Pirateria, duemila multe per il pezzotto inviate: quanto devono pagare gli utenti

Per la prima volta sono state inviate in massa multe per gli utenti della pirateria digitale: le sanzioni possono essere retroattive e il sistema promette un controllo di massa

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Pubblicato: 15 Maggio 2025 14:21

Dalle promesse alle “minacce”, fino al primo passo concreto. L’Italia multa chi usa il “pezzotto”. Anche gli utenti sono chiamati a pagare (poco), oltre a chi gestisce questa rete illegale, diramata in tutto il mondo.

Un danno per le imprese e per lo sport, si sottolinea con forza, ribadendo come un pagamento generalizzato dei canoni mensili delle piattaforme porterà a un abbassamento delle richieste economiche. Una visione semplicistica, a dire il vero, da parte di un sistema che tutela i broadcaster e ignora le richieste del pubblico.

Pirateria, multe agli utenti

A Roma sono stati illustrati i risultati dell’azione antipirateria congiunta di Agcom, Guardia di Finanza, Lega Serie A e Procure. È stato annunciato l’invio di un gran numero di sanzioni: 2.266 multe agli utenti delle IPTV.

Questi sono sparsi per 80 province italiane. L’azione combinata ha permesso di individuare gli indirizzi Ip degli abbonati ai servizi di streaming illegale, oltre agli indirizzi e ai nominativi, ovviamente.

Un risultato eclatante, che però non va a fronteggiare il cuore del problema. Lo sguardo è stato rivolto anche al passato, analizzando tutti i dati raccolti nel corso dei vari procedimenti penali aperti per pirateria in tutt’Italia in differenti anni.

Nel frattempo sono in corso attività per individuare altri utenti, sfruttando anche le tracce dei pagamenti digitali avvenuti. Non può dirsi tranquillo, dunque, neanche chi ha da un po’ interrotto l’attività illegale, perché le sanzioni potranno essere applicate retroattivamente.

Multa pezzotto, quanto devo pagare

È stato segnato un record, considerando come per la prima volta sia stato raggiunto un numero così alto di utenti sanzionati. La cifra però non è delle più elevate. Chi ha ricevuto una multa per il “pezzotto”, dovrà pagare 154 euro.

Una prima vittoria per il sistema dopo il tremendo fallimento del Piracy Shield, criticato tanto in Italia quanto su scala internazionale: “Abbiamo svolto un’analisi dettagliata di regione, età, lavoro e ormai non si scappa più”, le parole del generale di brigata Gaetano Cutarelli, comandante del Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza.

Ha spiegato come chi usufruisce della pirateria, pagherà anche a distanza di tempo. A partire dalla legge del 2023, ha ribadito, è stato attuato un nuovo sistema:

“Oscurare le partite non poteva bastare. Non si riusciva a intervenire in tempo. Adesso possiamo bloccare lo streaming in due minuti in maniera automatica. Anche per i siti dall’estero, che non saranno più visualizzabili dagli utenti italiani che si collegano”.

Per quanto riguarda la cifra da pagare, in caso di recidiva viene ricordato come la somma potrà aumentare fino a 5mila euro. In questo scenario, pare svanita l’ipotesi di dover provvedere al pagamento della sanzione negli uffici della Guardia di Finanza (l’obiettivo era danneggiare la reputazione del singolo cittadino, ndr).

I bisogni degli utenti

Purtroppo ci si ritrova ancora una volta a individuare facilmente la categoria dei “cattivi”, in riferimento agli utenti che sfruttano il “pezzotto” per poter vedere partire, guardare film ecc. Un modo di affrontare la questione decisamente “leggero”.

Il mondo della pirateria aveva infatti subito un duro colpo nel corso degli ultimi 10 anni. Un’intera generazione, quella dei Millennial, si è infatti ritrovata con un lavoro stabile e in grado di pagare i propri abbonamenti.

Abbandonati sistemi di download e streaming illegale, sono divenuti degli utenti responsabili. La nuova ondata di pirateria è innegabilmente frutto di due fattori:

  • gen X che prosegue nell’uso del “pezzotto”;
  • aumento regolare dei costi degli abbonamenti.

Per quanto riguarda il calcio, nello specifico, la suddivisione dei diritti TV non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Doversi dividere tra più abbonamenti (DAZN, Sky e Prime) per seguire il proprio sport preferito è qualcosa di ingestibile per la maggior parte degli utenti, economicamente parlando.

Eppure l’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, è certo di un fatto: “Questo è un fenomeno diffuso per mancanza di legalità, che grazie alla legge approvata dal Parlamento, che è la più avanzata contro la pirateria, riuscirà a portare beneficio non soltanto al calcio ma a tutta l’industria culturale italiana”. E i costi esorbitanti? “Se pagano tutti, i prezzi degli abbonamenti scenderanno”.