Btp: rendimenti al top, cosa conviene fare adesso

Il rendimento dei Btp ha raggiunto rialzi record. Di seguito scadenze e rendimenti. Intanto l'agenzia di rating americana Fitch lancia l'allarme sulla tenuta dei conti pubblici italiani

Foto di Mauro Di Gregorio

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha collocato in asta 8 miliardi di Btp a 3, 7, 13 e 20 anni. Per tutte le scadenze le richieste hanno abbondantemente superato l’offerta con un rapporto vicino a 1,5 o in taluni casi superiore.

Rendimenti Btp in aumento

Rispetto alle emissioni precedenti, i rendimenti sono aumentati sulle scadenze medie di 3 e 7 anni. Nel frattempo i Btp a 10 anni crescevano di quasi 10 centesimi andando a quota 4,75% e lo spread ricominciava ad avvicinarsi ai 200 punti base, con la chiusura di giovedì 12 ottobre a 196 punti.

Il Btp a 3 anni ha segnato 2,75 miliardi di collocamento, a fronte di 4,35 miliardi di richiesta. La scadenza è segnata al 15 settembre 2026 e il rendimento lordo è del 3,93% (con un aumento di 7 punti rispetto al collocamento precedente). Il rapporto di copertura fra domanda e offerta è stato di 1,58.

Il Btp a 7 anni ha segnato 2,75 miliardi di importo. La richiesta è arrivata a quota 4,06 miliardi. La scadenza è al 15 novembre 2030 e il rendimento al 4,37%. Si tratta di un aumento di 16 punti base rispetto all’asta precedente. Il rapporto di copertura fra domanda e offerta si è assestato su quota 1,48.

Il Btp a 13 anni ha segnato un importo di 1,5 miliardi di euro a fronte di 2,28 miliardi di richiesta. La scadenza è fissata al 30 aprile 2035 e il rapporto di copertura di 1,52. Rendimento lordo al 4,74%.

Il Btp a 20 anni con scadenza fissata all’1 settembre 2043 ha raggiunto l’importo di un miliardo a fronte di 1,65 miliardi di richiesta. Rendimento lordo a quota 5,03%, rapporto di copertura di 1,65.

L’aumento dei rendimenti sulle scadenze più brevi ha determinato la perdita di valore delle vecchie emissioni di pari scadenza. Per tutti i prodotti la tassazione è al 12,5%.

Gli italiani si fidano dei Btp

L’ultima asta conferma che gli italiani continuano a fidarsi dei Btp. Un’ulteriore conferma è stata precedente rappresentata dall’emissione di prodotti simili come il Btp Valore, che ha avuto un buon riscontro. Ma gli italiani si fidano tradizionalmente anche dei Buoni fruttiferi postali. Minore appeal emanano invece le emissioni societarie Investment Grade (ad alta sicurezza) lanciate dalle imprese. I bond societari hanno sì rendimenti lordi più elevati rispetto ai tradizionali Btp di pari durata (si parla di norma di 1 punto o di 1 punto e mezzo), ma la tassazione è pari al 26% (contro il 12,5 dei Btp) e questo li rende spesso meno remunerativi rispetto ai titoli di Stato italiani.

Investire in Btp conviene?

Conviene investire in BTP oggi? Se si guarda alla sicurezza dell’investimento la risposta non può che essere sì, dal momento che il prodotto in oggetto presenta un rischio basso poiché è garantito dallo Stato italiano. Perché le cedole non vengano pagate occorre che si verifichi una situazione finanziaria catastrofica.

Nuvole all’orizzonte sono rappresentate dal rating dell’agenzia americana Fitch sui conti pubblici italiani. Secondo Fitch le stime contenute nel Nadef (Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, praticamente l’embrione della legge di bilancio) “rappresentano un significativo allentamento della politica fiscale rispetto agli obiettivi precedenti”. Il rating dell’Italia si abbassa se viene considerata a rischio la stabilità economica e finanziaria. Ciò ha un impatto sul mercato finanziario, con i titoli di Stato che diventano meno appetibili per gli investitori. Condizioni di mercato sfavorevoli si riverberano inevitabilmente sui ricavi di chi decida eventualmente di vendere il Btp prima della scadenza naturale.