Berlusconi, “aperta” la prima cassaforte: che fine fa il tesoro Fininvest

Alla famiglia dell'ex Cavaliere, scomparso il 12 giugno all'età di 86 anni, va un dividendo di 100 milioni di euro

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Alla fine, i figli di Berlusconi hanno deciso per la mossa più ovvia: blindare la Fininvest. Alla famiglia dell’ex Cav scomparso il 12 giugno all’età di 86 anni, va un dividendo di 100 milioni di euro. La prima assemblea di Fininvest dopo la morte di papà Silvio, giovedì 29 giugno, in via Paleocapa a Milano, sancisce così i limiti del testamento prima della sua apertura ufficiale, contenente un’eredità stratosferica. La riunione del vertice dell’impero Fininvest, fatto di tv, libri, finanza, calcio, jet, proprietà immobiliari e molti altri investimenti, si apre “con un commosso ricordo del fondatore” e della sua “visione imprenditoriale”, ma soprattutto nel segno della sua “indole innovativa” e delle sue “grandi doti umane”.

Intanto, in Fininvest resta invariato il consiglio di amministrazione. Confermato il cda, con il board che rimane saldo nelle mani degli storici 8 membri e sempre presieduto dalla primogenita Marina Berlusconi: ci sono l’amministratore delegato Danilo Pellegrino, i figli di Berlusconi, Pier Silvio, Barbara e Luigi, l’ex patron del Monza e ora pronto a prendere lo scranno di B. in Senato Adriano Galliani, il tributarista Salvatore Sciascia e l’ex ad di Mondadori Ernesto Mauri.

Nel 2022 le aziende del Gruppo Fininvest hanno saputo ottenere risultati di “grande soddisfazione”, pur in un contesto macroeconomico gravato da pesanti incertezze. Tutte le società hanno conservato la propria leadership nei rispettivi mercati di riferimento, mantenendo solida e invariata la strategia di lungo periodo, si legge nella nota ufficiale dell’azienda.

Dopo gli “eccezionali” risultati dell’esercizio 2021, caratterizzati da alcune significative componenti straordinarie e da un quadro economico-finanziario in forte ripresa dopo la crisi pandemica, i risultati del 2022 dimostrano la solida tenuta delle società del Gruppo e si attestano sui livelli pre-Covid. Il conto economico del Gruppo, infatti, evidenzia ricavi per quasi 4 miliardi di euro e un utile che supera i 200 milioni di euro.

I dati di Fininvest

A livello strategico sono proseguiti gli investimenti: il Gruppo MFE (50%) – la Mediaset europea per intenderci (in quella italiana invece potrebbe essere pronto ad arrivare Urbano Cairo) – ha dato ulteriore impulso alla sua crescita internazionale e il Gruppo Mondadori (53%), in capo a Marina, ha proseguito nel percorso di focalizzazione sui libri con mirate operazioni di M&A, con l’ultima acquisizione del 51% delle fumetterie di Star Shop Distribuzione e le buone stime di crescita connesse alla cessione della “testata di casa” Il Giornale.

Senza dimenticare l’importante risultato di Banca Mediolanum, di cui Fininvest ha il 30%, che ha registrato un margine operativo record pari a 680 milioni. Mentre sul fronte sportivo, il 2022 è stato l’anno della storica promozione in Serie A conseguita dall’AC Monza.

I ricavi consolidati del Gruppo Fininvest sono stati pari a 3.822,5 milioni di euro, in linea con i 3.817,9 milioni di ricavi nel 2021. Il margine operativo lordo risulta pari a 860,1 milioni di euro (921,6 milioni di euro nel 2021). Il risultato operativo di Gruppo è positivo per 248,4 milioni di euro (373,8 milioni di euro del 2021). Il risultato netto consolidato è pari a 200,2 milioni di euro (360,2 milioni di euro del 2021).

La flessione rispetto agli straordinari risultati del 2021 è in parte riconducibile – spiega il Gruppo – al venir meno di componenti positive non ricorrenti contabilizzate nel precedente esercizio, effetti del buon andamento dei mercati finanziari e la plusvalenza dalla cessione di Towertel da parte di E.I. Towers.

La posizione finanziaria netta del Gruppo Fininvest al 31 dicembre 2022 evidenzia un indebitamento, prima dell’applicazione dell’IFRS 16, di 1.072,6 milioni di euro, rispetto ai 962,1 milioni di euro del 31 dicembre 2021. La posizione finanziaria netta totale, ovvero dopo l’applicazione dell’IFRS 16, è pari a 1.232,8 milioni di euro. Nel 2022 il Gruppo ha effettuato investimenti per 563,2 milioni di euro (760,2 milioni di euro nel 2021). Il patrimonio netto consolidato totale al 31 dicembre 2022 risulta pari a 4.553,5 milioni.

Il risultato netto civilistico della Capogruppo Fininvest evidenzia nel 2022 un utile di 133,1 milioni di euro rispetto all’utile di 361,2 milioni dell’esercizio precedente che beneficiava di due componenti non ricorrenti: il dividendo straordinario pagato da MFE e il ripristino dell’erogazione dei dividendi di Banca Mediolanum, che per l’anno precedente aveva riconosciuto sia un dividendo a valere sugli esercizi 2020 e 2021, sia una cedola a valere sugli utili del 2019, rimasta sospesa durante il periodo Covid, come da raccomandazioni emesse dall’Autorità di Vigilanza di Banca Centrale Europea e Banca d’Italia.

A Bari chiuso il processo Escort contro Berlusconi

Mentre la famiglia Berlusconi attende trepidante l’apertura del testamento, quasi sicuramente nei primi giorni di luglio, e la suddivisione dell’impero di Silvio, che non è fatto certo solo di case, e cui seguirà il riassetto di Fininvest, visto che le quattro finanziarie dell’ex leader forzista andranno suddivise tra gli eredi, intanto a Bari si chiude, de facto, in modo farsesco quasi, il processo “Escort”.

A Bari l’ex premier era imputato per induzione a mentire: secondo l’accusa, infatti, Silvio avrebbe pagato le bugie sostenute dall’imprenditore barese Giampaolo Tarantini ai pm che indagavano sulle ragazze portate a pagamento nelle residenze private dell’allora presidente del Consiglio tra il 2008 e il 2009.

“Non doversi procedere per morte dell’imputato”: questa la frase con cui si chiude un capitolo della parabola, discendente ormai da molto tempo, del fondatore di Forza Italia.

Nella breve udienza conclusasi con la sentenza di non luogo a procedere da parte della giudice Valentina Tripaldi, la difesa rappresentata dagli avvocati Roberto Eustachio Sisto e Federico Cecconi è intervenuta ricostruendo le tappe principali del processo, e sostenendo che “il dibattimento ha certificato l’insussistenza dell’ipotesi accusatoria e che l’escussione dei testimoni della difesa avrebbe solo ulteriormente corroborato tale insussistenza, ma oggi, il destino così ha voluto proprio quando eravamo arrivati all’ultimo metro, la conseguenza processuale è legata ad un evento molto triste”. Sisto ha quindi concluso chiedendo, oltre alla chiusura del processo, che venisse messo a verbale che “è stato un onore aver difeso Silvio Berlusconi”.