Migranti, aumento del 300%, governo vara lo stato di emergenza. Cosa cambia

La pressione migratoria irregolare via mare, in costante diminuzione dal 2017 al 2019, ha invertito la tendenza dal 2020 al 2023. Ed ora è emergenza.

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Redazione

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Con la fine dell’inverno ha ripreso a salire vorticosamente il numero di sbarchi di immigrati sulle coste meridionali italiane. dall’inizio del 2023 sono 31.200 migranti, registrando il +300% rispetto all’anno scorso, riempiendo tutti gli hotspot attualmente presenti nel Paese.

I numeri

Numeri che non si discostano da quelli registrati nell’ultimo biennio. Dal 1 gennaio al 31 dicembre 2022 sono giunti in Italia, attraverso le varie rotte del Mediterraneo, 105.131 migranti irregolari a seguito di 2.539 eventi di sbarco. Nel 2022, l’Italia è stata interessata dai flussi provenienti dalla Libia (53.310), dalla Tunisia (32.371), dalla Turchia (16.205), dal Libano (1.603), dall’Algeria (1.389), dalla Siria (243), dalla Grecia (6) e da Cipro (4). Le regioni principalmente interessate sono state la Sicilia con 79.016 sbarcati e la Calabria con 18.100; le altre regioni oggetto di sbarchi di migranti sono state la Puglia (4.908), la Sardegna (2.103), la Campania (641), la Toscana (250) e l’Emilia Romagna (113).

E’ quanto emerge dai dati relativi al 2022 diffusi dalla Polizia in occasione del 171esimo anniversario della fondazione.

Stato di emergenza

Il governo durante la riunione del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, ha deliberato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale a seguito dell’eccezionale incremento dei flussi di persone migranti attraverso le rotte del Mediterraneo. Lo stato di emergenza, sostenuto da un primo finanziamento di 5 milioni di euro, avrà la durata di sei mesi.

La soluzione consente di sbloccare fondi e poteri che permetteranno di gestire più rapidamente le criticità emerse con il moltiplicarsi degli arrivi. “Abbiamo aderito volentieri alla richiesta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ben consapevoli – ha detto Musumeci – della gravità di un fenomeno che registra un aumento del 300 per cento. Sia chiaro, non si risolve il problema, la cui soluzione è legata solo ad un intervento consapevole e responsabile dell’Unione europea”.

Cosa cambia

La soluzione consente al governo di affrontare con mezzi e poteri straordinari una calamità, dalle crisi umanitarie agli eventi naturali come terremoti o alluvioni. Si tratta di un atto amministrativo regolato dal codice di Protezione civile. Al momento in Italia sono in vigore circa una ventina di provvedimenti questo tipo: dall’emergenza dei profughi dell’Ucraina a diversi casi di alluvione, spesso decisi anche dopo la richiesta del presidente di una Regione o di una Provincia autonoma interessata. L’unico precedente in materia di migranti risale invece al 2011 con il governo Berlusconi e prevedeva un piano di equa distribuzione nelle regioni dei profughi provenienti dal Nordafrica, anche se all’epoca la legge prevedeva norme diverse.