Liceo del Made in Italy, arriva lo stop dal Consiglio di Stato: cosa rischiano gli studenti

I giudici del tribunale amministrativo di secondo grado hanno bloccato l’avio dell’anno scolastico negli istituti introdotti dal governo Meloni: cosa accade ora

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Per capire quanto sia intricata la vicenda che vede protagonista il nuovo liceo del Made in Italy non basta fermarsi a leggere le ultime notizie diffuse dalla stampa. Certo, tutti parlano del clamoroso stop arrivato dai magistrati del Consiglio di Stato, che hanno bloccato l’avvio dell’anno scolastico di questo indirizzo con la sospensione di giudizio emessa nella mattinata di giovedì 12 settembre 2024. Eppure, non tutti comprendono a pieno la portata di questo passaggio, che mette in imbarazzo il governo di Giorgia Meloni e (soprattutto) colloca in un limbo davvero molto spiacevole tutti quegli studenti – pochi a dire il vero – che avrebbero dovuto iniziare le lezioni nei prossimi giorni.

Ovviamente c’è ancora spazio per ricucire la frattura (si attende a ore un intervento del ministero dell’Istruzione per sbloccare l’impasse). Ma, al momento, lo stop del Consiglio di Stato non consentirebbe il suono della campanella per gli iscritti al liceo del Made in Italy. Vediamo di capire qualcosa in più su questo ennesimo inciampo dell’esecutivo di centrodestra.

Perché il liceo del Made in Italy è stato bloccato dal Consiglio di Stato

Riavvolgiamo il nastro e torniamo al mese di maggio del 2023. Con l’obiettivo dichiarato di “promuovere, nell’ottica dell’allineamento tra domanda e offerta, le conoscenze, le abilità e le competenze connesse al Made in Italy”, il disegno di legge redatto dal ministero dell’Istruzione e del Merito interviene sull’articolazione dei licei all’interno del nostro ordinamento scolastico statale, istituendo questo nuovo indirizzo che si richiama espressamente al marchio nazionale del Belpaese.

È un momento solenne per il titolare del dicastero, Giuseppe Valditara, che contestualmente annuncia anche la creazione di una Giornata nazionale per il Made in Italy, da inserire in calendario il 15 aprile per “celebrare la creatività e l’eccellenza italiana”. Infine, sempre in riferimento al nuovo liceo, Valditara affida ad un’apposita “Fondazione Imprese e Competenze” il compito di supportare il potenziamento e l’ampliamento dell’offerta formativa per coloro che sceglieranno di iscriversi. Ed è proprio in questo passaggio che nascono le difficoltà che hanno portato alla svolta odierna, con lo stop imposto dai giudici del Consiglio di Stato.

Liceo del Made in Italy bloccato: le reazioni

A bloccare l’avvio del primo anno scolastico del liceo del Made in Italy è stata la Sezione Consultiva per gli Atti Normativi del Consiglio di Stato, che si è rivolta al dicastero dell’Istruzione – e a quello del Made in Italy, presieduto dal ministro Alfonso Urso – per chiedere ulteriori chiarimenti proprio sul significato delle mansioni di “potenziamento” e “ampliamento” che la Fondazione deve svolgere.

Inoltre, i magistrati del tribunale amministrativo di secondo grado hanno rimproverato a Valditara e alla sua squadra ministeriale di non aver prodotto il preventivo parere sul liceo da depositare in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni: una procedura molto tecnica (che rischia di annoiare e confondere i lettori), ma che risulta di fondamentale importanza per poter procedere con tutto il necessario per l’avvio dell’anno scolastico.

Secondo il titolare dell’Istruzione, quello della Sezione Consultiva degli Atti Normativi non è altro che un parere “interlocutorio e non definito”. Anche il ministro Urso ha sdrammatizzato, dicendo che il liceo del Made in Italy “andrà avanti e non si fermerà”. Intanto, a fare le spese di questo rompicapo, sono gli studenti iscritti al nuovo indirizzo: parliamo di poco più di 500 studenti in tutto il Paese che però, ad oggi, dovranno attendere ulteriori novità prima di occupare banchi e diventare i nuovi paladini delle eccellenze italiche.