Inchiesta Liguria, al via accertamenti tecnici su telefoni. Il calendario delle audizioni antimafia

Mentre Giovanni Toti si mette a disposizione della procura, il caso di corruzione si allarga. La prossima settimana verranno analizzati tutti i dispositivi telefonici e tablet

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

La maxi inchiesta che ha scosso Genova e l’intera Liguria prende dei contorni sempre più ampi. Tra le figure di spicco coinvolte nell’indagine figurano il presidente della Regione Giovanni Toti, agli arresti domiciliari dal 7 maggio, il capo di gabinetto Matteo Cozzani, l’imprenditore Aldo Spinelli e l’ex presidente dell’Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini, attualmente amministratore delegato di Iren e detenuto nel carcere di Marassi.

La prossima settimana inizieranno gli accertamenti tecnici irripetibili sui dispositivi informatici degli indagati, con le copie forensi e l’analisi di smartphone, pc, tablet e orologi digitali. Il primo dispositivo a essere esaminato sarà quello del governatore Giovanni Toti.

Gli indagati, Toti compreso, hanno tempo fino a lunedì alle 23:59 per presentare ricorso al Riesame sulle misure cautelari. Finora, solo Mauro Vianello ha presentato appello, mentre Toti ha scelto di non ricorrere al Riesame, aspettando di essere interrogato dai pm, come confermato dal suo legale Stefano Savi.

Mauro Vianello presenta ricorso

Mauro Vianello, presidente di Ente Bacini, ha recentemente presentato ricorso al tribunale del Riesame contro la decisione della giudice per le indagini preliminari (gip) Paola Faggioni. La misura interdittiva, emessa il 7 maggio scorso, ha escluso Vianello dall’esercizio delle sue attività imprenditoriali e professionali.

La strategia difensiva di Vianello ha preso forma dopo il suo interrogatorio di garanzia, durante il quale si è avvalso della facoltà di non rispondere. Assistito dall’avvocato Enrico Benedetti, il presidente di Ente Bacini spera che il riesame possa ribaltare la decisione iniziale della gip.

Ivana Semeraro avrebbe rifiutato un finanziamento da 40mila euro

Secondo quanto riportato dai principali quotidiani, tra cui Repubblica, Corriere della Sera e Fatto Quotidiano, Ivana Semeraro, manager del fondo Icon Infrastructure, ha rifiutato di finanziare con 40mila euro il comitato elettorale di Toti su richiesta dell’imprenditore Aldo Spinelli. “Questi pagamenti possono essere visti come corruzione”, avrebbe detto.

La conversazione tra Spinelli e Semeraro, avvenuta il 20 settembre 2021, è stata pubblicata dai giornali. Spinelli, socio di Icon nel porto di Genova, avrebbe chiesto al fondo di finanziare il comitato elettorale per evitare di apparire direttamente tra i donatori di Toti. Nella conversazione, Semeraro esprimeva chiaramente i suoi dubbi: “Abbiamo un po’ di problemi ad approvare quel pagamento… la donazione al comitato di Toti”, dice la manager, sottolineando che tali pagamenti potrebbero essere percepiti come corruzione. Spinelli, sorpreso, insisteva: “Ma noi l’abbiamo fatto sempre tutti gli anni”. Semeraro rispondeva: “Prima di noi. Ma non da quando siamo arrivati noi, Aldo”.

Roberto Spinelli, figlio di Aldo, ha accolto con sollievo il rifiuto di Semeraro. Durante il suo interrogatorio, ha dichiarato ai magistrati: “Quando Semeraro mi ha detto che non poteva autorizzare il pagamento io ero l’uomo più felice del mondo. Mio padre poi ci dribblava, dava l’ordine diretto”. Roberto Spinelli ha spiegato di aver studiato legge negli Stati Uniti e di non voler chiedere a un fondo di schermarlo, evitando così di commettere un atto illegale.

La contestazione di Roberto Spinelli

Roberto Spinelli, figlio di Aldo Spinelli, anch’egli colpito da un provvedimento interdittivo, ha contestato il verbale del suo interrogatorio, sostenendo che una sua dichiarazione sia stata trascritta erroneamente.

