Cambia l’indennità di accompagnamento con un assegno unico universale anche per gli anziani non autosufficienti. Il Governo Meloni ha approvato nelle scorse ore il cosiddetto disegno legge delega Anziani già predisposto dall’Esecutivo Draghi e sul tavolo dall’attuale Cdm con alcune modifiche. La riforma, prevista nel Pnrr, dovrebbe prevedere il rafforzamento dell’assistenza alle fasce di popolazione appartenenti alla Terza età in condizioni di fragili e dipendenti dall’ausilio altrui.
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Via alla riforma dell’accompagnamento: il Ddl Anziani
Sulla falsariga dell’assegno unico per i figli, il nuovo sistema dovrebbe integrare l’attuale prestazione economica di accompagnamento, erogata a domanda, per i soggetti ai quali è stata accertata l’impossibilità di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore oppure l’incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita.
Una riforma che avrà un largo impatto sui servizi sanitari, socioassistenziali e previdenziali, che interessa potenzialmente dalla misura circa 14 milioni di italiani, di cui 3,8 milioni non autosufficienti destinati a raddoppiare entro il 2030.
Per questi soggetti il testo appena varato in Cdm prevede, anche in via sperimentale e progressiva, la “prestazione universale” graduata sulla base del bisogno assistenziale ed erogabile a scelta del beneficiario sotto forma di trasferimento monetario e di servizi alla persona.
Come funzionerà l’assegno unico per gli anziani
L’assegno unico per gli anziani incorporerà l’indennità di accompagnamento e altri sostegni e sarà stanziato con il nuovo “Fondo per la prestazione universale per gli anziani non autosufficienti” presso il ministero del Lavoro, finanziato dai risparmi di spesa sanitaria provenienti dal potenziamento dell’assistenza domiciliare, dalle stesse indennità “assorbite” e dalle risorse stanziate con legge di Bilancio.
Il Ddl delega appena varato in Cdm recepisce in linea di massima il provvedimento già approvato dal precedente Esecutivo, redatto con il contributo di 52 organizzazioni comprese nel Patto per la non autosufficienza, e ha come primo obiettivo semplificare le procedure di accertamento della fragilità: le valutazioni attraverso le quali ricevere l’assegno passeranno dalle attuali 5-6 valutazioni a due, una nazionale e l’altra regionale.
La riforma sarà coordinata dal nuovo Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana (Cipa), presieduto dal Capo del Governo o su sua delega dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali.
Per l’attuazione del nuovo sistema assistenziale, il Comitato metterà in piedi due piani triennali, uno per “l’invecchiamento attivo, l’inclusione sociale e la prevenzione della fragilità nella popolazione anziana” e un “Piano nazionale per l’assistenza e la cura della fragilità e della non autosufficienza nella popolazione anziana”.
Obiettivi del Cipa sono inoltre l’armonizzazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps) e di quelle sanitarie (Lea) e la definizione del Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente (Snaa) in concerto con gli assessorati regionali, i Comuni, le Asl, gli ambiti territoriali sociali e i distretti sanitari.