Ormai da qualche anno, sulla scia delle manifestazioni dei ragazzi dei Fridays For Future e delle proteste globali organizzate dalla giovane attivista svedese Greta Thunberg, la sfida della transizione ecologica è divenuta centrale sia nel dibattito dell’opinione pubblica che nei programmi di governo di molte forze politiche. Un sentiero che in Italia è stato percorso anche dall’ultimo esecutivo guidato da Mario Draghi, che proprio alle nuove politiche ambientali dello Stato ha dedicato un apposito ministero presieduto da Roberto Cingolani.
Nonostante le premesse emerse in campagna elettorale non fossero di buon auspicio, con l’arrivo di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi il processo di lotta al cambiamento climatico pare non essersi arrestato, almeno osservando alcune delle norme inserite dal Consiglio dei ministri all’interno della prima legge di Bilancio approvata dalla maggioranza di centrodestra. Infatti, mentre dall’Unione europea arrivano forti e chiari i messaggi che chiedono una maggior sensibilità sul tema (in particolare con l’approvazione della direttiva green sull’efficientamento energetico degli edifici), in Italia ad oggi è possibile usufruire di diverse agevolazioni se si decide di effettuare degli interventi migliorativi sulle abitazioni e sulla loro capacità di limitare al minimo l’impatto ambientale.
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Bonus e detrazioni green, Italia nella morsa delle richieste Ue
Osservando il nostro apparato giuridico nazionale, esistono infatti alcuni bonus mirati appositamente a risarcire parte delle spese sostenute da quei cittadini che vogliono ridurre le emissioni di gas serra inquinanti prodotti dai sistemi di riscaldamento delle proprie case. Se, da un lato, un lavoro davvero molto importante in questo senso lo sta facendo il Superbonus edilizio, dall’altro è evidente come buona parte degli impianti a gas presenti ad oggi negli edifici italiani necessiti in tempi brevi di una poderosa riconversione in senso ecologico.
In particolare, se si vuole tentare di aderire alle indicazioni ricevute dai vertici europei, occorre iniziare fin da subito a ripensare alle modalità con cui vengono riscaldati gli immobili del nostro Paese. Nello specifico, stando ai dati diffusi nelle ultime settimane dalle associazioni di categoria, ben tre quarti del parco immobiliare italiano non sarà più a norma nel momento in cui entreranno in vigore le modifiche concordate a Bruxelles, che impongono a tutti gli Stati membri di elevare le classi energetiche di case e palazzine ai livelli E e D entro l’anno 2030.
Bonus termoregolatore, come funziona la detrazione e come ottenerla
Come si diceva, in attesa che il governo di Giorgia Meloni individui gli strumenti più opportuni per adeguarsi alle richieste della direttiva green (con la Lega che si è schierata apertamente contro per voce del segretario e vicepremier Matteo Salvini), esistono già alcune detrazioni attive che consentono ai proprietari di case e abitazioni di recuperare parte dell’investimento sostenuto per un miglioramento ecosostenibile. Uno di questi riguarda l’installazione di dispositivi di termoregolazione e contabilizzazione del calore nei termosifoni presenti negli appartamenti.
In effetti, secondo quanto specificato sul sito dell’Agenzia delle entrate, questa tipologia di intervento rientra tra quelle ammesse ad usufruire della detrazione al 65% dei costi. L’introduzione della classica “manopola” per controllare il calore emesso dai caloriferi deve avvenire in concomitanza con la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale: nel caso in cui questo non dovesse avvenire, lo sconto scenderebbe al 50% poiché l’intervento andrebbe a rientrare in quelli finalizzati al semplice risparmio energetico, disciplinati dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).