Reddito di libertà, sbloccati nuovi fondi: come fare domanda

Sono stati stanziati 9 milioni di euro per il Reddito di libertà, il sostegno economico fino a un massimo di 400 euro mensili alle donne vittime di violenza

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Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

Sono stati stanziati 9 milioni di euro per il Reddito di libertà, il sostegno economico fino a un massimo di 400 euro mensili pro capite concesso in un’unica soluzione per massimo 12 mesi, alle donne vittime di violenza, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali e inserite in percorsi di autonomia.

Dal momento che è ogni singola regione a gestire i fondi a disposizione, nel messaggio n. 3363 del 13 settembre 2022, con riferimento allo stanziamento di nuove risorse l’Inps dettaglia la suddivisione di tali risorse sulla base della popolazione femminile, nella fascia di età 18-67 anni.

L’Istituto potrà liquidare, secondo l’ordine cronologico di presentazione, le domande non accolte per insufficienza di budget e, di seguito, per l’accoglimento delle nuove domande.

Reddito di libertà, lo stanziamento per regione

Sono stati definiti i criteri per la ripartizione delle risorse sulla base della popolazione femminile, nella fascia di età 18-67 anni, residente nei comuni delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano al 1° gennaio 2021. Si va dai 18.000 euro circa destinati alla Valle D’Aosta al milione e mezzo previsto per la Lombardia.

Considerando la cifra più alta accessibile, sono circa 2.000 le donne che possono beneficiare del Reddito di libertà in tutta Italia per il 2021 e il 2022: neanche 4 in Valle d’Aosta e circa 312 in Lombardia, se si guarda alla ripartizione regionale dei fondi.

Reddito di libertà, cos’è

Il “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza“ è stato istituito per favorire percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne vittime di violenza in condizione di particolare vulnerabilità o di povertà.

Si tratta di un contributo fino a 400 euro mensili riconosciuto dall’Inps in un’unica soluzione per massimo dodici mesi, entro il limite delle risorse assegnate a ciascuna Regione o Provincia autonoma.

È compatibile con altri strumenti di sostegno al reddito come il Reddito di cittadinanza o altri sussidi economici anche di altra natura (ad esempio, Rem, NASpI, Cassa integrazione guadagni, ANF, ecc.).
Gli importi del reddito di libertà sono inoltre esenti dall’IRPEF, dal momento che sono erogati da un ente pubblico a titolo assistenziale.

Reddito di libertà, a chi spetta

Il Reddito di libertà è destinato alle donne vittime di violenza, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, il contributo è finalizzato a sostenere prioritariamente le spese per l’autonomia abitativa e personale, nonché il percorso scolastico e formativo di eventuali figli e figlie minori.

Reddito di libertà, i requisiti

Possono beneficiare del reddito di libertà:

  • le donne residenti nel territorio italiano che siano cittadine italiane o comunitarie;
  • le cittadine di Stato extracomunitario, in possesso di regolare permesso di soggiorno.

Alle cittadine italiane sono equiparate le straniere aventi lo status di rifugiate politiche o lo status di protezione sussidiaria.

Reddito di libertà, come fare domanda

La domanda viene presentata dalle donne interessate, direttamente o mediante un rappresentante legale o un delegato, per il tramite del Comune competente per residenza, utilizzando il modello allegato alla circolare.

L’inserimento della domanda è compito dell’operatore comunale. Lo stesso dovrà accedere al servizio online di presentazione della domanda, inserendo nella barra di ricerca del sito Inps i termini “Prestazioni sociali dei comuni” e selezionando “Prestazioni sociali: trasmissione domande, istruzioni e software”.

Dovranno essere compilati tutti i campi presenti nella procedura, compresi i riferimenti a:

  • attestazione della condizione di bisogno ordinario o attestazione della condizione di bisogno straordinario e urgente, rilasciata dal servizio sociale professionale di riferimento territoriale;
  • dichiarazione che attesta il percorso di emancipazione e autonomia intrapreso dalla donna, rilasciata dal legale rappresentante del centro antiviolenza.

L’accredito delle somme avverrà tramite conto corrente dotato di IBAN intestato alla richiedente, quale conto corrente, libretto di risparmio, carta prepagata.