Spinelli, durante l’interrogatorio di lunedì scorso 13 maggio, avrebbe parlato dei finanziamenti richiesti da Giovanni Toti. Secondo il verbale ufficiale, l’imprenditore avrebbe definito tali finanziamenti come “illeciti”. Tuttavia, il suo avvocato Andrea Vernazza ha inviato una Pec alla gip Faggioni e al pubblico ministero Luca Monteverde, affermando che il suo assistito avrebbe invece usato l’aggettivo “leciti”.

“Finanziamenti leciti”, ha sottolineato Spinelli, contestando la trascrizione errata che potrebbe avere gravi ripercussioni sul corso dell’inchiesta e sulla sua posizione legale.

I magistrati sono ora chiamati a riascoltare la deposizione di Spinelli per fare chiarezza su questa discrepanza. La correzione del verbale è vitale per l’integrità dell’inchiesta e potrebbe influire sulle misure interdittive in corso.

Aldo Spinelli si trova intanto ai domiciliari e di recente sono stati pubblicati i verbali del suo interrogatorio nel quale ha voluto parlare nonostante il consiglio del suo avvocato di rimanere in silenzio.

La presidente della Commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo annuncia il calendario delle audizioni

Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare antimafia, ha dichiarato a Palermo, durante un convegno su mafia e antimafia, che entro la fine del mese saranno ascoltati i procuratori di Genova e della Spezia. “Abbiamo calendarizzato le audizioni,” ha affermato Colosimo, come riportato da Adnkronos. “Io ho chiesto tutte le carte di Genova esattamente come ho chiesto quelle di Bari, Palermo e le altre. Ho iniziato un filone di indagine che riguarda tutte le realtà che in questi mesi sono state toccate da indagini di corruzione e voto di scambio o rapporti tra la criminalità organizzata e le pubbliche amministrazioni.”

Colosimo ha specificato che i procuratori capo Nicola Piacente (Genova) e Antonio Patrono (La Spezia) saranno chiamati a testimoniare. “Vogliamo dare al parlamento una fotografia dell’attuale modalità di infiltrazione della criminalità organizzata nelle pubbliche amministrazioni,” ha concluso.

Carozzi e le pressioni sui voti

Giorgio Carozzi, ex giornalista genovese e membro del comitato di gestione dell’Autorità Portuale di Genova, è stato interrogato per cinque ore dai pubblici ministeri nell’ambito della maxi-inchiesta per corruzione. All’uscita dagli uffici della procura, Carozzi ha rilasciato una breve dichiarazione ai cronisti: “Ho scritto di porto per anni, come posso essere sorpreso?”

Secondo fonti della procura, Carozzi non avrebbe smentito le ipotesi dei pm, confermando di aver subito pressioni per cambiare idea e votare a favore di una concessione trentennale del Terminal Rinfuse al gruppo Spinelli. Tuttavia, Carozzi ha smentito tali indiscrezioni tramite una dichiarazione all’Ansa: “Ho votato in scienza e coscienza in base a cinque considerazioni che ho fatto, nessuno mi ha fatto pressioni. Se c’è qualcun altro che le ha fatte a qualcuno, non era un problema mio.”

Bucci e Toti: disponibili a collaborare con la Procura

Il sindaco di Genova Marco Bucci ha manifestato formalmente la disponibilità a essere ascoltato dagli inquirenti, anche se al momento non è stata fissata una data per la convocazione. Il procuratore capo Nicola Piacente ha chiarito che i tempi potrebbero essere lunghi, a causa della necessità di analizzare il materiale.

Dopo aver esercitato la facoltà di non rispondere al precedente interrogatorio, Giovanni Toti ora è pronto a parlare, ma secondo i pm ora può presentare delle memorie scritte: non sono obbligati a sentirlo e a interrogarlo.

L’Impatto dell’inchiesta sulla politica locale

L’inchiesta di corruzione che coinvolge figure di alto profilo politico e imprenditoriale ha già avuto un forte impatto sulla politica e sull’economia locale. La richiesta di sospensione di Giovanni Toti e le accuse contro alti funzionari e imprenditori hanno messo sotto pressione le istituzioni regionali e le aziende coinvolte.

Intanto l’attenzione è rivolta al Consiglio di Genova perché se da una parte la coalizione di centro-destra è compatta, l’opposizione chiede la sospensione immediata di Toti. La premier Giorgia Meloni ha detto di voler attendere nuovi sviluppi prima di commentare.