Verso l’8 marzo, i dati del Viminale sui femminicidi: 120 donne uccise nel 2023

Il report con i dati del Viminale sui femminicidi e la violenza di genere: ci sono stati 120 omicidi di donne nel 2023

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Alla vigilia dell’8 marzo, Giornata internazionale dei diritti delle donne, il Viminale ha rilasciato i dati in merito alla violenza subita dalle donne in quanto tali, un fenomeno che prende il nome di violenza di genere. Nel report del Dipartimento della pubblica sicurezza, con la collaborazione delle atlete della Lega Pallavolo di Seria A Femminile che hanno offerto il loro contributo, è stato elaborato uno studio sulle violenze.

La prefazione è firmata Raffaele Grassi, vice direttore generale della Pubblica sicurezza e direttore centrale della Polizia criminale. In questa spiega che la violenza di genere è definita proprio dalla sua natura strutturale, in quanto riflesso dell’asimmetria di status che contraddistingue, quando patologico, il rapporto tra uomini e donne. Come ricorda, non serve un atto criminale di rilevanza penale per attuare una forma di limitazione alla piena realizzazione dell’empowerment femminile, come l’indipendenza economica e sociale.

Si tratta, continua Grassi, di un fenomeno complesso con radici culturali antiche e che ha nella sua ultima e drammatica realizzazione proprio il femminicidio. Nel testo il termine sparisce e viene sostituito da “omicidio di donna”, questo perché non esiste nell’ordinamento giuridico.

Violenza di genere: i dati del Viminale segnano una crescita

Il fenomeno della violenza contro le donne è stato analizzato dal report partendo dai cosiddetti “reati spia”, ovvero gli indicatori di possibile violenza (fisica, sessuale, psicologica o economica). Tra questi risultano gli atti persecutori, i maltrattamenti contro familiari e conviventi e le violenze sessuali. Al netto di un calo dei casi di violenza segnalati (ma non per questo non verificati) durante il periodo pandemico, il quadriennio 2020-2023 segna un incremento dei reati di genere, in particolare per concerne le violenze sessuali, in crescita del +35%.

A fronte degli aumenti, l’Italia ha pubblicato ulteriori disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne (con data simbolica il 24 novembre 2023, vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne). Nella legge viene indicata la finalità di contrasto alla violenza e vengono presi in considerazione i contenuti delle diverse convenzioni, come la Convenzione di Istanbul e le pronunce della Corte europea per i diritti dell’uomo.

Di conseguenze sono state incrementate le misure volte al riconoscimento e all’ammonimento dei reati spia, come l’applicazione della sorveglianza speciale, il braccialetto elettronico e l’innalzamento delle pene previste, ma non sono mancati neanche supporti economici come l’assegno per le vittime di violenza di genere.

I numeri dei femminicidi: solo nel 2023 sono state uccise 120 donne

Lo studio del Dipartimento di sicurezza riporta i dati anche degli omicidi di donne, la cui dinamica però riporta alla volontà di omicidio di una donna in quanto donna. Nel periodo 2020-2023 la crescita è stata costante. Nel 2020 i femminicidi riportati sono 119, nel 2021 raggiungono quota 122, nel 2022 crescono fino a 128 e nel 2023 arrivano a toccare quota 120. Nel 2023, a fronte di un generale fenomeno di aumento dei casi di omicidio, quello sulle vittime di genere femminile subisce un calo del 6%.

I dati del Viminale analizzano i dettagli, che mostrano come il 97% delle donne uccise fosse maggiorenne e 87% di queste era di nazionalità italiana. Secondo i dati inoltre va evidenziato come sia diminuito il numero di donne uccise dal partner o ex partner, come nel caso di Giulia Cecchettin, la cui notorietà ha portato a un aumento di chiamate al 1522. Considerando l’ambito familiare e affettivo, le vittime di partner o ex sono il 67% dei casi, mentre uccise per mano di genitori e figli il 24%, mentre il residuale (9%) viene commesso da altri.