Allerta tornado in Italia: le regioni che rischiano di più

Alcune regioni e aree geografiche sono più esposte ai tornado, e le trombe d'aria sono diventate sempre più frequenti nel nostro Paese

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Pubblicato: 22 Luglio 2022 14:52

Una ricerca condotta dal Consiglio nazionale delle ricerche dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima ha analizzato i dati raccolti dal 1990 al 2021 che riguardano i tornado in Italia. In 32 anni sulla Penisola si sono abbattute almeno 445 trombe d’aria. Grazie a questo studio, pubblicato su Atmospheric Research, possiamo comprendere meglio l’entità di questi fenomeni e prevedere dove si verificheranno in futuro.

Quali sono le aree geografiche a rischio in Italia

La scienza ha già dimostrato che i tornado nell’area mediterranea, e in particolare in Italia, non sono eventi rari, soprattutto ora a causa del cambiamento climatico. E ci sono zone maggiormente affette da questi fenomeni estremi. In particolare le coste tirreniche, e in particolare il Lazio, le regioni del Sud Est, quindi Puglia e Calabria, e la Pianura Padana.

Le regioni centrali tirreniche dell’Italia possono essere definite come un hot spot per i tornado di tutta l’area mediterranea. Le trombe d’aria appaiono in questa zona con determinate condizioni meteo, caratterizzate da una bassa pressione su quadrante Nord Ovest della Penisola, sia in quota che in superficie, e da venti al suolo provenienti da Sud Ovest in grado di trasportare aria più calda della media.

È possibile prevedere la nascita dei tornado?

Conosciamo dunque le dinamiche che portato al concretizzarsi di questi eventi, che però, essendo altamente localizzati nel tempo e nello spazio, rimangono molto difficili da prevedere con precisione. Possiamo infatti sapere con relativo anticipo quando c’è più possibilità che accadano, ma non con esattezza dove colpiranno e con quale intensità.

Le analisi statistiche sono state condotte attraverso l’analisi dei radiosondaggi e degli output da modelli a grande scala, per individuare le condizioni atmosferiche dominanti associate alla nascita delle trombe d’aria. Un tornado che si è verificato nel litorale laziale il 28 luglio 2019, uccidendo una persona, è stato scelto come caso di studio e analizzato in dettaglio utilizzando simulazioni numeriche molto complesse.

I risultati dello studio “hanno mostrato come sia possibile prevedere con successo valori elevati di specifici indicatori d’instabilità atmosferica e di convezione profonda tipici dei tornado, nonché di simulare correttamente la struttura delle celle convettive responsabili della genesi di tali eventi”, ha spiegato il ricercatore Elenio Avolio, co-autore del paper insieme a Mario Marcello Miglietta.

La ricerca “pone l’accento sull’importanza di un sistema meteorologico integrato modellistico/osservativo dedicato al monitoraggio e alla previsione operativa di tali fenomeni intensi“, che non devono più essere considerati come rari, ma devono essere ulteriormente studiati in ottica di prevenzione dei danni.

Cosa c’entra il cambiamento climatico

Lo studioso ha anche sottolineato che l’intensificazione dei tornado nel corso degli anni è condizionata anche dal cambiamento climatico in atto. La temperatura superficiale del Mar Mediterraneo, in costante aumento a causa del riscaldamento globale, ha un ruolo determinante nello sviluppo di questi eventi.

Il Mare Nostrum si riscalda quasi tre volte in più rispetto alla media degli altri mari del mondo, a causa della sua conformazione, con conseguenze molto gravi. Le acque si sono dilatate a causa dell’aumento di temperatura, e per il 2100 il livello medio potrebbe crescere di un metro rispetto a quello dell’inizio del secolo. Un valore enorme che cambierà le vite di milioni di persone, influenzando il turismo, l’economia e l’agricoltura, i flussi migratori.

Inoltre anche il fenomeno dei medicane, gli uragani mediterranei, potrebbe cambiare. Se ne verificheranno di meno, ma potrebbero lasciare il posto a tempeste tropicali ancora più forti e violente. Ci attende insomma un futuro caratterizzato da fenomeni meteo estremi.

I prossimi tre anni saranno decisivi per fermare il cambiamento climatico. Sarà necessario sostenere ogni sforzo volto a cambiare rotta, o continueremo non solo a vedere il pianeta mutare in peggio, ma anche a spendere ingenti quantità di denaro.