Inchiesta Liguria, l’interrogatorio-show di Aldo Spinelli e il pressing di Toti

L'imprenditore Aldo Spinelli e suo figlio sono stati ascoltati dai giudici. Dalle loro parole emerge una figura di Toti molto incalzante per quanto riguarda i finanziamenti

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

L’inchiesta per corruzione che ha travolto il governatore della Liguria, Giovanni Toti, continua a far parlare di sé con nuovi sviluppi. Toti, agli arresti domiciliari dal 7 maggio, ha finalmente rotto il silenzio tramite il suo legale, dichiarando: “Non ho commesso alcun reato”. Giovanni Toti è pronto per rilasciare le sue dichiarazioni in un interrogatorio che si terrà non prima del 27 maggio. Sebbene Toti preferisse tempi più rapidi per il confronto con i magistrati, ora dovrà attendere per permettere loro di analizzare tutte le carte.

Nel frattempo, l’imprenditore Aldo Spinelli, anch’egli agli arresti domiciliari, è già stato ascoltato dal Gip. Il suo interrogatorio è stato descritto da molti come uno ‘show’, durante il quale Spinelli si è rivolto alla giudice Paola Faggioli chiamandola addirittura “signorina”. Dai suoi discorsi è però emersa una figura di Toti oppressiva, cosa che ha confermato anche il figlio di Aldo, Roberto.

Anche il Ministero delle Infrastrutture si è mosso per indagare sulla legittimità degli atti amministrativi dell’autorità portuale di Genova.

Mentre l’indagine sui rifiuti viene spostata a Bergamo ci si pone il problema sulla credibilità e l’immagine della Regione Liguria. Il prossimo Consiglio regionale è previsto il prossimo martedì, 21 maggio.

Il ruolo di Spinelli e le dichiarazioni del figlio

Il racconto di Roberto Spinelli, figlio di Aldo Spinelli, durante l’interrogatorio davanti alla Gip, getta ombre sul governatore Giovanni Toti. Spinelli ha dichiarato che Toti “chiamava lui e faceva sceneggiate per averli”, riferendosi ai finanziamenti. I legali di Spinelli hanno contestato la trascrizione, affermando che avrebbe detto “finanziamenti leciti”.

Le dichiarazioni del figlio di Spinelli, lasciano un po’ tutti senza parole. Descrivendo il padre come “ingestibile”, Roberto ha ricordato le difficoltà dopo la morte della madre e le frequenti richieste di finanziamenti da parte di Toti.

Riguardo ai finanziamenti, ha descritto al giudice un’atmosfera da “far west”. Ha inoltre menzionato i rapporti tra il padre e Paolo Signorini, presidente dell’Autorità portuale, indicando Signorini come un supporto per il padre.

Roberto Spinelli ha raccontato di aver preso le distanze dai finanziamenti gestiti dal padre, spiegando: “Mio padre ormai non mi diceva più dei finanziamenti perché io gli avevo detto ‘io non ne voglio più sapere'”. Ha aggiunto che era Toti a cercare suo padre per richiederli, specialmente in periodo elettorale. “A parte che non è mio padre che chiama, ma Toti che chiama mio padre,” ha precisato. Si riferisce ai 4.100 euro per una cena elettorale, per esempio.

L’interrogatorio-show di Aldo Spinelli e le intercettazioni

“Io voglio parlare, non me ne frega niente,” ha esordito Aldo Spinelli durante il suo interrogatorio davanti al Gip, nonostante il consiglio del suo avvocato di avvalersi della facoltà di non rispondere a causa di alti livelli di glicemia. Spinelli ha insistito: “La posso misurare anche davanti a voi, però è scesa”.

Durante l’interrogatorio, Spinelli ha divagato, raccontando la sua data di nascita e scherzando sulla sua età (84 anni). La giudice lo ha richiamato all’ordine, ricordandogli di rispondere alle domande pertinenti. Quando Spinelli si è rivolto alla giudice chiamandola “signorina”, la Gip Faggioni ha giustamente risposto: “Io non mi chiamo ‘signorina’, se vuole mi chiami dottoressa perché sono un giudice”.

