Prezzi ancora in salita, la classifica degli alimenti con i rincari maggiori

Le stime dell'indagine di Unioncamere sui rincari dei prodotti alimentari ad agosto rispetto all'anno passato

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

La scalata dei prezzi dei prodotti alimentari continua senza sosta e ad agosto farà registrare rincari del +1,7%. Lo riportano i dati analizzati da Unioncamere con la collaborazione di BMTI e REF Ricerche presso le Centrali di Acquisto della GDO su 46 prodotti alimentari presi in esame.

Prezzi in salita, gli alimenti con i rincari maggiori nell’ultimo anno

Secondo quanto emerso dall’indagine, i rialzi sui costi degli alimenti sono cresciuti del 14,9% negli ultimi 12 mesi e, su base annua, rispetto al bimestre luglio-agosto 2021 sono stati registrati aumenti a due cifre per diversi beni, molti dei quali indispensabili per il sostentamento quotidiano: l’olio di semi (+40,9%), pasta di semola (+30%), riso (+19,4%), olio di oliva (+33,1%), burro (+25%) e farina di grano tenero (+25,4%).

Rispetto a maggio e giugno, stando sempre alle stime dell’analisi di Unioncamere, ad agosto costerà di più comprare il latte a lunga conservazione (+6,7%), la mozzarella (+4,7%), la passata di pomodoro +4,3%, il tonno all’olio di oliva (4,1%), i legumi in scatola (+4,3%), l’olio di semi (+4,1%) e ancora la pasta di semola (+ 3,7%) e il riso (+3%).

Secondo i dati di preconsuntivo analizzati nell’indagine, i prodotti che hanno subito i rialzi maggiori a giugno presso le Centrali di Acquisto della GDO, sono l‘olio di semi (+5,8%), lo yogurt (+3,5%), i legumi in scatola (piselli e fagioli +2,7%) e il prosciutto crudo (+2,2%). Intanto, è scattato anche un’allarme riguardante la presenza diffusa di olio extravergine d’oliva contraffatto in Italia: secondo Coldiretti, una bottiglia su quattro potrebbe essere falsa

Per alcuni degli alimenti monitorati da Unioncamere si rileva comunque un calo dei prezzi, come la carne fresca di pollo (-2,7%), complice il rientro dei prezzi che si sta registrando nelle fasi a monte della filiera dopo le tensioni di inizio anno, e di suino (-1,9%).

Sempre stando ai dati di preconsuntivo forniti dalle Centrali di Acquisto, su base annuale, l’inflazione per il mese di giugno è pari al 13,5%, con i rincari maggiori per olio di semi (+41,4%), tra i prodotti maggiormente colpiti dalle conseguenze del conflitto russo-ucraino.

Le anticipazioni raccolte sui prezzi pagati dalle Centrali di Acquisto della grade distribuzione fanno prevedere un’inflazione al consumo sul settore alimentare che rimarrà su valori sostenuti e superiori al 9% sino alla fine dell’estate, mentre per la media dell’anno 2022 la previsione è ora all’8,1%.

Prezzi in salita, i dati dell’inflazione a luglio

Come rilevato a luglio dall’Istat, l’inflazione record si è attestata sul 7,9% su base annua, in linea con l’8% registrato a giugno, su livelli massimi mai raggiunti dal 1986.

Anche se si osserva un rallentamento del costo dei Beni energetici (da +48,7% di giugno a +42,9%), tra le cause dell’aumento dei prezzi, crescono i prezzi dei Beni alimentari lavorati (da +8,1% a +9,6%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +7,2% a +8,9%).

Secondo le stime della Coldiretti la spesa alimentare degli italiani costerà a fine anno 8 miliardi in più a causa anche del dramma siccità che, con il taglio dei raccolti, spinge l’inflazione nel carrello della spesa con aumenti che vanno dal +11,7% della verdura al +10,8% per la frutta segnata da pezzature più piccole.

“A spingere i prezzi – spiega l’associazione – è il fatto che in Italia si registrano cali del 45% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle, del 30% per il frumento duro per la pasta di oltre un quinto delle produzione di frumento tenero, del 30% del riso, meno 15% frutta ustionata da temperature di 40 gradi, meno 20% cozze e vongole uccise dalla mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po”.