Assegno unico, il 12% non lo ha chiesto: chi sono gli esclusi

Assegno unico, l'adesione è stata dell'88%, il 12% degli aventi diritto non l'ha richiesto, il 18% ha fatto domanda senza presentare l’Isee, ricevendo così solo la quota minima.

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Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

A un anno dal debutto dell’assegno unico, l’Inps ha fatto un primo bilancio della misura che ha preso il posto di tutte le prestazioni precedenti a favore del nucleo familiare.

A partire dalla platea interessata: nel 2022 hanno percepito almeno una mensilità 9,65 milioni di figli. In un anno sono stati distribuiti dall’Inps 16,5 miliardi di euro a più di 6 milioni di famiglie in tutta Italia.

L’adesione alla misura è stata dell’88%. Il 12% degli aventi diritto non ha richiesto la prestazione, il 18% ha fatto domanda senza presentare l’Isee, ricevendo così solo la quota minima.

Assegno unico, l’importo erogato

Secondo l’Osservatorio dell’Inps, l’importo medio per figlio è stato pari a 164 euro. L’importo base dell’assegno per ciascun figlio minore, in assenza di maggiorazioni, nel 2023 parte dai 54,10 euro, senza Isee o con Isee pari o superiore a 43.240 euro (27 euro se il figlio è maggiorenne), e può arrivare a 189,20 euro per Isee fino a 16.215 euro (91 euro se il figlio è maggiorenne).

Adesione dell’88%

Attraverso i dati Istat, l’Inps ha stimato circa ​10,92 milioni di potenziali beneficiari (cioè i residenti 2022 tra 0 e 20 anni).
L’adesione all’assegno unico è stata dell’88%, calcola l’Inps. Tra le famiglie con figli minorenni è ancora più alta, del 90%.

Chi ha aderito all’assegno unico l’ha fatto per:

  • l’età dei figli. Maggiore adesione si registra in presenza di figli piccoli
  • i redditi famigliari: l’adesione è inversamente proporzionale all’aumentare del reddito famigliare
  • luogo di residenza: il boom di adesioni si registra al Sud rispetto al Centro-Nord
  • presenza di stranieri: si registrano minori adesioni dove ci sono più stranieri (Prato è la città con meno famiglie beneficiarie).

Domande senza Isee, chi riceve la quota minima

Chi non ha presentato l’Isee riceve la quota minima e sono 1.539.689 figli a febbraio 2023, per l’87% minorenni. Molte sono famiglie con condizioni economiche più vantaggiose, che avrebbero comunque diritto all’importo minimo previsto oltre i 40mila euro di Isee (oggi 43.240 euro, post rivalutazione per l’inflazione).

Secondo il Centro Studi Inps, emergerebbe anche un timore di subire controlli fiscali: per alcune categorie di lavoratori la tendenza a non presentare l’Isee è più alta tra autonomi e professionisti. Non solo: la scelta di non presentare l’Isee risulta correlata anche ad altri fattori e aumenta al crescere dell’età del genitore richiedente (e quindi del figlio), raggiungendo il picco tra i 50 e i 60 anni. L’anzianità del richiedente, che risulta proporzionale all’andamento del reddito Irpef, determina anche una minore aspettativa di durata del beneficio e questo potrebbe disincentivare il beneficiario a fare domanda solo per pochi anni.

Il 32% delle domande senza Isee arrivano da chi ha un lavoratore autonomo o professionista nel nucleo familiare, percentuale che si riduce drasticamente se entrambi i genitori non lavorano o sono pensionati. Infine, nelle province del Nord – dove gli indicatori della ricchezza patrimoniale delle famiglie sono mediamente più elevati – l’incidenza di beneficiari senza Isee risulta molto più elevata.

Assegno unico, il nuovo calendario per il pagamento degli importi

L’Inps ha comunicato il nuovo calendario mensile per il pagamento dell’assegno unico.

  • dal 10 al 20 di ogni mese sarà pagato l’importo degli assegni che non hanno subito variazioni rispetto al mese precedente;
  • dal 20 al 30 di ogni mese sarà erogato l’importo per le nuove domande inviate nel mese precedente e per gli assegni che nel mese precedente subiscono variazioni per via di cambiamenti nelle condizioni del nucleo beneficiario e dell’Isee.

In tutti i casi è possibile verificare le date dei pagamenti tramite il Fascicolo previdenziale del cittadino, disponibile su “inps.it – Pensione e Previdenza”.