Terremoto nel calcio: Ue dà ragione alla Superlega

Stabilita la posizione di monopolio di Uefa e Fifa contro le regole comunitarie, il verdetto apre scenari che possono portare a un’autentica rivoluzione organizzativa del calcio.

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Paolo Viganò

Giornalista di attualità politico-economica

Classe 1974, giornalista professionista dal 2003, si occupa prevalentemente di politica, geopolitica e attualità economica, con diverse divagazioni in ambito sportivo e musicale.

“Le norme della Fifa e della Uefa sull’autorizzazione preventiva delle competizioni calcistiche interclub, come la Superlega, violano il diritto dell’Unione”. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue esprimendosi sul ricorso promosso dalla Superlega contro il presunto monopolio illegale di Fifa e Uefa sull’organizzazione delle competizioni internazionali. Dunque l’Ue dà torto a Fifa e Uefa stabilendo che “Non si possono imporre sanzioni ai club che partecipano a competizioni alternative”.

Terremoto

“Le regole di Fifa e Uefa – si legge nella sentenza – che impongono la propria approvazione allo sviluppo di nuove competizioni tra club, come per esempio la Superlega, proibendo a squadre e giocatori di parteciparvi, sono illegali. Non c’è una cornice legale che garantisca trasparenza, oggettività, mancanza di discriminazione e proporzionalità da parte di Fifa e Uefa”.

E ancora: “Le regole che danno a Fifa e Uefa il controllo esclusivo sullo sfruttamento dei diritti commerciali dei diritti relativi a questi tornei sono tali da limitare la competizione in un ambito di grande importanza per media, consumatori e spettatori televisivi dell’Unione Europea”.

E infine: “Nelle condizioni attuali Fifa e Uefa si trovano in una posizione di abuso di posizione dominante”. Questa sentenza apre scenari completamente nuovi, e al momento difficilmente ipotizzabili. Per il calcio un possibile autentico terremoto.

Cosa può cambiare

Infatti il pronuciamento della Corte può cambiare completamente gli assetti del calcio internazionale così com’è stato fino ad oggi. Al di là del collasso della Superlega di Florentino Perez e Andrea Agnelli a suo tempo, si apre all’idea di competizioni che esulino dal controllo di Fifa e Uefa. E allora a fare la differenza potrbbero essere i soldi, visti i fondi di investimento arabi e americani interessati a nuove formule. Tornei particolarmente ricchi finirebbero inevitabilmente per attrarre i club più di quanto possa fare oggi la Champions League, ed ora il terreno per progetti di questo tipo è sgombro.

Il fattore Arabia Saudita

Il vecchio progetto Superlega era di stampo europeo (con soldi americani). In realtà i fondi interessati puntano ad una competizione di tipo globale, in cui abbiano il loro spazio anche club americani e soprattutto arabi. Perché non è evidentemente credibile che i massicci investimenti sul calcio dell’Arabia Saudita possano limitarsi ad un campionato nazionale che non interessa a nessuno. L’obiettivo è quello di entrare a far parte di una Superpega con i maggiori club europei e mondiali, e ora quel progetto è considerato legittimo.

Il progetto

Dopo la sentenza della Corte di Giustizia UE, A22 Sports Management ha annunciato il nuovo progetto della Superlega: si tratta di un torneo da 64 squadre, divise in tre leghe, con meccanismo di promozione e retrocessione tra le divisioni. Nel primo anno della competizione, i club saranno selezionati in base a un indice con criteri trasparenti e basati sulle prestazioni. Prevista anche una piattaforma streaming per la visione gratuita di tutte le partite.

Gli elementi chiave della proposta di A22 Management, si legge sull’Ansa, prevedono: – i primi due livelli, la Star League e la Gold League, sono composti da 16 club ciascuno, mentre il terzo, la Blue League, è costituito da 32 club. – Partecipazione basata sul merito sportivo, senza membri permanenti. – Promozione e retrocessione annuale tra le leghe. La promozione nella Lega Blue di terzo livello si baserà sui risultati ottenuti nel campionato nazionale.

I club giocheranno le partite in casa e fuori casa in gruppi di otto, con un minimo di 14 partite all’anno. – A fine stagione, la fase ad eliminazione diretta determinerà i campioni di ogni lega e i club da promuovere. – Non ci sarà un incremento dei giorni di calendario delle partite rispetto a quelli previsti dalle competizioni attuali e le partite infrasettimanali non interferiranno con i calendari dei campionati nazionali.