Juventus, Elkann fa fuori Giuntoli: 400 milioni spesi per arrivare quarto

Non ci sarà un altro mercato gestito da Cristiano Giuntoli: la Juventus cambia rotta dopo aver realizzato una squadra che non ha convinto nessuno, tifosi in primis

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Pubblicato: 30 Maggio 2025 09:37

Il regno bianconero di Cristiano Giuntoli è stato breve, deludente e dispendioso. La carriera del direttore sportivo ha subito due balzi poderosi negli ultimi anni. A lui sono stati dati grandi meriti dello scudetto del 2023 del Napoli, che gli aveva dato l’accesso ai piani alti della classifica.

Ambizione e cuore, da tifoso juventino, lo hanno poi portato a Torino. Troppo in fretta? Forse. Troppo ingenuo? Certamente. Si è ritrovato infatti a reggere sulle spalle il peso della rinascita della vecchia signora, che ormai si fa attendere da anni. Dal post Covid il club non si è più rialzato e ora cambia ancora, pagando caro l’ennesimo buco nell’acqua.

Rivoluzione Juve: Giuntoli licenziato

Ancora una rivoluzione in casa Juve. Il club che faceva dell’organizzazione, del rigore e della programmazione il proprio vanto, si ritrova ancora una volta a rimescolare le carte. Nel processo è Giuntoli ad avere la peggio. John Elkann, azionista di maggioranza, rappresenta la proprietà e ha deciso che dovrà esserci una svolta.

La decisione non è ancora ufficiale ma l’annuncio sembra alle porte. Per quanto il suo nome faccia decisamente più rumore, non è però l’unico in uscita. Insieme con il Managing Director Football, addio anche a Giuseppe Pompilio, Chief of Staff Football, così come a Stefano Stefanelli, Scouting Director. Se si considera anche l’elevata probabilità di un cambio in panchina e un auspicato mercato radicale, si può dire come la Serie A 2025-26 sarà un anno zero a tutti gli effetti.

Fallimento Giuntoli: quanto ha perso la Juve

Cristiano Giuntoli aveva un progetto ben chiaro in testa. Al netto del fatto di non essere riuscito a metterlo in pratica perfettamente, come spesso accade nel calcio, ci è andato molto vicino. Questa è la sua Juve, così come Thiago Motta era il suo allenatore.

Il suo piano è costato quasi 400 milioni di euro e cosa ha portato? Un terzo e un quarto posto, così come la chance di giocare il Mondiale per Club, grazie al totale fallimento del Napoli nella passata stagione. In pratica ha portato soldi nelle casse tramite la Uefa e Fifa, ma nessuna reale competitività.

Possiamo dire come questo secondo, e ultimo, anno sia stato quello davvero marchiato a fuoco dall’ex ds azzurro. Nelle due sessioni di mercato in questa stagione ha fatto mettere alla Juve sul tavolo 294,7 milioni di euro. Ciò se fossero scattati tutti i bonus, gli obbligo e i prestiti con diritto di riscatto. E se la Juve fosse stata interessata a confermare Conçeicão, Kolo Muani e Veiga? Sarebbero da aggiungere altri 100 milioni, circa, al totale. Per una cifra che possiamo approssimare intorno ai 400 milioni.

Elkann ha autorizzato tutto, compresa la cessione di alcuni gioielli delle giovanili, per un totale di 120 milioni, circa. Soldi ai quali aggiungere quelli provenienti dalla cessione di alcuni senatori. La carta bianca però non è servita. È ormai stata strappata, gettata e calpestata. Di fatto l’addio di Giuntoli è stato ratificato con l’esonero di Thiago Motta.

Un’altra pedina dispendiosa. Scelto dopo la convincente cavalcata con il Bologna, è durato meno di un anno e, parola dei tifosi, è rimasto in panchina anche troppo. Contratto da poco più di 4 milioni di euro, per un totale di quattro anni. Non male, per lui.

E Tudor? È costato altri 2 milioni di euro, circa, con un accordo valido fino al 30 giugno 2026, da concludere probabilmente ben prima. Nella peggiore delle ipotesi, ovvero qualora i due seguissero l’esempio di Allegri e restassero fermi a ricevere assegni, questa doppia operazione costerebbe 20 milioni di euro, spalmati in più anni. Senza contare le spese dell’accordo con l’eventuale terzo tecnico in due anni.

Juve, conti in rosso

A tendere la mano alla Juve sono Champions League e Mondiale per Club, come detto. In assenza del raggiungimento del quarto posto, la società avrebbe dovuto far intervenire gli azionisti. Questi avrebbero dovuto dire la propria e, come sempre, accettare l’aumento di capitale che a lungo è stato nell’aria.

Il quarto posto invece è stato conquistato e, dunque, problema rinviato. Oggi si discute solo dei costi del mercato svolto, ipotizzando alcune uscite:

  • Douglas Luiz, Cabal, Koopmeiners, Thuram e Alberto Costa – Acquisti a titoli definitive che sono costati al club, in toto, 175,4 milioni di euro;
  • Di Gregorio, Nico Gonzalez e Kelly – Prestiti per i quali la Juve ha già considerato effettivi gli obblighi di riscatto, per un valore complessivo di 53 milioni di euro;
  • Kalulu – Il suo è un prestito con diritto di riscatto, il cui valore è di 17 milioni di euro, più 3 di bonus;
  • Bonus – In totale la Juve si è impegnata per 35 milioni di euro, al netto del fatto che, finita ormai la stagione, siano stati effettivamente rispettati i parametri o meno. Il club si era impegnato e, dunque, aveva accettato di garantire la cifra seguendo il progetto di Giuntoli;
  • Commissioni – Al termine delle due sessioni, estiva e invernale, il calciomercato ha comportato 17,3 milioni di euro d’uscita, sotto questo aspetto.

Discorsi a parte, infine, per Conçeicão, Kolo Muani e Veiga. L’esterno del Porto dovrà essere trattato al termine del prestito (costato 7 milioni di euro più 3 di bonus), che è stato prolungato il necessario per consentirgli di giocare il Mondiale per Club. Esiste una clausola di 30 milioni, che la Juve non intende pagare. Si tenterà di trattare e magari di inserire dei calciatori ma il club portoghese pare poco propenso a tale soluzione.

Renato Veiga è invece giunto a Torino per 3,8 milioni di euro, in prestito dal Chelsea, dove tornerà a breve. Più complesso il discorso di Kolo Muani, infine. Cosa accadrà dipenderà molto dal prossimo allenatore. Difficile pensare possa restare Tudor, che però pretende chiarezza, scoprendo il proprio destino prima del Mondiale.

Preso a metà anno con la formula del prestito oneroso, ovvero 1 milione di euro più 2 di bonus. In bianconero fino al 30 giugno e ora, prevedibilmente, via per la sua strada. Come detto, però, il nuovo allenatore avrà l’ultima parola. In caso di apprezzamento della punta, occorrerà discutere con il Psg. Il club parigino ha investito 90 milioni e difficilmente lo lascerà andare a poco. Il suo peso residuo sul bilancio della società sarà quest’anno di 54 milioni, il che lascia pensare che tra lui e Conçeicão possa essere necessario mettere sul tavolo altri 80 milioni, circa.