di statistica nazionale ha diffuso il suo report annuale in contemporanea allo svolgimento del Meeting di Rimini organizzato da Comunione e Liberazione: alla kermesse annuale del comune romagnolo ha partecipato anche il presidente Carlo Blangiardo, che così ha potuto sviscerare i dati sempre più preoccupanti sulla popolazione italiana.

Italia, ennesimo calo delle nascite: nuovo record negativo ed economia a rischio

Strette tra il rincaro senza freni delle bollette, la mancanza di posti di lavoro e l’aumento continuo dei prezzi degli alimenti, le famiglie italiane sono preoccupate per il contesto di estrema difficoltà in cui sono costrette a crescere le generazioni dei più giovani.

Il numero che maggiormente salta all’occhio è quello che attesta il record negativo dei nuovi nati, che quest’anno – stando alle previsioni degli esperti – scenderanno alla quota mai toccata prima delle sole 385 mila nascite. Una cifra addirittura peggiore di quella del 2021, quando i parti erano stati appena 399 mila (con un calo che si attesta al 14,5%). Una situazione assai preoccupante, che ci vede tra i Paesi peggiori sotto questo punto di vista anche a livello europeo (a differenza ad esempio della Francia, che invece ogni anno vede crescere il numero dei propri abitanti).

Il problema – come ricordato dallo stesso Blangiardo – rischia di avere ripercussioni assai gravi nel presente e nel prossimo futuro, visto che il trend generale sembra essere incontrovertibile almeno nel breve periodo. La linea del tempo ci fornisce un quadro chiaro: se nei primi cinque mesi del 2008 in Italia nascevano più di 232 mila bambini, quest’anno nello stesso periodo hanno visto la luce solamente 149 mila nuovi nati. E ancora peggio andrà in futuro, come certificato dalle previsioni formulate sempre dall’Istat: mentre oggi in Italia siamo complessivamente circa 58,8 milioni di persone, il 1° gennaio del 2032 non supereremo i 57,6. Significa perdere 1,2 milioni di cittadini.

Crolla il numero delle nascite in Italia: cosa rischia il nostro Paese

Il fatto forse più grave che deriva da questa minuziosa analisi è che il calo della popolazione avrà delle ripercussioni importanti anche sul quadro economico. L’effetto più immediato del crollo degli individui sarà la contrazione del valore del Pil, come ha tenuto a specificare lo stesso Blangiardo. Ad oggi i lavoratori attivi presenti sul territorio nazionale nella fascia che va dai 20 ai 66 anni sono circa 36 milioni: continuando con il paragone a dieci anni, la stima dice che nel 2032 saranno diminuiti di oltre 2 milioni di individui.

Meno gente che lavora, meno gente che vive, produce, consuma e acquista: è questo il paradigma illustrato dal presidente dell’Inps e che lui spera possa essere invertito investendo nelle politiche per la natalità, aumentano le agevolazioni per le famiglie (soprattutto quelle più in difficoltà) e garantendo a tutti i servizi indispensabili come le scuole e i trasporti. Solo così potremo evitare un crollo della ricchezza che, di questo passo, nel lontano (ma neanche troppo) 2070 potrebbe aver raggiunto quota 560 miliardi di euro.