Contratto di solidarietà: caratteristiche e come funziona

Il contratto aziendale è una tipologia di contratto che tutela i lavoratori dal licenziamento in caso di crisi aziendale o problemi economici

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Il contratto di solidarietà rappresenta un fondamentale meccanismo di protezione sociale per i lavoratori, volto a prevenire specifiche situazioni difficili all’interno di un’azienda. È cruciale per i lavoratori comprendere appieno la natura di questo accordo, il suo funzionamento e le circostanze che ne determinano l’attivazione. Di seguito sono fornite tutte le informazioni necessarie a riguardo.

Contratto di solidarietà: cos’è?

Prima di tutto, è essenziale comprendere che un contratto di solidarietà è una modalità contrattuale che protegge i lavoratori e impedisce licenziamenti individuali o collettivi in situazioni di crisi aziendale o difficoltà finanziarie. Ma come funziona concretamente? Per essere legittimo, l’accordo richiede la firma del datore di lavoro, del dipendente e di un rappresentante sindacale. Durante fasi di crisi aziendale, quando i ricavi e la produzione diminuiscono, spesso la soluzione più estrema è rappresentata dalla riduzione del personale e dai licenziamenti collettivi.

Per evitare questo tipo di provvedimento, che ha in sé un forte impatto sociale, le aziende versano all’Inps, insieme ad altri contributi, una somma che serve a finanziare il fondo per gli ammortizzatori sociali, di cui fa appunto parte il contratto solidarietà. La logica dietro ad esso è quella di “lavorare meno per lavorare tutti”. In pratica l’azienda, al posto di licenziare i dipendenti in esubero, riduce a tutto l’organico il monte orario complessivo di lavoro.

Questa situazione permette all’azienda di riallineare i costi fino a quando la crisi non sarà scongiurata. Dall’altro lato, però, i lavoratori con meno ore di lavoro percepiscono, proporzionalmente, stipendi più bassi. Certo, la riduzione delle ore lavorative è sempre preferibile rispetto al licenziamento, ma uno stipendio basso può mettere in crisi molti dipendenti, soprattutto chi ha una famiglia. Per evitare questa situazione entra in gioco l’Inps, che compensa la riduzione di stipendio del lavoratore erogandogli una somma compensativa per un determinato periodo di tempo, in attesa che l’azienda scongiuri la crisi e rientri in carreggiata.

Tipologie di contratti di solidarietà

I contratti di solidarietà possono essere di due tipi.

  • Difensivi: servono a evitare sia i licenziamenti collettivi che individuali. In questo accordo sono coinvolte le imprese soggette alla CIGS (Cassa integrazione guadagni straordinaria) con oltre 15 dipendenti nel semestre precedente. Sono escluse le case editrici, le imprese che stampano periodici e le agenzie di stampa nazionale. Nel contratto deve essere stabilita la rotazione dei lavoratori a cui verrà ridotto l’orario in forma giornaliera, settimanale o mensile, con una durata, in genere, non inferiore ai 12 mesi e non superiore ai 24 mesi. Esiste la possibilità di una proroga di altri 24 mesi, che salgono a 36 per le imprese operanti nel Sud Italia. Una volta scaduto il contratto è possibile stipularne un altro con lo stesso lavoratore solo dopo un anno. La riduzione media non può per legge superare il 60% dell’orario contrattuale dei lavoratori.
  • Espansivi: finalizzati ad agevolare l’assunzione del nuovo personale nel caso di aziende in espansione, riducendo l’orario lavorativo dei dipendenti in forza. L’INPS riconosce per ogni lavoratore assunto con contratto a tempo indeterminato un contributo per ogni mensilità di retribuzione oppure l’applicazione dell’aliquota relativa agli apprendisti per tre anni se si tratta di assunzioni under 29. Questi tipi di contratto non hanno avuto molta diffusione e, di fatto, sono veramente poco utilizzati dalle imprese.

A chi spetta l’accordo e a quanto corrisponde l’integrazione salariale?

Il contratto di solidarietà spetta a tutto il personale dipendente ad eccezione di:

  • dirigenti;
  • apprendisti;
  • lavoratori che, all’interno dell’azienda, hanno un’anzianità inferiore ai 90 giorni;
  • lavoratori assunti a tempo determinato per le attività stagionali;
  • lavoratori a domicilio.

In circostanze eccezionali, i lavoratori impiegati a tempo parziale possono essere ammessi, purché l’azienda dimostri che il lavoro part-time è una caratteristica strutturale dell’organizzazione preesistente. In caso di riduzione dell’orario di lavoro, i lavoratori hanno diritto a un’integrazione dalla INPS pari all’80% della retribuzione persa.

Come funzionano le ferie nel contratto di solidarietà?

La circolare INPS n.2749 del 1986 sottolinea infine che le ferie sono previste durante l’accordo se sono maturate e usufruite durante la validità dell’accordo stesso. Nel momento in cui vengono usufruite prima della stipula del contratto o dopo la sua scadenza le spese sono totalmente a carico dell’impresa.