Cambiamento climatico: ecco a cosa andiamo incontro e come evitarlo

Global Turning Point Report 2022 di Deloitte quantifica il costo dell'inazione e indica le priorità per contrastare l'innalzamento della temperatura oltre 1,5 gradi

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Redazione

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Cosa accadrebbe se non si facesse nulla per contrastare il cambiamento climatico e l’innalzamento della temperatura oltre 1,5 gradi? Quanto costerebbe ignorare i chiari segnali di cambiamenti irreversibili alle stagioni ed al clima? Il Global Turning Point Report 2022 di Deloitte è riuscito a quantificarne l’impatto in termini di PIL e quindi a dare un valore all’inazione.

Quanto costa non agire?

In caso di inazione, se non si riuscisse a mantenere l’aumento della temperatura media terrestre entro 1,5°C a fine secolo, l’economia globale potrebbe arrivare a perdere 178 trilioni di dollari nei prossimi 50 anni. Nel 2070 la perdita media annua del PIL si assesterebbe a -7,6% rispetto a uno scenario non colpito dal cambiamento climatico.

Al contrario, accelerando rapidamente il processo di decarbonizzazione, l’economia globale potrebbe guadagnare 43 trilioni di dollari nei prossimi 50 anni.

Ecco come evitare il peggio

Cosa fare, dunque? Occorrerebbe sin da ora un cambiamento negli stili di vita, di consumo e di produzione – spiega Stefano Pareglio, Independent Senior Advisor di Deloitte – unito a un riorientamento dei flussi di capitale e a un ricorso massiccio alle nuove tecnologie.

Secondo il report, sono quattro gli elementi chiave su cui agire per favorire la decarbonizzazione:

  • collaborazione tra settore pubblico e privato, per la costruzione di politiche efficaci volte a guidare il cambiamento;
  • investimenti da parte delle imprese e dei governi, per promuovere cambiamenti strutturali nell’economia globale tali da privilegiare le industrie a basse emissioni e accelerare la transizione verde
  • impegno, in ogni area geografica, a gestire i rispettivi “turning points”, ossia il momento in cui i benefici della transizione verso la neutralità carbonica superano i corrispondenti costi
  • sulla base del relativo turning point, i sistemi economici e sociali locali devono promuovere un futuro più sostenibile, ovvero un’economia decarbonizzata in grado di crescere a tassi maggiori rispetto a una equivalente economia carbon-intensive.

Il Mediterraneo è un hotspot del cambiamento climatico. E l’Italia?

Il Mar Mediterraneo anticipa i cambiamenti: si è riscaldato e continuerà a riscaldarsi più della media mondiale. Già oggi la temperatura media è di +1,5°C rispetto al livello preindustriale, contro una media globale di +1.1°C.

In Italia, di fronte ad uno scenario di riscaldamento globale di circa 3°C, si verificherebbero enormi danni in termini economici, ambientali e per la salute umana.

Questo scenario potrebbe costare 115 miliardi al 2070, l’equivalente di una caduta del PIL del 3,2%. La risorsa acqua è la più critica nell’area mediterranea, come purtroppo testimonia la siccità che ha caratterizzato i primi mesi del 2022 nel nostro Paese.