Lo sfogo di Clio Zammatteo, Cliomakeup parla del beauty web tossico

Una veterana come Cliomakeup, Clio Zammatteo, fatica a riconoscere il web ormai: un gioco al massacro in nome dei click

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Non è facile pubblicare contenuti sul web, anche se si è dei veterani come Cliomakeup, all’anagrafe Clio Zammatteo. Il suo nome è simbolo del beauty web, che è però cambiato notevolmente nel corso degli anni.

Mostrarsi in video oggi è più pericoloso e richiede un calcolo del rischio notevole. Ogni parola dev’essere valutata con cura, tenendo conto di quanto sia facile tagliare i filmati proposti, lasciandone circolare anche frazioni fuori contesto, con il solo scopo di accumulare visualizzazioni. Una condizione particolarmente patita da Cliomakeup, che non riconosce più la casa che anni fa l’ha accolta con tanta generosità.

Il beauty tossico

È divenuto virale lo sfogo di Clio Zammatteo, sul web celebre con il nome di Cliomakeup. Ha affidato ovviamente al mondo online le sue parole su ciò che questo ambiente è diventato. Se anche chi ha ormai le spalle larghe come lei deve temere, vuol dire che chiunque sogni di farcela, oggi, dovrà confrontarsi con un percorso irto di ostacoli.

Ha visto cambiare il mondo degli influencer negli ultimi 15 anni e il risultato di tale trasformazione le appare devastante: “Me ne rendo sempre più conto, ma ho tentato di nasconderlo soprattutto a me stessa. La verità è che non posso più essere la Clio di prima. Quello del beauty sul web è diventato un mondo un po’ di paura. Soprattutto per persone con il mio carattere e il mio modo di fare”.

Nel filmato pubblicato, la content creator ripercorre la sua lunga carriera, iniziata nel 2008. La produzione di filmati è stato il fulcro della sua attività fino al 2017, quando ha investito i soldi guadagnati in un marchio tutto suo, che rispecchiasse in pieno il suo gusto e il suo modo di rapportarsi al pubblico: “L’ho fatto da sola, senza l’aiuto di nessuno”.

Ciò che contraddistingueva quella vecchia fase di YouTube e, in generale, della produzione di contenuti sul web, era la totale libertà. Lei era solita seguire il proprio gusto personale, condividendo tanto recensioni positive quanto quelle negative: “Dicevo quello che mi piaceva e ciò che non mi convinceva. Potevo farlo perché le mie parole non venivano manipolate”.

I pericoli del web 3.0

Il grande cambiamento, in peggio, denunciato da Cliomakeup riguarda l’uso di contenuti altrui, editati ad hoc, per generare nuovo materiale. Altri influencer, spiega, hanno sfruttato le sue parole e brandelli di video per attaccarla. Frasi fuori contesto e pensieri rivisti per adattarsi al meglio a una visione negativa della famosa star del web. Quest’ultima si è scagliata anche contro i giornalisti che, a fronte di contenuti ben riportati negli articoli redatti, creano titoli volutamente polemici, così da incitare al click.

Poteva comportarsi liberamente in passato ma oggi ha necessità di un’attenzione estrema, che di fatto la allontana da quella che era una passione e un lavoro. Si è dunque cimentata nell’analisi della cultura dei click, che attanaglia tanto il mondo dell’intrattenimento quanto quello dell’informazione.

Al di là della gestione da parte dei media, però, Cliomakeup ha rivolto un appello ai propri colleghi: “In Italia la competizione non è sana. È mirata a uccidere gli altri brand. Il confronto con gli altri prodotti va bene, quando ne lanci uno nuovo. Arriva però poi il massacro”.

Un filmato che ha segnato in maniera netta il suo percorso online, conclusosi con delle sincere lacrime. Queste non derivano dal trattamento ricevuto, ha spiegato, bensì dal fatto d’essersi piegata a determinate dinamiche. È cambiata per omologarsi al mercato, limitando il proprio modo di proporsi al pubblico: “Così sto mentendo a me stessa in primis”.