Quando il pm ha menzionato i 40.000 euro, Spinelli ha chiesto: “Come li abbiamo dati?”. Il pubblico ministero ha risposto: “Ufficialmente, glieli avete dati perché si è mosso? Si era interessato ma è tutto regolare”. Spinelli ha ammesso che Toti chiedeva una mano per le elezioni, e lui rispondeva: “questa mano te la do quando fai le campagne”.

Spinelli: “Toti una figura oppressiva”

Aldo Spinelli ha descritto Giovanni Toti come una figura oppressiva: “Ci vessava e parlava troppo. Anche a vanvera. Gli abbiamo pagato tutto. Chiese, palazzi, persino il Festival dei Fiori”. Queste dichiarazioni rischiano di aggravare ulteriormente la posizione del governatore della Liguria, già indagato per corruzione e falso.

Spinelli ha raccontato che Toti “chiedeva cose impossibili”, ma che le richieste elettorali venivano sempre esaudite. “Abbiamo fatto il Festival della Scienza, abbiamo dato i contributi alle chiese, ho fatto il palazzo di San Lorenzo…”.

Le intercettazioni di Spinelli e il pressing di Toti

In una conversazione riportata da Il Fatto Quotidiano, Spinelli discute con un interlocutore su come gestire le proprietà dell’arenile, un progetto che coinvolgeva il recupero di colonie disabitate per trent’anni. Spinelli spiega: “Scusi, dobbiamo mettere a posto tutto il manufatto e quindi se lei dice: ‘Compra la cabina…’ facciamo una cosa bellissima perché investiamo… quelle colonie lì sono state disabitate per trent’anni, abbiamo salvato la curia perché lei deve tenere presente quello che le dico.”

La Curia, proprietaria dell’immobile, aveva contratto un mutuo di 30 milioni di euro con la banca e non riusciva a pagare le rate. Spinelli, inizialmente socio di minoranza, racconta di essere stato coinvolto dai commissari per evitare il fallimento, affermando: “No, guarda il mio nome non posso fallire io con il mio nome” e decidendo di rilevare la proprietà.

In un’altra intercettazione, Spinelli spiega l’intervento di Giovanni Toti per risolvere una questione burocratica. “La pratica era già passata in comitato e tutto, doveva solo essere ratificata. Paolo non riusciva, nessuno ci riusciva e ho chiamato Toti. Toti non ha fatto niente.”

Spinelli descrive come, esasperato dalla situazione, minacciò di andare alla Procura della Repubblica: “Guarda, io vado in Procura della Repubblica perché è una vergogna. Abbiamo salvato posti di lavoro, abbiamo fatto tutto quello che l’Autorità Portuale ci ha detto di fare, abbiamo asfaltato, abbiamo pagato, risanato tutti i debiti che aveva l’ex concessionario e non mi prorogano la concessione?”

Spinelli continua raccontando che, dopo aver spiegato la situazione al capitano Gianluigi Aponte (presidente del gruppo Msc), quest’ultimo intervenne per risolvere la questione. “Il comandante Aponte ha chiamato non so chi ed è tutto a posto, trent’anni ma io volevo cinquant’anni, perché con 600 euro… 500 che il Terminal Rinfuse fa di utile all’anno, quanti anni ci metto a pagare un terminal? Ci mette cinquant’anni e non ci mette trent’anni. Ho accettato però trent’anni.”

Aldo Spinelli, durante il suo interrogatorio, ha affermato che Toti faceva promesse esagerate, come trasformare la spiaggia di Punta dell’Olmo da pubblica a privata, promesse che Spinelli trovava ridicole.

Al termine dell’interrogatorio, Aldo Spinelli ha chiesto di essere rilasciato per poter lavorare e vedere il fratello: “L’unica cosa che ho chiesto all’avvocato è che mi liberano per poter lavorare, perché io ho bisogno di lavorare… ho mille e passa persone. E mio fratello che la sera possa venire a casa mia, ha ottant’anni. Faccia l’istanza per mio fratello che belin…ma la faccia, viene la sera a farmi compagnia”. L’istanza è stata presentata.

