Divieto casa green: quando il fotovoltaico è vietato

Pannelli fotovoltaici e vincolo paesaggistico non sono incompatibili di natura come spesso sostiene la Soprintendenza: il TAR Abruzzo cambia le regole

Pubblicato: 9 Maggio 2023 08:00

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Tutto sta per cambiare sul fronte immobiliare, dovendo rispettare la direttiva Case green. Ciò che si prospetta è un insieme di modifiche su tutto il territorio nazionale, con ristrutturazioni approfondite per rispettare le indicazioni europee.

Ci sarà sempre più spazio, quindi, per i pannelli fotovoltaici ma resta vivo un dubbio: queste aggiunte green sono compatibili con il vincolo paesaggistico? Ci sono buone e cattive notizie per i proprietari di immobili posti all’interno di aree storiche, artistiche e, in generale, tutelate.

Pannelli fotovoltaici e vincolo paesaggistico: cosa fare

La direttiva Case green diventerà ben presto legge e tutti gli immobili dovranno adeguarsi. È chiaro, però, come ci siano differenze evidenti tra costruzioni storiche presenti in borghi antichi e tutelati, ad esempio, e altre realizzate nella periferia di Milano.

In merito si è espresso il TAR Abruzzo, che ha evidenziato come non ci sia una necessaria incompatibilità tra l’installazione dei pannelli fotovoltaici e il vincolo paesaggistico. Ciò si traduce nell’assenza di un automatico divieto a procedere con una delle più immediate ed economiche operazioni di ristrutturazione per la direttiva Case green.

I cittadini si ritrovano però spesso stretti nella morsa tra tribunali e Soprintendenza dei beni culturali, il che genera enormi ritardi e una generale confusione. Potrebbe però fare un po’ di chiarezza, finalmente, la sentenza del TAR Abruzzo, la 214 del 20 aprile 2023, che evidenzia quali sono le regole da seguire per conciliare pannelli fotovoltaici e vincoli paesaggistici.

Pannelli fotovoltaici nel centro storico: regole da seguire

Molti proprietari di immobili posti all’interno di aree tutelate dal vincolo paesaggistico sono rassegnati all’idea di non poter installare dei pannelli fotovoltaici. La situazione è però meno semplicistica di quanto si possa credere. Esistono infatti delle regole da seguire per ottenere l’autorizzazione a procedere, anche se tutto sembra ancora in fase di evoluzione, il che offre il fianco all’incubo burocrazia.

Nel caso specifico, il TAR Abruzzo si è espresso in merito a un immobile di proprietà di tre soggetti, intenzionati a installare 60 pannelli fotovoltaici a livello delle tegole, con una colorazione identica alle stesse, optando per una soluzione non riflettente. Un intervento agevolato dal Superbonus per l’efficientamento energetico, ma tutto è stato bloccato dalla Soprintendenza, certa del fatto che l’intervento sarebbe stato esteticamente percepibile, data la presenza in zona di coppi di laterizio.

Il TAR Abruzzo ha sottolineato, però, come le motivazioni di un eventuale rifiuto debbano essere espresse in maniera analitica, considerando come l’installazione dei pannelli fotovoltaici sia fortemente favorita dal legislatore. Nel caso specifico si critica l’atteggiamento in merito, tradotto in un rilevamento quasi automatico, senza porre la minima attenzione alla necessità di conciliare la tutela paesaggistica e le esigenze di sostenibilità energetica.

Ciò che si chiede è un passo nella giusta direzione da parte della Soprintendenza, che in questa vicenda non ha minimamente proposto soluzioni cromatiche alternativa. Nessuna alternativa è stata fornita ai soggetti, posti semplicemente dinanzi a un secco diniego. Apprezzata quindi la soluzione avanzata, con pannelli fotovoltaici non riflettenti e caratterizzati da una colorazione compatibile. Ecco l’apertura che tutti i proprietari di immobili simili attendevano. Green e tutela del paesaggio non sono incompatibili per natura e, rispettando queste regole non scritte, si potrà “costringere” la Soprintendenza ad ascoltare e “trattare”, invece di negare a priori.