All’inizio dell’epidemia, gli scienziati pensavano di sapere con precisione quando e come si era diffuso il virus del vaiolo delle scimmie, che aspetto avesse la malattia e quali soggetti erano i più esposti al rischio. I 47.000 casi identificati in tutto il mondo hanno però ribaltato molte di queste convinzioni.
I pazienti che si presentano negli ospedali hanno spesso una serie di sintomi che non sono tipici del vaiolo delle scimmie: il virus sta forse mutando?
Vaiolo delle scimmie: i sintomi più comuni in caso di infezione
Solitamente il vaiolo delle scimmie si presenta attraverso un’eruzione cutanea che può essere localizzata sopra o vicino ai genitali (pene, testicoli, labbra e vagina) o all’ano (buco) e potrebbe trovarsi su altre aree come mani, piedi, torace, viso o bocca.
L’eruzione cutanea passerà attraverso diverse fasi e essere accompagnata da altri disturbi come:
- Febbre
- Brividi
- Linfonodi ingrossati
- Esaurimento
- Dolori muscolari e mal di schiena
- Male alla testa
- problemi alle vie respiratori (ad es. mal di gola, congestione nasale o tosse).
Inoltre, in alcune occasioni le persone hanno denunciato sintomi simil-influenzali prima dell’eruzione cutanea.
Vaiolo delle scimmie, i nuovi (strani) sintomi spia
Le persone positive al vaiolo delle scimmie hanno spesso presentato segni sulla pelle simili a punture di zanzara, brufoli o peli incarniti (qui le foto per riuscire a riconoscerli). Le grandi pustole solitamente associate all’infezione, però, sono diventati sempre meno frequenti col tempo.
Alcuni non avevano nemmeno lesioni visibili, ma semplicemente hanno iniziato a provare un dolore lancinante durante la deglutizione, la minzione o lo svuotamento dell’intestino. Alcuni ancora avevano semplicemente mal di testa, confusione e convulsioni. Altri ancora avevano gravi infezioni agli occhi o infiammazione al muscolo cardiaco.
In America, almeno tre dei sei decessi segnalati finora erano collegati all’encefalite, ovvero un’infiammazione del cervello.
Analizzando e monitorando i pazienti risultati positivi, gli scienziati ora sanno che il virus del vaiolo delle scimmie si annida nella saliva, nello sperma e in altri fluidi corporei, a volte anche fino a diverse settimane dopo la guarigione. È sempre stato noto che il virus si diffondesse attraverso uno stretto contatto, ma recenti ricerche (consultabili qui) hanno suggeriscono che può essere diffuso anche da persone con infezioni atipiche o asintomatiche.
In un altro studio recente, pubblicato ad agosto (e consultabile qui), i tamponi anali di 200 uomini senza sintomi hanno rivelato che 13 di loro erano positivi al vaiolo delle scimmie. Solo due dei soggetti osservati in seguito hanno sviluppato disturbi tipici.
Vaiolo delle scimmie: cosa sappiamo sul periodo di incubazione del virus
Sulla base dei rapporti secondo cui il vaiolo delle scimmie persiste nello sperma per settimane, la Britain’s Health Security Agency ha raccomandato agli uomini guariti dal vaiolo delle scimmie di usare il preservativo per 12 settimane dopo l’infezione, riconoscendo così indirettamente quello che potrebbe essere considerato il periodo di incubazione del virus e di trasmissione dello stesso.
Bisogna dire, però, che sui tempi di esposizione e pericolosità del virus non c’è stata alcuna conferma ufficiale da parte delle autorità sanitarie.
Ad oggi, come riportato dai CDC statunitensi, quello che si sa per certo è che i sintomi del vaiolo delle scimmie di solito iniziano entro 3 settimane dall’esposizione al virus. Mentre se qualcuno ha sintomi simil-influenzali, di solito, sviluppa un’eruzione cutanea 1-4 giorni dopo, mentre la malattia dura in genere 2-4 settimane.