Il ruolo di Marco Bucci

Anche il sindaco di Genova, Marco Bucci, potrebbe essere chiamato come testimone. Le intercettazioni indicano che Bucci avrebbe avuto un ruolo significativo in due operazioni cruciali per Spinelli: la concessione trentennale del Terminal Rinfuse e il tombamento di Calata Concenter.

Bucci avrebbe esercitato una forte pressione sull’ex giornalista Giorgio Carozzi, membro del board del porto, per ottenere l’approvazione della concessione. Carozzi, come emerso dalle intercettazioni, era molto scettico sull’operazione, definendola “troppo sputtanante” e non nell’interesse di Genova, ma solo di Spinelli.

Caso Spinelli: l’inchiesta sul traffico di rifiuti speciali verso la Turchia

L’inchiesta per traffico di rifiuti che coinvolge Aldo Spinelli, in qualità di rappresentante legale della Spinelli srl, è stata trasferita a Brescia. Il giudice per l’udienza preliminare ha accolto l’eccezione di incompetenza territoriale, determinando lo spostamento del caso.

La dichiarazione di incompetenza territoriale ha inoltre alleggerito la posizione della società dell’imprenditore.

L’indagine riguarda il traffico di rifiuti speciali non pericolosi verso la Turchia attraverso il porto di Genova. Coordinata dai sostituti procuratori della Dda genovese Federico Manotti e Andrea Ranalli, l’inchiesta ha rivelato il trasporto di trecentocinquanta tonnellate di rifiuti in sedici viaggi. Gli investigatori hanno scoperto che i moduli di accompagnamento indicavano i rifiuti come ritagli di materia plastica, più semplici e meno costosi da smaltire.

Secondo la Procura, dietro questo traffico illecito ci sarebbero quattro società e otto persone. Tra le società coinvolte c’è, guardacaso, la Spinelli srl, accusata di aver violato le normative sul trasporto di rifiuti con i sedici trasferimenti di container.

Le accuse includono attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, falsità ideologica in atto pubblico con aggravante ambientale, trasporto di rifiuti in violazione delle prescrizioni e due illeciti amministrativi. I fatti risalgono al gennaio 2020.

Quando verrà interrogato Giovanni Toti: Il Pm non è obbligato a farlo

Negli ultimi giorni, molte indiscrezioni hanno suggerito possibili date per l’interrogatorio richiesto da Toti, ma la procura ha chiarito che “in questa fase non è più un interrogatorio di garanzia” e quindi il pubblico ministero “non è obbligato a farlo”. In generale, “l’indagato che decide di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip, può fare dichiarazioni spontanee. Anche al Riesame e se c’è urgenza può presentare memorie”.

L’unica fase in cui la procura è tenuta a interrogare l’indagato è “nella fase della chiusura indagini”. In tutte le altre fasi, la decisione se e quando interrogare spetta al pm. Nel frattempo, anche il sindaco di Genova, Marco Bucci, coinvolto nell’inchiesta per il rinnovo trentennale della concessione del Terminal Rinfuse al gruppo Spinelli, ha manifestato la sua volontà di collaborare con la giustizia.

Nelle prossime ore, verrà effettuata la copia del contenuto dei dispositivi elettronici sequestrati a Toti e agli altri indagati, un’operazione tecnica che potrebbe ritardare ulteriormente l’interrogatorio del governatore.

Boom di segnalazioni in Procura

L’Ansa riporta che la Procura ha registrato un boom di esposti e mail riguardanti presunti casi di corruzione, alcuni risalenti a vent’anni fa, principalmente nelle aree di Rapallo e Sestri Levante. La maggior parte di queste segnalazioni sono anonime e generiche e, come precisato dalla Procura, non possono essere prese in considerazione per ulteriori indagini.

C’è anche Matteo Bassetti nelle intercettazioni

Sono emersi nuovi dettagli sul rapporto tra Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, e l’imprenditore Aldo Spinelli. Citato nelle intercettazioni, Bassetti ha precisato la natura della sua relazione con Spinelli.

In un’intervista al Corriere della Sera, Bassetti ha dichiarato: “Spinelli è un mio paziente e un amico, però no, noi di corsie preferenziali non ne abbiamo mai date a nessuno.”

