Cosa sono le polizze dormienti e cosa fare in caso di scadenza

Quando si stipula una polizza vita c'è il rischio che diventi dormiente: meglio prendere alcuni accorgimenti per evitare quest'eventualità

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Sempre più italiani decidono di aprire polizze sulla vita. Si tratta di investimenti con rendimenti contenuti ma sicuri, che possono permettere alle famiglie di fare fronte a eventi imprevisti e alla morte del parente che ha stipulato la copertura. La somma può essere riscattata dai beneficiari indicati sul contratto, in base alla tipologia dell’accordo, alla sua scadenza o esclusivamente alla morte dell’intestatario.

Quando si verifica l’evento, il titolare (se in vita) o i beneficiari devono richiedere all’impresa assicuratrice il pagamento dell’importo. Se questo non avviene, i soldi rimangono alla compagnia, in attesa di essere liquidati. Ma ci sono dei casi in cui non vengono riscattati. In questo caso si parla di polizze dormienti.

Cosa si intende per polizza dormiente

Il rischio di dormienza è concreto quando la compagnia assicurativa non riesce a inviare al titolare un avviso di scadenza, perché non riesce a rintracciarlo. Può capitare che il contratto scada e la polizza maturi il capitale, ma chi lo ha stipulato non ne sia al corrente e non richieda dunque il pagamento della somma.

Succede molto spesso anche che i beneficiari, spesso i familiari dell’assicurato, non siano a conoscenza della polizza o non conoscano la compagnia con la quale è stata stipulata. La compagnia stessa, a sua volta, potrebbe non avere modo di sapere del decesso del titolare.

Le polizze dormienti sono dunque tutte quelle polizze sulla vita per cui nessuno dei soggetti coinvolti si attiva per la liquidazione della somma dovuta. Si tratta di un fenomeno molto diffuso, che ha richiesto l’intervento dell’Ivass, l’Autorità di vigilanza del settore assicurativo.

Le iniziative contro le polizze dormienti

L’Ivass ha chiesto alle compagnie di assicurazione di attivarsi con diverse iniziative.

  • Scambi di informazioni con gli intermediari.
  • Comunicazioni periodiche ai clienti, per consentire ai familiari di venire a conoscenza dell’esistenza della polizza.
  • Consultazione dell’Anagrafe del Comune di residenza del cliente, per verificarne l’eventuale decesso o aggiornare l’indirizzo di residenza.
  • Consultazione dell’Anagrafe tributaria dell’Agenzia delle Entrate.

C’è il rischio che anche queste operazioni non vadano a buon fine, e la polizza rischia di diventare dormiente. Dopo un determinato lasso di tempo, il suo importo viene destinato a finalità pubbliche.

Polizze dormienti: attenzione alla scadenza

Trascorsi 10 anni dall’evento, cioè la scadenza del contratto o il decesso del titolare, le somme assicurate non richieste alla compagnia vengono devolute dalle compagnie di assicurazione a un fondo del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Fondo rapporti dormienti, gestito dalla Consap e destinato a risarcire i risparmiatori vittime di frodi finanziare.

Una volta versati nelle casse del Fondo, i soldi non possono più essere recuperati dai beneficiari o dal titolare della polizza. E per questo è necessario prendere le dovute accortezze, come spiega il vademecum pubblicato dall’Ania, l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici.

Il decalogo dell’associazione contiene preziosi consigli per evitare il rischio dormienza e scoprire se esistono assicurazioni sulla vita di cui si è beneficiari.

  • Conservare la documentazione contrattuale, in modo da evitare il rischio di dimenticare l’esistenza della polizza.
  • Informare i propri cari e le persone interessate dell’esistenza della polizza.
  • Consegnare ai familiari una copia della polizza.
  • Avvisare sempre la compagnia di assicurazioni di cambi di domicilio e residenza.
  • Designare specificamente i beneficiari con il nome e il cognome e i dati personali utili a rintracciarli, invece di ricorrere a designazioni generiche, come la dicitura “eredi legittimi”.
  • Anche usando formule generiche, è meglio avvisare almeno una persona di fiducia dell’esistenza della polizza.
  • Monitorare periodicamente la propria posizione assicurativa attraverso il proprio agente di fiducia o l’area riservata sul sito internet della compagnia.
  • Indicare oltre ai beneficiari anche delle persone terze a cui rivolgersi al verificarsi dell’evento assicurato.

I beneficiari superstiti possono seguire gli ultimi due consigli di Ania.

  • Rivolgersi all’intermediario assicurativo, alla banca o alla compagnia, chiedendo informazioni per iscritto sull’esistenza di eventuali polizze vita a proprio favore.
  • Rivolgersi al Servizio ricerca polizze vita dell’associazione qualora sia nota la presenza di una o più polizze vita a proprio favore ma di cui non sia nota la compagnia di riferimento. Ania procederà ad avvertire tutti gli operatori del settore.