La giornata di giovedì 25 marzo verrà ricordata a lungo come una delle più traumatiche nella storia recente della Rai. Non tanto per la lottizzazione delle direzioni di canali, telegiornali e aree tematiche (avvenuta in maniera sistematica con l’avvicendarsi di tutti i governi, dalle spartizioni operate nella Prima Repubblica fino alle epurazioni più recenti imposte dai diversi inquilini di Palazzo Chigi), quanto per la notizia circolata fin dalla tarda mattinata riguardante l’ennesimo addio di un pezzo da novanta di Viale Mazzini.
Non si può parlare propriamente di un fulmine a ciel sereno, visto che la querelle sull’ex amministratore delegato Carlo Fuortes e il successivo abbandono di Fabio Fazio dopo oltre 30 anni di servizio pubblico avevano dato l’idea dell’aria pesante che si respira in queste settimane all’interno della TV di Stato. Eppure, la notizia delle dimissioni presentate da Lucia Annunziata ha avuto l’effetto di una bomba sul flusso di notizie quotidiano, finendo per occupare le scalette di notiziari e talk show anche per tutte le giornate successive.
L’addio di Lucia Annunziata e il nuovo corso della Rai
Non solo lottizzazione in Rai, quindi, dicevamo. La storica conduttrice di Rai Tre – volto di punta della domenica con il suo In Mezz’ora (da un paio d’anni trasformato in Mezz’ora in più vista la durata più lunga rispetto alle origini) – ha deciso di andarsene dal terzo canale pubblico nonostante il suo programma fosse tra quelli già confermati all’interno del palinsesto della prossima stagione che partirà a settembre. A nulla sono valse le preghiere rivolte a lei in settimana da Roberto Sergio, nuovo amministratore delegato della Rai, che inizia così il suo mandato con due addii eccellenti.
D’altronde, il nuovo corso voluto dalla maggioranza di centrodestra per il servizio pubblico non dev’essere proprio piaciuto a Lucia Annunziata, che nei minuti successivi all’annuncio ha diffuso una lettera in cui denuncia le “modalità d’intervento” del governo, che avrebbero portato ad un’inevitabile “conflittualità permanente all’interno del luogo di lavoro”.
Lucia Annunziata lascia la Rai: prime offerte dal mondo politico
Non è nemmeno la prima volta che Lucia Annunziata lascia la Rai sbattendo la porta. Era successo anche nel maggio del 2004, dopo 14 mesi in cui aveva occupato niente meno che la poltrona di presidente (seconda donna della storia dopo Letizia Moratti). Anche in quell’occasione determinanti furono gli attriti con il mondo politico, in un periodo storico in cui il secondo governo di Silvio Berlusconi poteva contare su un consenso molto solido nel Paese, sentendosi legittimato ad “accompagnare all’uscita” giornalisti e conduttori (come non ricordare il cosiddetto editto bulgaro, tramite cui vennero messi alla porta Michele Santoro, Daniele Luttazzi ed Enzo Biagi).
Come spesso capita, attorno alla scelta di Lucia Annunziata si sono sviluppate voci di ogni tipo, tra cui quella di un suo approdo proprio nel mondo della classe politica che lei ha sempre intervistato. In particolare, pare proprio che la nuova segretaria del Partito Democratico Elly Schlein le abbia proposto fin da subito un posto all’interno della direzione nazionale, ricevendo però un primo secco rifiuto. Al momento nessuno sa se la sua volontà possa davvero cambiare nel prossimo futuro o se – come già successo con Walter Veltroni, che per primo provò a portarla al Nazzareno – il richiamo della professione la spinga davvero a declinare ogni offerta proveniente dai partiti.