Prestazione universale per anziani dal 2025: mille euro in più per gli ultraottantenni

Il bonus, in arrivo in via sperimentale da gennaio 2025 al 31 dicembre 2026 rientra nel piano annunciato dalla premier Meloni: chi potrà usufruire dei mille euro

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Dal 1° gennaio 2025 e per tutto l’anno successivo, fino al 31 dicembre 2026, prenderà il via la sperimentazione per un nuovo bonus dedicato alle persone anziane non autosufficienti. Si tratta della cosiddetta prestazione universale, un aiuto che verrà erogato mensilmente a determinate condizioni economiche attraverso il decreto legislativo presentato in Consiglio dei ministri che ha sancito il via libera al contributo.

Un nuovo aiuto per gli anziani

La misura, nello specifico, è dedicata a tutti gli anziani ultraottantenni non autosufficienti con “un livello di bisogno assistenziale gravissimo”. Un contributo che sarà definito nel dettaglio da qui all’entrata in vigore, ma che già ora può essere descritto grazie a determinati paletti messi già in chiaro dal decreto.

Si tratta, infatti, di un aiuto subordinato allo “specifico bisogno assistenziale – si legge nel decreto – al fine di promuovere il progressivo potenziamento delle prestazioni assistenziali per il sostegno della domiciliarità e dell’autonomia personale delle persone anziane non autosufficienti“.

A potervi accedere saranno dunque gli ultraottantenni non solo non autosufficienti, ma anche con un reddito Isee sotto i 6.000 euro (ennesimo bonus con Isee basso, come via abbiamo raccontato). Un tetto sotto il quale, prevede il decreto, si attiverà il contributo mensile finalizzato a remunerare il costo del lavoro di cura e assistenza svolto da lavoratori domestici o l’acquisto di servizi di cura e assistenza forniti da imprese qualificate.

In cosa consiste la prestazione universale per anziani

Già negli scorsi giorni la premier Giorgia Meloni, al question time alla Camera, aveva annunciato che sarebbe arrivato un decreto che avrebbe stanziato “oltre un miliardo di euro per i primi due anni”. Un decreto che è arrivato e che, come detto, sarà interamente dedicato agli anziani con una dotazione di 300 milioni per il 2025 e di 200 milioni per il 2026.

Il budget di 500 milioni fissato, però, non potrà essere sforato. Infatti, in caso di scostamento in via prospettica del numero di domande rispetto alle risorse preventivate, un decreto Mef-ministero del Lavoro “rideterminerà l’importo mensile della prestazione universale”.

Il provvedimento, come promesso dalla presidente del Consiglio, punta a garantire “agli anziani il diritto di poter continuare a curarsi nella propria casa” e nel suo genere è innovativo. Infatti, come specificato dalla viceministra del Lavoro Maria Teresa Bellucci, che ha coordinato la stesura del Dlgs con gli altri ministeri coinvolti, a cominciare da quello della Salute, si tratterebbe di un nuovo modello di welfare e che permetterà di dare risposte concrete ai bisogni dei nostri oltre 14 milioni di anziani, di cui 3,8 non autosufficienti.

Ma quanto vale? La prestazione è composta da una quota fissa monetaria corrispondente all’indennità di accompagnamento e una quota integrativa definita “assegno di assistenza”, pari a 1.000 euro al mese. La prestazion” sarà mensile ed erogabile sotto forma di trasferimento monetario e di servizi alla persona, esente da imposizione fiscale, e verrà erogato dall’Inps.

Nel decreto viene anche sottolineato che l’aiuto andrà restituito se non sarà stato in tutto o in parte usato, fermo restando il diritto a continuare a percepire l’eventuale indennità di accompagnamento. I criteri sui casi “gravissimi” di non autosufficienza verrano individuati da una commissione tecnica-scientifica da nominare con decreto.