Caro carburanti, via all’accisa mobile e al nuovo bonus: cosa cambia

Il meccanismo dell'accisa mobile servirà a tenere sotto controllo i prezzi di benzina e diesel praticati alle pompe grazie al gettito fiscale

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Redazione

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Dopo la firma del presidente della Repubblica, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il nuovo decreto legge trasparenza, ribattezzato dl carburanti, che contiene disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la loro sorveglianza, oltre che di sostegno per la fruizione del trasporto pubblico. La grande novità è rappresentata dalla pubblicazione del prezzo medio dei carburanti, su base regionale, direttamente sul tuo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con i benzinai che dovranno adeguare i cartelloni entro 15 giorni. Chi non si adeguerà, rischierà una sanzione dai 500 a 6 mila euro.

Le misure contenute nel nuovo decreto carburanti: bonus e accisa mobile

Il nuovo decreto prevede poi misure particolarmente importanti tanto per gli automobilisti quanto per chi si sposta con i mezzi  pubblici, ovvero l’accisa mobile per evitare nuovi rincari dei carburanti e il nuovo bonus trasporti da 60 euro per pagare fino al 100% dell’abbonamento pubblico locale e ferroviario.

A cambiare rispetto al precedente bonus previsto dal governo Draghi sarà la platea dei beneficiari. Sarà infatti destinati solo alle persone con redditi inferiori ai 20 mila euro, e non più ai 35 mila euro della versione precedente. Il buono sarà nominativo, utilizzabile per un solo abbonamento, non cedibile. Inoltre non costituirà reddito imponibile e non sarà rilevante al fine del computo del valore dell’indicatore Isee.

Tra le misure decise dal Governo c’è anche un nuovo bonus benzina, del valore di 200 euro. Qua tutti i dettagli.

Che cos’è l’accisa mobile, come funziona e perché terrà i prezzi bassi

Nel decreto è contenuto anche un meccanismo che era stato già attivato con la finanziaria del 2008. Si tratta dell’accisa mobile, che prevede il taglio delle accise quando il prezzo aumenta, sulla media del precedente bimestre, rispetto al valore di riferimento espresso in euro, indicato nell’ultimo documento di programmazione economico-finanziaria presentato. Nel decreto viene specificato che sarà necessario tenere conto dell’eventuale diminuzione del prezzo rispetto a quello indicato nel documento stesso.

Ma come sarà calcolata dunque l’accisa mobile? Per capirlo bisogna prima pensare al prezzo dei carburanti come una somma di più fattori. Oltre al prezzo della benzina o del diesel, infatti, ci sono altri due elementi: l’accisa e l’Iva, che è calcolata sulle altre due voci. Qua abbiamo analizzato nel dettaglio la composizione del prezzo dei carburanti.

L’aumento del prezzo del petrolio, con il conseguente incremento relativo dell’imposta sul valore aggiunto, si traduce in un gettito superiore. Che lo Stato può utilizzare poi per finanziare riduzioni del prezzo finale di benzina e diesel. Con un aumento del carburante, dunque, l’accisa corrispondente cala in maniera proporzionale, diventando mobile.

Introdotta per la prima volta 14 anni fa da Pier Luigi Bersani, all’epoca ministro dello Sviluppo economico, durante il governo Prodi II, l’accisa mobile permetterebbe dunque di “sterilizzare” le accise. Con la nuova parola d’ordine del governo Meloni, infatti, viene spiegato che l’obiettivo non è più quello di eliminare le imposte sui carburanti, ma tenerle sotto controllo.

Nel mentre è stato congelato lo sciopero dei benzinai, come spiegato qua, ma la partita tra gli operatori del settore, le parti sociali e il Governo è ancora lontana dall’essere conclusa.