Italia fuori da Euro 2024, Gravina conferma Spalletti: il contratto del Ct a confronto con gli altri

Il giorno dopo l'eliminazione dell'Italia agli ottavi di Euro 2024 contro la Svizzera, il presidente della Figc Gabriele Gravina ha ribadito la fiducia sul progetto di Luciano Spalletti

Foto di Claudio Carollo

Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Pubblicato: 30 Giugno 2024 23:54

Fallimento dopo Fallimento, tutto rimane com’è. Dopo la mancata qualificazione a due mondiali di fila nel 2018 e nel 2022 (senza dimenticare l’addio a Sudafrica 2010 e Brasile 2014 ai gironi) la Nazionale italiana di calcio non riesce a vedere la luce dall’abisso sportivo in cui è sprofondata da 18 anni, a parte il lampo insperato della vittoria di Euro 2020. Subito dopo l’eliminazione per mano della Svizzera agli ottavi di Euro 2024, il Ct Luciano Spalletti si è assunto la piena responsabilità, ma con diversi distinguo, respingendo qualsiasi riferimento alle dimissioni e affidandosi alla professionalità del presidente della Figc Gabriele Gravina. E il giorno dopo la disfatta, il numero uno della Federazione si è presentato in conferenza confermando il progetto, senza prendere in considerazione l’esonero dell’allenatore, né una sua eventuale rinuncia.

Le parole di Gravina e Spalletti in conferenza

“Siamo dispiaciuti per non aver potuto riconfermare a tutti i tifosi italiani la gioia che meritano. Dispiaciuti per il risultato ma nel mondo dello sport il risultato è soggetto a tante variabili” ha affermato Gravina all’inizio della conferenza post-eliminazione.

Nel giorno del ritorno a casa della Nazionale dagli Europei in Germania, è stato il momento ancora una volta delle analisi sui problemi del sistema calcio italiano, sui troppi stranieri nei campionati, i talenti che mancano, i pochi investimenti su vivai e la scarsa fiducia ai giovani.

“Ci sono leggi nazionali e internazionali che impediscono alcune scelte legate all’utilizzo dei giovani – ha affermato Gravina È un fatto culturale: il 67% dei calciatori sono stranieri in Serie A, noi abbiamo 32-33% di selezionabili. Noi stiamo resistendo strenuamente alla possibilità di tesserare extracomunitari. Coltivare i vivai non è un costo, ma è un investimento: dobbiamo essere tutti d’accordo su un progetto di valorizzazione dei giovani, altrimenti non si può imporre nulla”.

Tutti argomenti noti nel 2022, quando la clamorosa sconfitta in casa contro la Macedonia del Nord spazzò via le ultime speranze di qualificazione al Mondiale in Qatar. Due anni dopo gli scogli sono sempre gli stessi e sembrano ancora più insormontabili, ma Gravina tiene la barra dritta e punta alla Coppa del Mondo del 2026 in Nord America, ribadendo la fiducia ad un progetto che sembra però già naufragato.

“Vi preannuncio in modo molto sereno, non esiste nell’ambito di una governance federale qualcuno che possa pretendere dall’esterno le nostre dimissioni – ha detto Gravina per mettere le cose in chiaro – Questo vale sia per le politica che per altro. Per quanto mi riguarda la scadenza è il 2025, quando ci saranno le elezioni. La governance, per un principio di democrazia, può essere cambiata solo nel confronto democratico”.

“Con Spalletti c’è stata una lunga chiacchierata. Non si può pensare di abbandonare un progetto triennale dopo 8-9 mesi di lavoro. C’è da cambiare qualcosa, da rivedere qualcosa in termini di approccio. Ci saranno riflessioni profonde, ieri sera abbiamo iniziato a confrontarci con Spalletti”.

Quanto guadagna Spalletti: il contratto a confronto con gli altri Ct

Al di là delle analisi sulle responsabilità e all’attribuzione delle colpe, il confronto tra il tecnico dell’Italia e gli altri Ct che stanno andando avanti agli Europei è automatico. E di fronte alla conferma del contratto pluriennale, anche dal punto di vista economico.

Nel 2023 (nonostante la penale per liberarsi dal contratto Napoli) Luciano Spalletti firmò con la Federazione un accordo da 2,8 milioni di euro netti all’anno più bonus, fino al 2026.

Rispetto ai colleghi impegnati agli Europei, nonostante il divario significativo con le cifre incassate dagli allenatori delle Nazionali favorite, il Ct azzurro rientrava comunque nella top 10 degli stipendi più alti, sesto su 24. Ecco la classifica completa, secondo i dati elaborati da Finance Football, dei compensi annui dei tecnici di Euro 2024:

  1. Gareth Southgate (Inghilterra) – 5,8 milioni di euro
  2. Julian Nagelsmann (Germania) – 4,8 milioni di euro
  3. Roberto Martinez (Portogallo) – 4 milioni di euro
  4. Didier Deschamps (Francia) – 3,8 milioni di euro
  5. Ronald Koeman (Olanda) – 3 milioni di euro
  6. Luciano Spalletti (Italia) – 2,8 milioni di euro
  7. Vincenzo Montella (Turchia) – 1,8 milioni di euro
  8. Murat Yakin (Svizzera) – 1,6 milioni di euro
  9. Ralf Rangnick (Austria) – 1,5 milioni di euro
  10. Domenico Tedesco (Belgio) – 1,5 milioni di euro
  11. Zlatko Dalic (Croazia) – 1,5 milioni di euro
  12. Dragan Stojkovic (Serbia) – 1,4 milioni di euro
  13. Luis de la Fuente (Spagna) – 1,25 milioni di euro
  14. Serhiy Rebrov (Ucraina) – 1,25 milioni di euro
  15. Kasper Hjulmand (Danimarca) – 1,15 milioni di euro
  16. Sylvinho (Albania) – 750mila euro
  17. Michal Probierz (Polonia) – 560mila euro
  18. Steve Clark (Scozia) – 550mila euro
  19. Francesco Calzona (Slovacchia) – 540mila euro
  20. Marco Rossi (Ungheria) – 300mila euro
  21. Matjaž Kek (Slovenia) – 300mila euro
  22. Ivan Hašek (Repubblica Ceca) – 250mila euro
  23. Edward Iordănescu (Romania) – 240mila euro
  24. Willy Sagnol (Georgia) – 200mila euro