Omicron 2 adesso fa paura? Cosa potrebbe succedere in estate

Le nuove varianti Omicron 2 e 3 sono molto contagiose, molto più della prima. Cosa attendersi da qui all'estate, alla luce anche della fine delle restrizioni

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Redazione

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Le nuove varianti Omicron 2 e 3 sono “contagiosissime, molto più della prima”. Non usa giri di parole Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Istituto ortopedico Galeazzi di Milano, che in una intervista a “Un giorno da pecora” su Rai Radio1 alcuni giorni fa aveva detto che “da fine mese non si devono aprire i rubinetti istantaneamente, sarebbe meglio che l’utilizzo del green pass e altre restrizioni rimanessero ancora e venissero tolte progressivamente dal 31 marzo”.

Pregliasco ha messo in guardia dicendo che dovremmo “riaprire con buonsenso, perché vedremo tra una quindicina di giorni gli effetti di questo rialzo”. E in effetti un aumento dei contagi è già in atto, tanto che il governo ha tirato leggermente il freno sulle aperture.

A differenza di quanto si pensava inizialmente, non toglieremo subito le mascherine al chiuso non appena terminerà lo stato di emergenza, ma dovremo attendere ancora un po’. Il 31 marzo cessa lo stato di emergenza, ma il percorso per il graduale ritorno all’ordinario prevede alcuni step.

L’obbligo di mascherine al chiuso è prorogato fino al 30 aprile, mentre per quanto riguarda il green pass, questo viene abolito a partire dal 1° maggio. Via anche le quarantene precauzionali e le zone a colori (qui tutto ciò che cambia con il nuovo decreto Covid).

I rischi della fine delle restrizioni

Anche Walter Ricciardi, docente di Igiene generale e applicata alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica, e consigliere scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza per l’emergenza Covid, è dello stesso parere di Pregliasco. Con l’allentamento delle misure anti Covid che si sta registrando in diversi Paesi europei, “corriamo il rischio, di questo passo, di rovinarci l’estate, mentre invece si poteva gestire meglio”.

Secondo Ricciardi ci stavamo avviando ad avere un’estate relativamente tranquilla, come le due precedenti, ma diverse decisioni, non coordinate a livello europeo, sono state prese dai Paesi dell’Unione, come l’Austria, che ha tolto diversi obblighi, “la Francia che sospende il green pass e da noi si è accusati di dittatura sanitaria per tenerlo. E’ estenuante”.

Ma, prosegue, “è chiaro che se si apre la circolazione, per esempio sospendendo tutte le misure, come ha fatto la Gran Bretagna, c’è di nuovo un aumento dei casi”. Anche gli Stati Uniti hanno tolto la mascherina dai luoghi chiusi. Una mossa che non esita a definire “suicida”, essendo gli Usa un Paese che ha avuto per la pandemia 1 milione di morti, “più della Prima e della Seconda guerra mondiale, della guerra nel Vietnam e della Corea messe insieme. Di queste morti, 850mila erano prevenibili perché erano persone non vaccinate” affonda l’esperto.

Cosa potrebbe accadere in estate

Rimettere in moto un meccanismo di contagio, con Omicron 2 che è una variante immediatamente contagiosa, non è la strada migliore, dice. Il rischio di un’ondata di contagi tra giugno e luglio, a ridosso delle vacanze degli italiani, è più che reale.

L’emergenza giuridica può cessare, ma non cessa quella sanitaria. Dal 1° aprile, il fatto che non ci sia più la struttura commissariale, che corrisponde all’emergenza sul piano giuridico, mi preoccupa. Perché di fatto, quello che succederà è che, sul piano sanitario, continuerà la crisi e, probabilmente, continuerà la crescita dei contagi e, se non li interrompiamo, ci sarà un’ondata forte tra giugno e luglio” spiega.

Verranno ripristinati i meccanismi decisionali pre-pandemia. “Servirà essere molto attenti perché se non coordiniamo bene in questa fase, in assenza di emergenza giuridica, ci sarà una porta aperta alla circolazione del virus tra le Regioni”, afferma.

Su un punto insiste Ricciardi: gli allentamenti delle misure anti-Covid nelle manifestazioni all’aperto si possono attuare a patto che ci sia il paletto dell’uso delle mascherine e del mantenimento, quando possibile, delle distanze di sicurezza. “Quando invece si tengono 100mila persone vicine, senza mascherina, si spalancano le porte a Omicron 2. Se invece si fanno manifestazioni all’aperto in cui, anche stando uno vicino all’altro, si mantiene il rigoroso uso di questa protezione, si può fare”.

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Perché i contagi in Italia sono tornati a salire

Anche il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, intervenuto alcuni giorni fa a “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus, ha provato ad analizzare le possibili ragioni dell’inversione della curva dei contagi nel nostro Paese. La risalita dei casi positivi dipende da diversi fattori concomitanti, spiega.

“Ci siamo rilassati un po’ troppo anche perché le curve mostravano una ripida discesa. Comincia a circolare anche in Italia la più contagiosa variante Omicron BA.2”, la cosiddetta Omicron 2. Inoltre, “l’inverno sta durando un po’ più del previsto e stiamo meno all’aperto, cosa che ci consentirebbe di ridurre la circolazione del virus per aerosol”. Infine, “verosimilmente, la protezione vaccinale cala più rapidamente di quello che pensiamo anche in chi ha fatto il booster, come si vede soprattutto nelle persone più giovani”.

Ad oggi, comunque, per il presidente del Gimbe l’andamento della curva “ancora non è chiarissimo”. Siamo però di fronte a una circolazione molto elevata del virus: i casi attualmente positivi sono risaliti sopra il milione. Questo tipo di aumento interessa un po’ tutte le regioni e in particolare alcune del Sud e Centro Italia, come l’Umbria, la Toscana, la Calabria, ma non solo. Inoltre i dati provenienti dall’Europa ci dicono che il virus sta rialzando la testa un po’ in tutti i Paesi.

Il problema reale, secondo lui, è che con una circolazione del virus così elevata, le strategie fondamentali sono quelle di mantenere alte coperture vaccinali, aumentare il booster e utilizzare le mascherine.

Incidenza e diffusione Covid in Italia

Nell’ultima settimana la crescita dei nuovi casi è stata evidente, e lo era già nelle due settimane precedenti (qui sintomi, incubazione e diffusione di Omicron 2). Aumentano la trasmissibilità, l’incidenza e peggiora il rischio epidemico in quasi tutte le Regioni italiane: l’incidenza passa a 576 per 100mila abitanti, rispetto alla settimana precedente, quando era a 429 per 100mila abitanti.

Si continua a documentare una diminuzione del numero di persone ricoverate in ospedale, sebbene rallenti il trend in diminuzione nelle aree mediche.

La fascia di età che registra il più alto tasso di incidenza settimanale è quella 10-19 anni, con un’incidenza pari a 958 per 100mila abitanti, in aumento rispetto alla settimana precedente. Al momento, l’incidenza più bassa, ma sempre molto
elevata ed in aumento rispetto alla settimana precedente, si rileva ancora nelle fasce di età 70-79 e 80-89 con un’incidenza di 320 e di 302 casi per 100mila abitanti.

Intanto, da lunedì 21 marzo, in base alla nuova ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza, lasciano la zona gialla e tornano in zona bianca Calabria, Lazio e Marche. Resta ancora per 15 giorni, invece, in zona gialla la Sardegna.