Una volta i bagarini si aggiravano nei pressi di stadi e concerti per rifilare a prezzi spropositati i ticket dell’evento di turno agli spettatori alla disperata ricerca di un modo per entrare. Ma c’è chi a Milano ha fiutato da tempo l’affare e ha deciso di mettersi a vendere i biglietti della metro usati, ma ancora validi, a metà prezzo. Uno stratagemma possibile da quando è il biglietto è stato reso riutilizzabile per entrare più volte nella metropolitana meneghina. E il “business” prende forma sotto gli occhi degli addetti della stazione.
Biglietti usati della metro rivenduti dai “bagarini”: il “business”
Il fenomeno si starebbe espandendo sempre più lungo la rete sotterranea di Milano, dalla fermata della linea rossa di Lampugnano al Duomo. Gruppi di rivenditori fermato i passeggeri della metro per proporre loro l’occasione: un biglietto usato ma ancora in corso di validità a un euro al posto di due.
Da quando il costo del ticket Atm a Milano e dintorni è salito da 1,50 a 2 euro, nel 2019, è stata introdotta la possibilità di passare più volte dai tornelli con lo stesso biglietto, entro la durata di un viaggio da 90 minuti. Nessuna limitazione anche con i giornalieri e con scadenza dopo 24 ore e quelli che validi per 3 giorni che però sono meno diffusi perché costano dai 7 ai 12 euro.
A prescindere dalla tariffa tutti i ticket sarebbero però personali e non cedibili, il che renderebbe la pratica di rivendere i biglietti usati evidentemente vietata.
Nonostante l’impegno delle forze dell’Ordine e degli operatori del Polmetro, dal 2019 il “business” dei bagarini ha continuato a prendere piede. Già allora il noto inviato di “Striscia La Notizia”, Max Laudadio, aveva dedicato a questa compravendita un servizio TV.
Ma il fenomeno rischia di crescere ancora di più di fronte all’ipotesi di un ulteriore aumento del costo del servizio, che ha persino portato a un maxi-sciopero dei trasporti pubblici al quale aveva aderito anche il personale Atm.
Biglietti usati della metro rivenduti dai “bagarini”: il rischio aumento
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sarebbe deciso a scongiurare l’aumento dei biglietti della metro di 20 o 30 centesimi, ma l’ipotesi di un adeguamento del costo del ticket Atm all’inflazione non si può escludere a priori.
A inizio settembre, a margine delle cerimonia in ricordo del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il primo cittadino ha precisato che nonostante la sua intenzione di evitare i rincari sul trasporto pubblico “di fatto Atm i maggiori costi in più ce li ha: o facciamo pagare di più i biglietti o in qualche modo la collettività li deve pagare”.
Sala ha spiegato che “è abbastanza evidente che, con questa legge, le società che operano sul trasporto pubblico sono autorizzate, quasi invitate, ad adeguare le loro tariffe o a richiedere ai loro concessionari gli effetti dell’inflazione”. “Dopodiché – ha concluso – c’è sempre spazio per efficienze: è quello su cui stiamo lavorando. La decisione finale non l’abbiamo ancora. Non è per prendere tempo, ma oggi non abbiamo ancora deciso cosa fare”.