Addio alle monete da 1 e 2 centesimi: quando scatta e come cambiano i prezzi

La Commissione europea sta valutando di abolire le monete da 1 e 2 centesimi di euro perché ritenute "inutili". Ma cosa succede ai prezzi, e alle nostre tasche?

Pubblicato: 29 Settembre 2020 12:43

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Via le monetine da 1 e 2 centesimi. La Commissione europea sta valutando di abolire le monete da 1 e 2 centesimi di euro, forse già entro la fine del 2021.

Addio agli 1 e 2 cent?

I “ramini”, come vengono anche chiamati da noi, sono inutili, dicono da Bruxelles. Tanto che la Commissione Ue ha aperto una consultazione, proprio con questo ordine del giorno, con un’ampia gamma di parti interessate, tra cui altre istituzioni europee, autorità nazionali, associazioni dei consumatori e società civile.

La valutazione riguarda nello specifico un regolamento Ue del 2012 che impone alla Commissione di esaminare periodicamente l’uso di diverse denominazioni di monete in euro rispetto ai criteri di costo e accettabilità da parte del pubblico.

Sono certamente monete non facilmente utilizzabili, che non si possono usare nemmeno per molte macchinette automatiche e spesso ci riempiono il portafoglio. Nel 2018 Altroconsumo aveva studiato che la sospensione del conio di queste monete avrebbe comportato un risparmio di 20 milioni di euro da usare per l’ammortamento dei titoli di Stato.

In realtà, se ne parla da un po’ di eliminarli del tutto, e alcuni Paesi qualche passo in questo senso l’hanno già compiuto. In Italia la Zecca di Stato non conia già più dal 2018 le monetine da 1 con Castel del Monte e quelle da 2 cent con la Mole Antonelliana. Da noi, su tutto il territorio nazionale, i negozi sono autorizzati ad arrotondare per difetto ed eccesso, e quindi a non restituire il resto in monetine.

Da dicembre 2019 il Belgio ha deciso di arrotondare i prezzi per eccesso o per difetto per eliminarne l’utilizzo. Pratica analoga in Finlandia e Irlanda.

Come decide l’Ue

Il periodo di confronto pubblico tra Ue e istituzioni durerà 15 settimane e si svolgerà online sul sito della Commissione, dove in poche ore sono già arrivati diversi pareri.

L’esecutivo europeo dovrà poi decidere alla fine del 2021 se adottare o meno una proposta legislativa sulle regole di arrotondamento uniformi per i pagamenti in contanti nella zona euro, ed eventualmente ritirare dalla circolazione le monete da 1 e 2 centesimi.

Per arrivare alla decisione finale, la Commissione valuterà attentamente l’impatto economico, ambientale e sociale dell’introduzione dell’arrotondamento dei prezzi. Quindi, dal 1° gennaio 2022 potremmo non utilizzare più i centesimi piccoli negli acquisti di tutti i giorni.

Tuttavia, anche nel caso dell’eliminazione delle monetine, i centesimi in circolazione conserverebbero comunque il loro valore legale e dunque verrebbero usati per pagare le cifre arrotondate per eccesso e per difetto ai 5 centesimi.

Stop agli 1 e 2 centesimi, come cambiano i prezzi

Con l’addio agli 1 e 2 cent, per non scatenare l’inflazione, l’arrotondamento dei prezzi dovrebbe essere per eccesso o per difetto ai 5 centesimi più vicini. E dunque 0,1 e 0,2 saranno arrotondati a zero, 0,3 e 0,4 a 5 centesimi; 0,6 e 0,7 sempre a 5 centesimi e invece 0,8 e 0,9 a 10 centesimi. Il Comitato di sorveglianza sui prezzi dovrebbe comunque controllare che non ci siano effetti distorsivi.

Inoltre, se succederà come nel 2018 quando è stato interrotto il conio, l’arrotondamento potrebbe riguardare solo i pagamenti e dunque non i prezzi dei singoli prodotti, quanto piuttosto l’importo complessivo dello scontrino da pagare quando in contanti. Se si paga con carta di credito o bancomat, direzione in cui spinge il Governo, potrebbe non esserci alcun arrotondamento.