Sequestrata benzina alterata e potenzialmente pericolosa: bloccati oltre 35.000 litri

La Guardia di Finanza ha sequestrato un’autocisterna contenente oltre 35.000 litri di benzina alternata e potenzialmente pericolosa

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Pubblicato: 4 Febbraio 2025 15:52

Gli agenti della Guardia di Finanza di Piacenza hanno sequestrato un’autocisterna contenente oltre 35.000 litri di benzina, fraudolentemente sottratta al pagamento delle accise e alterata con sostanze chimiche potenzialmente pericolose.

Il fermo è avvenuto a Fiorenzuola d’Arda, lungo la tangenziale in direzione Piacenza, nell’ambito di un’operazione di controllo che ha sventato il traffico illecito di prodotti energetici.

Cosa sappiamo sulla benzina sequestrata

A Fiorenzuola d’Arda, la benzina sequestrata era trasportata in un’autocisterna che trasportava e dichiarata falsamente come solvente, un prodotto che, a differenza dei carburanti, non è soggetto a specifiche normative fiscali.

Durante il controllo, il conducente ha esibito una documentazione apparentemente regolare, ma gli approfondimenti dei finanzieri hanno rivelato che il destinatario finale del carico non esisteva. A quel punto, i militari hanno prelevato dei campioni del liquido e, attraverso specifiche analisi, hanno accertato che si trattava di benzina per autotrazione. Non solo: per mascherarne la reale natura, era stata alterata con diluenti, un’operazione che può renderla pericolosa sia per i motori dei veicoli sia per l’ambiente, contribuendo a far aumentare i livelli di inquinamento.

Oltre al carburante, la Guardia di Finanza ha posto sotto sequestro anche la cisterna e il mezzo utilizzato per il trasporto, mentre il conducente è stato denunciato per sottrazione all’accertamento o al pagamento delle accise sui prodotti energetici.

Quali sono i rischi

La presenza di diluenti e sostanze chimiche nella benzina può compromettere il corretto funzionamento del motore, causando usura precoce degli iniettori e delle valvole, accumulo di residui nei cilindri, che riduce l’efficienza del motore, ma anche possibili guasti improvvisi, con il rischio di fermarsi in strada e difficoltà di accensione e irregolarità nella combustione. Inoltre, la benzina adulterata brucia in modo non ottimale, producendo emissioni nocive più elevate per l’ambiente, con un aumento di particolato e gas tossici.

Per questo motivo, il trasportatore come il venditore rischiano l’accusa per sottrazione al pagamento delle accise, con pene che possono arrivare fino a 5 anni di reclusione, oltre a pesanti multe e il sequestro dei beni utilizzati per il trasporto e il carburante.

Se si scopre poi che il commercio illecito riguarda un distributore di carburante, questo potrebbe subire revoche delle licenze e la chiusura forzata dell’attività, oltre che essere condannato al pagamento di una multa per il reato accertato e commesso.

Infine, anche chi utilizza, consapevolmente o meno, la benzina alterata potrebbe incorrere in sanzioni amministrative se il carburante non rispetta gli standard di qualità e subire il sequestro del veicolo in caso di accertamenti da parte delle autorità. Le accuse comprendono anche quella di frode fiscale se risulta che l’acquisto è avvenuto mediante pagamenti nascosti, poco chiaro o in nero oppure ad un prezzo troppo basso e mendace rispetto a quelli ufficiali.

C’è da dire, tuttavia, che al momento per il sequestro avvenuto a Piacenza, come si legge nel comunicato della Guardia di Finanza: “È fatta salva la presunzione di innocenza delle persone sottoposte ad indagini preliminari nonché la possibilità per le medesime di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede”.