Bassetti ha raccontato di conoscere Aldo Spinelli da oltre quarant’anni: “Suo figlio Roberto era mio compagno di scuola. Andavamo insieme al Calasanzio, l’istituto dei frati di Cornigliano. Io abitavo a Sestri Ponente, Roberto a Pegli”. Questa lunga amicizia include vacanze insieme e una passione condivisa per il Genoa, squadra di calcio di cui Spinelli è stato presidente.

Il Corriere della Sera ha ricordato una telefonata intercettata nel giugno 2022, nella quale Spinelli, a causa di un malessere, non si presenta a un appuntamento con Giovanni Toti. Il governatore lo chiama: “Fammi sapere se hai bisogno di qualcosa al San Martino”, l’ospedale dove lavora Bassetti. Spinelli risponde: “Ho già chiamato il professor Bassetti.”

Interrogato anche l’ex giornalista Carozzi

Giorgio Carozzi, ex giornalista de Il Secolo XIX e rappresentante del Comune di Genova nel comitato portuale, è stato interrogato per quasi cinque ore riguardo alla proroga trentennale della concessione del Terminal Rinfuse al gruppo Spinelli.

Carozzi, inizialmente contrario alla proroga, avrebbe cambiato idea e votato a favore, secondo la procura, dopo aver subito pressioni. Prima dell’interrogatorio condotto dal pm Luca Monteverde, Carozzi ha dichiarato: “Stupito dallo scandalo? Sono cinquant’anni che scrivo di porto, figurarsi se mi sorprendo”.

Secondo le accuse, anche l’avvocato Andrea La Mattina, rappresentante della Regione nel comitato, e l’ex presidente dell’autorità portuale di Savona, Rino Canavese, hanno subito pressioni simili. La Mattina e Carozzi alla fine hanno cambiato voto, mentre Canavese ha mantenuto la sua opposizione.

Ilaria Cavo, deputata e giornalista, è stata sentita come persona informata dei fatti, dichiarando di aver avvisato il presidente Toti che i fratelli Testa “non mi piacevano”. I fratelli Testa sono indagati per voto di scambio aggravato dall’aver agevolato la mafia.

L’intervento del Ministero delle Infrastrutture

Il Ministero delle Infrastrutture ha inviato una commissione ispettiva all’Autorità portuale di Genova per verificare la legittimità degli atti amministrativi, in seguito all’inizio dell’inchiesta.

Il viceministro Edoardo Rixi ha espresso preoccupazione per i lavori sulle grandi infrastrutture, come la diga foranea, che potrebbero subire ritardi a causa della maxi-inchiesta.

“Se ci sono degli atti in autorità portuale non legittimi, il rischio vero è che questo comprometta alcune cantierizzazioni e questa cosa va verificata subito,” ha dichiarato Rixi.

Un ulteriore problema emerso dall’inchiesta riguarda la nomina del presidente dell’Autorità portuale. L’attuale commissario straordinario, Paolo Piacenza, è anche lui indagato per abuso d’ufficio, complicando ulteriormente la situazione. “Bisognerà capire cosa vuol fare l’attuale commissario straordinario anche per motivi processuali. Sicuramente stiamo valutando le decisioni da prendere in questa settimana,” ha aggiunto Rixi.

A breve si torna al voto per il porto di Genova

Il Consiglio regionale della Liguria si riunirà martedì 21 maggio per esprimere un voto decisivo sul completamento del secondo lotto della nuova diga del porto di Genova. Questo progetto, definito “progetto Spinelli” dall’ex presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, è associato all’imprenditore portuale Aldo Spinelli.

A pochi giorni dalla posa del primo cassone subacqueo, prevista per il 24 maggio, l’assemblea legislativa ligure sarà chiamata a votare un disegno di legge per concedere un mutuo di 57 milioni di euro destinati all’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, finanziato anche attraverso il Pnrr, per completare il secondo lotto della diga.

Questo voto rappresenterà il primo test per la maggioranza di centrodestra in Consiglio regionale dopo l’arresto del governatore Toti.