Opzione donna 2024, via ai pagamenti dilazionati in base alle categorie

La decorrenza dei pagamenti di Opzione donna 2024 varia in base alla categoria di lavoratrici: la road map e perché non riscuote grande successo

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Tra le misure di pensione anticipata attualmente in vigore nel panorama italiano c’è, anche nel 2024, Opzione donna. L’Inps ha di recente ricordato che la decorrenza dei pagamenti di queste pensioni varia a seconda della categoria di lavoratrici, con differenze anche molto nette. Ogni settore ha dunque delle scadenze diverse, tutte comunque legate al riconoscimento dei requisiti previsti da questa forma di pensione anticipata che sembra non stimolare a pieno l’interesse delle lavoratrici.

Opzione donna 2024, i pagamenti

La decorrenza dei pagamenti di Opzione donna 2024, così come precisato dall’Inps il 6 giugno 2024 e previsto dalla Legge di Bilancio 2024, muta in base alla categoria di lavoratrici. La road map seguita è la seguente:

  • per le lavoratrici dipendenti e autonome, i pagamenti non sono potuti avvenire prima dello scorso febbraio 2024;
  • per le dipendenti del settore pubblico, delle poste, delle ferrovie e delle aziende elettriche, la decorrenza dei pagamenti ha inizio nel momento in cui viene presentata la domanda;
  • per le lavoratrici del comparto scuola, i pagamenti inizieranno dal 1° settembre 2024;
  • per le lavoratrici del settore delle arti Afam, la liquidazione inizierà dal 1° novembre 2024.

Opzione donna 2024, i requisiti

Affinché le lavoratrici possano godere della pensione anticipata Opzione donna 2024 è necessario che le stesse rispettino determinati requisiti. È nello specifico necessario che le richiedenti:

  • abbiano accumulato, al 31 dicembre 2023, almeno 35 anni di contributi e aver compiuto almeno 61 anni;
  • si trovino in determinate condizioni lavorative o sociali, come l’assistenza a una persona con grave handicap (legge 104), un’invalidità civile pari o superiore al 74 per cento, oppure essere dipendenti o licenziate da un’azienda in stato di crisi.

L’introduzione dei requisiti relativi agli handicap e all’invalidità ha reso Opzione donna 2024 una misura dalla dimensione anche assistenziale. Lo stesso trova conferma anche nel fatto che è possibile ridurre l’età pensionabile a 60 anni se la lavoratrice ha un figlio e a 59 anni se ha due o più figli o in caso di crisi aziendale (anche se non ha prole).

Opzione donna 2024, le compatibilità

L’accesso a Opzione donna 2024 è previsto anche per quelle lavoratrici che godono pure dei requisiti necessari all’ottenimento della pensione ordinaria. Questi devono essere stati raggiunti nel 2021, con l’Inps che in tali casi lascia alla richiedente la possibilità di scegliere quale delle due soluzioni possa risultare più congeniale alla propria condizione. Vi è tuttavia una ragione di incompatibilità di Opzione donna 2024 con i casi in cui il calcolo contributivo sia già stato utilizzato e divenuto irrevocabile (ad esempio quando c’è un riscatto già pagato).

In tema di contributi, infine, si precisa che Opzione donna 2024 considera validi quelli maturati in Italia così come in altri Paesi dell’Unione europea, in Svizzera e nei Paesi dello Spazio economico europeo o comunque in Stati legati all’Italia da convenzioni di sicurezza sociale. L’unico requisito, in tal senso, è che questi Paesi stranieri rispettino il minimo internazionale di 52 settimane.

Opzione donna 2024, in poche la chiedono

Malgrado il gran discutere su Opzione donna 2024, sono molto poche le lavoratrici che, benché in possesso dei requisiti, decidono di utilizzarla. A dirlo è stato lo scorso aprile l’Osservatorio Inps, secondo il quale da inizio 2024 solo 1.276 lavoratrici hanno usufruito di questa forma di pensione anticipata. Alla base di questo scarso successo ci sarebbero i requisiti molto stringenti e la forte penalizzazione economica data dal fatto che il calcolo della pensione si basa sul solo sistema contributivo (decurtazione stimata del 25-30 per cento).