Sampdoria in crisi, 100 milioni investiti e clamoroso rischio serie C

La Sampdoria vive una stagione difficile in Serie B. Un’eventuale retrocessione avrebbe conseguenze rilevanti per società, bilanci e stadio

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Claudio Cafarelli

Giornalista e content manager

Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

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La stagione calcistica 2025/26 è iniziata nel peggiore dei modi per la Sampdoria. Dopo l’incredibile salvezza raggiunta vincendo i playout contro la Salernitana e ottenuta grazie alla penalizzazione del Brescia, la dirigenza guidata da Matteo Manfredi e finanziata dal principale azionista Joseph Tey sembrava voler ripartire per dare l’assalto alla massima serie. I risultati sul campo però sono disastrosi e la Sampdoria è ultima con 7 punti in 11 giornate.

La nuova proprietà e le difficoltà di gestione

Dopo il rischio default del 2023 sotto la gestione Ferrero, la Sampdoria è stata rilevata da un gruppo di investitori guidato da Manfredi e Andrea Radrizzani, con il supporto finanziario dell’imprenditore di Singapore Tey. Quest’ultimo ha immesso nuova liquidità nel club anche quest’anno, pur adottando un rigido salary cap e una strategia di riduzione dei costi in tutte le aree.

Formalmente Manfredi è rimasto presidente, ma il potere operativo è ora concentrato nelle mani del danese Jesper Fredberg, CEO Sport, affiancato da Andrea Mancini nella gestione del mercato. Una struttura complessa, dove ruoli e competenze si sovrappongono: Fredberg utilizza un approccio analitico basato su algoritmi e dati, mentre Mancini segue un modello più tradizionale di scouting diretto. Una doppia visione che ad oggi non ha dato i suoi frutti.

Le conseguenze di una retrocessione in Serie C

Dopo aver esonerato l’allenatore Massimo Donati, i tifosi temono un’annata da incubo. Sul piano economico, una retrocessione in Serie C avrebbe effetti rilevanti. La perdita dei contributi legati ai diritti televisivi, già dimezzati rispetto alla Serie A, metterebbe a rischio la sostenibilità finanziaria del club. Le entrate da sponsor e merchandising subirebbero un forte calo, e il valore dei giocatori si ridurrebbe sensibilmente, limitando le possibilità di vendita.

Per una società che ha investito oltre 100 milioni di euro per rimanere competitiva, un’ulteriore discesa di categoria costringerebbe a una profonda revisione del modello gestionale. L’obiettivo immediato della proprietà resta la salvezza, ma le prospettive dipendono anche dalla tenuta del gruppo e dal futuro della struttura societaria.

L’ultimo bilancio della Sampdoria è negativo e segna -40,6 milioni di euro. Si tratta del sesto anno consecutivo in rosso ma i 105 milioni di euro versati da Joseph Tey sono serviti a completare il centro sportivo del Mugnaini, ultimare la nuova sede di Bogliasco, al restyling di Sampcity e per saldare 79 milioni di debiti precedenti. L’intenzione di investire c’è ma davanti ai risultati negativi si rischia la fine.

Dal punto di vista sportivo infatti, la Serie C rappresenterebbe una sfida inedita: campi più piccoli, meno risorse, maggiore pressione per una piazza abituata a ben altri palcoscenici. Le difficoltà di risalita, come dimostrano altri club storici, potrebbero rendere la permanenza nelle categorie inferiori più lunga del previsto.

Il progetto stadio e le prospettive per Genova

Parallelamente alle vicende di campo, procede il progetto di riqualificazione dello stadio Luigi Ferraris, gestito dalla società Genova Stadium, partecipata da Genoa e Sampdoria. È stata presentata la documentazione sul piano economico e di fattibilità, con un investimento stimato in 100 milioni di euro, comprensivo di una quota pubblica.

Il progetto, ispirato alle linee guida dell’architetto Hembert Peñaranda, mira a modernizzare l’impianto senza snaturarne la storicità, in linea con gli standard europei. L’obiettivo è restituire alle due squadre un’arena moderna e funzionale, pronta anche per gli Europei 2032, per cui Genova è tra le città candidate.

Una Sampdoria da tenere a galla

Anche per questo una eventuale retrocessione potrebbe mettere a repentaglio anche il progetto stadio. Il principale investitore, Joseph Tey, ha scelto di mantenere viva la società nonostante le difficoltà, ma con una strategia prudente. La priorità è stabilizzare i conti e valorizzare le risorse già presenti. Una missione complessa in un contesto di risultati negativi e di tensioni interne.

La Sampdoria si trova di nuovo a dover lottare per la sopravvivenza sportiva e finanziaria. Un nuovo passo falso potrebbe segnare un punto di non ritorno per un club che, nonostante le difficoltà, conserva ancora un forte valore simbolico per Genova e per tutto il calcio italiano.