Mentre Barcellona e Atletico Madrid mettono in cassa integrazione giocatori e staff e le altre big europee sono alla ricerca di un accordo con i loro dipendenti, la Juventus annuncia di aver trovato un’intesa con i propri tesserati e con l’allenatore Maurizio Sarri per una riduzione dello stipendio di oltre il 30%.
Negli ultimi giorni si era parlato di una trattativa in corso tra la società bianconera e il capitano Giorgio Chiellini (in rappresentanza dell’intero spogliatoio), con diverse ipotesi sul tavolo. Inizialmente si pensava che lo stop agli stipendi potesse riguardare solo i mesi di marzo e aprile, i più critici per la gestione economica della squadra di Torino, con una ripresa dei pagamenti a partire da maggio.
Ma con il ritorno agli allenamenti e alle gare (sia di campionato, sia di Champions League) che si allontana sempre più, club e giocatori hanno preferito estendere l’accordo fino a fine stagione.
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Cosa prevede l’intesa tra la Juventus, giocatori e allenatore
Come si legge nel comunicato diramato nella serata di sabato, i tesserati e l’allenatore della prima squadra rinunciano ai compensi dei mesi di marzo, aprile, maggio e giugno.
Si tratta di una decurtazione di quattro mesi su dodici, ossia del 33% dei compensi lordi che la Juventus avrebbe dovuto corrispondere a squadra e allenatore. Dall’intesa sono esclusi lo staff tecnico di Maurizio Sarri, i tesserati della Juventus under 23 e della squadra femminile e i rispettivi staff.
La società bianconera dovrà ora perfezionare degli accordi con i singoli tesserati, così come previsto dalla normativa vigente. Nel caso in cui la stagione agonistica dovesse riprendere nelle prossime settimane, la società bianconera e i giocatori “negozieranno in buona fede eventuali integrazioni dei compensi”.
Accordo Juve-giocatori: l’impatto sul bilancio
Nella nota stampa, la Juventus specifica che l’intesa produrrà effetti economici e finanziari positivi per 90 milioni di euro. Una cifra tutt’altro che secondaria: gli stipendi dei giocatori della Juventus hanno toccato la cifra di 300 milioni di euro, circa il 50% del bilancio annuale. E con i ricavi destinati a diminuire in maniera sensibile nel corso del secondo semestre fiscale, il peso del monte ingaggi sarebbe divenuto ancora più significativo.
Già nel corso del primo semestre della stagione 2019/2020 (periodo tra luglio e dicembre 2019) i ricavi sono calati di circa 8 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2018/2019, con una crescita del costo dei giocatori di 30 milioni di euro.
La società di proprietà di Exor dovrà ora rinunciare agli introiti delle gare di campionato e di Champions, inclusi i premi previsti in caso di passaggio del turno nella competizione europea. Senza la riduzione degli stipendi, insomma, la situazione sarebbe potuta diventare ingestibile e insostenibile da un punto di vista finanziario.