Centri migranti in Albania, Piantedosi assicura: “Operativi dalla prossima settimana”

Piantedosi ha spiegato che i centri per i migranti in Albania saranno analoghi a quelli aperti sul territorio nazionale, senza filo spinato e con servizi di assistenza

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Andrea Celesti

Giornalista economico-sportivo

Giornalista esperto di economia e sport. Laureato in Media, comunicazione digitale e giornalismo, scrive per diverse testate online e cartacee

Pubblicato: 12 Ottobre 2024 18:20

I centri migranti in Albania saranno attivi a partire dalla prossima settimana. A confermarlo è stato il ministro dell’interno Matteo Piantedosi, secondo cui si tratterà di centri analoghi a quelli fatti sul territorio nazionale che si occuperanno di fornire tutta l’assistenza necessaria.

I primi migranti arrivano in Albania

I nuovi centri, che avranno il compito di gestire i migranti diretti in Italia, saranno attivi già dalla prossima settimana, quando arriveranno le prime persone. Il ministro Piantedosi ha spiegato che non ci saranno tagli di nastri per l’apertura dei centri, che saranno analoghi a quelli attivi sul territorio nazionale e di trattamento leggero.

Sebbene includano un’area dedicata al trattenimento e all’espulsione, questi centri non sono equiparabili ai Cpr e si caratterizzano per l’assenza di filo spinato e la presenza di servizi di assistenza. “I centri sono analoghi a quelli fatti sul territorio nazionale, sono di trattenimento leggero. Non c’è filo spinato, c’è assistenza”. Come precisato dal ministro, tutti potranno fare richiesta di protezione internazionale e ottenerla nel giro di pochi giorni.

La rapidità nell’esame delle richieste di protezione, unite alla possibilità di un rapido rimpatrio, punta a scoraggiare i flussi migratori irregolari. “Se il sistema manifesterà tempi rapidi, per sapere se le persone sono ammissibili di protezione internazionale o meno, e quindi da espellere e da riportare indietro, ci sarà sicuramente un fattore di deterrenza”, ha aggiunto il ministro.

I ritardi nelle aperture dei centri per i migranti

Diversi imprevisti hanno rallentato l’apertura delle strutture per i migranti. Nonostante il protocollo d’intesa del 7 novembre tra Italia-Albania prevedesse l’avvio dei servizi a fine maggio maggio 2024, il caldo prima e la pioggia poi hanno ritardato il decollo delle due strutture nelle aree di Shengjin e di Gjader (dove sorgeva una base militare).

Quest’ultima struttura si è rivelata la più critica a causa di problemi legati alla stabilità del terreno. Inizialmente progettata per accogliere oltre 3.000 migranti, ora potrà ospitarne solo un migliaio.

Come previsto dal bando della Prefettura di Roma, in Albania sorgeranno tre strutture per la gestione dei flussi migratori. Nella prima, situata a Shengjin, verranno sbarcati e identificati i migranti soccorsi in acque internazionali; a Gjader è previsto invece un centro di prima accoglienza da 880 posti per i richiedenti asilo, che verranno valutati entro 28 giorni dalla Prefettura di Roma per decidere tra la protezione internazionale e il rimpatrio; un centro di permanenza con una capacità di 144 posti. Previsto, inoltre, un piccolo centro di pena per tutti quei migranti che commettono reati all’interno delle strutture.

L’Italia ha stanziato un investimento iniziale di 62 milioni di euro per la realizzazione dei centri di accoglienza in Albania. Tuttavia, il costo totale del progetto è stimato in circa 650 milioni di euro, una cifra che comprende non solo la costruzione e la manutenzione delle strutture, ma anche spese significative per trasferte del personale (oltre 250 milioni di euro), oltre ad assunzioni e assicurazioni. Il noleggio della nave per il trasporto dei migranti è stimato in circa 13,5 milioni di euro ogni tre mesi.

La cooperativa Medihospes si è aggiudicata l’appalto per la gestione dei centri di accoglienza per i prossimi 24 mesi, con un contratto del valore di 133,8 milioni di euro. Grazie alla riduzione dei flussi migratori e alla piena occupazione dei centri, il governo stima un risparmio complessivo di 136 milioni di euro.