Bonus 200 euro senza partita Iva: entro quando chiederlo

Si avvicina il termine ultimo per presentare la domanda del bonus una tantum destinato ai lavoratori che non sono titolari di partita Iva

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

I lavoratori senza partita Iva iscritti alle gestioni previdenziali dell’Inps hanno tempo fino al 30 aprile per presentare la domanda di richiesta per l’indennità una tantum da 200 euro prevista dal decreto Aiuti che è entrato in vigore il 18 maggio 2022. A renderlo noto lo stesso ente di previdenza nazionale attraverso una circolare pubblicata il 16 marzo, in cui vengono spiegati requisiti e istanze. Inizialmente per questo bonus era stata prevista obbligatoriamente la titolarità della partita Iva, ma successivamente la platea destinataria del contributo è stata estesa. L’indennità non costituisce reddito né ai fini fiscali, né ai fini della corresponsione pensionistica e assistenziale.

Bonus una tantum 200 euro senza partita Iva: i requisiti

Per accedere al bonus una tantum 200 euro occorre rispettare determinati requisiti. I lavoratori privi di partita Iva che possono presentare la domanda devono:

  • Avere percepito un reddito complessivo non superiore a 35mila euro nel periodo d’imposta 2021;
  • Essere già iscritti alla gestione autonoma dell’Inps, con una posizione attiva alla data del 18 maggio 2022;
  • Avere un’attività lavorativa avviata al 18 maggio 2022;
  • Avere effettuato entro il 18 maggio 2022, per il periodo di competenza dal primo gennaio 2020, almeno un versamento contributivo, totale o parziale;
  • Non essere titolari di trattamenti pensionistici diretti alla data del 18 maggio 2022;
  • Non essere percettori delle prestazioni disciplinate dal decreto Aiuti.

I lavoratori assicurati iscritti alla gestione autonoma Inps in qualità di coadiuvanti e coadiutori del titolare con partita Iva o del socio di società, e i soci di società o componenti degli studi associati, non rientrano in questa platea di beneficiari, in quanto già compresi in quella degli aventi diritto e che hanno quindi ricevuto il bonus una tantum in busta paga.

L’incremento dell’indennità per i redditi più bassi

Come detto, il reddito complessivo di una lavoratore senza partiva Iva, per vedere accolta la domanda, non deve superare i 35mila euro. Se però il guadagno annuale del periodo d’imposta 2021 risulta inferiore a 20mila euro, l’indennità supera per diritto il valore di 200 euro, arrivando secondo quanto stabili dall’Inps a 350 euro.

Come presentare la domanda

Il termine ultimo per presentare la domanda è il 30 aprile 2023. I lavoratori senza partita Iva che rispettano tutti i requisiti posso procedere con l’istanza mediante modalità telematica. Prima di tutto occorre autenticarsi all’interno della propria area riservata presente sul sito dell’Inps, utilizzando Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale), Cie (Carta di Identità Elettronica) o Cns (Carta Nazionale dei Servizi).

Dalla homepage del portale si deve accedere alla sezione “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche”, e seguire il percorso “Sostegni, sussidi ed indennità”, fino a “Esplora Sostegni, Sussidi e Indennità”. Ogni richiedente deve poi selezionare la voce corrispondete alla categorie di appartenenza indicate, che si trovano raggruppate sotto la voce “Indennità una tantum – Autonomi Senza Partita Iva”.

In alternativa alla modalità online è possibile presentare la domanda gratuitamente tramite il servizio di Contact center multicanale dell’Inps, oppure attraverso gli istituti di Patronato.