Covid, contagi fuori controllo in 6 regioni: le zone a rischio

Il monitoraggio settimanale mostra un rialzo importante dei pazienti ospedalizzati, con alcuni picchi preoccupanti in alcune aree specifiche del nostro Paese

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Redazione

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Non è un mistero che il governo presieduto da Giorgia Meloni, fin dalle prime settimane di attività dopo l’insediamento di fine ottobre, avesse intenzione di allentare in maniera definitiva ogni restrizione nella lotta alla pandemia. Così è stato e anche questa volta non sono mancate le polemiche, soprattutto in merito al trattamento (da molti definito troppo tenero) che il nuovo esecutivo ha riservato a coloro che ancora decidono di non vaccinarsi.

Nonostante i propositi annunciati dal centrodestra in campagna elettorale si avviino ad essere rispettati (in primis, con il reintegro del personale sanitario non immunizzato annunciato poche settimane fa dal nuovo titolare del dicastero della Salute, il ministro Orazio Schillaci), nessuno si sarebbe potuto immaginare che – proprio nelle stesse settimane – il nostro Paese si ritrovasse nel bel mezzo dell’ennesima, violenta ondata di nuovi contagi.

Covid-19, torna l’incubo del sovraffollamento negli ospedali: cosa dicono i dati e come incide il vaccino

Che il trend fosse in costante aumento rispetto alla continua discesa degli ultimi mesi lo avevano già mostrato i dati registrati dalla Federazione italiana delle aziende ospedaliere (Fiaso). In particolare, i numeri raccolti dalle cliniche presenti sul territorio nazionale evidenziano una crescita generale dei ricoveri in terapia intensiva nell’ultima settimana di novembre, con un +77% rispetto alla precedente rilevazione.

Anche i pazienti presenti nei reparti ordinari sono in aumento in tutta Italia: se paragonato con la situazione di un mese fa, il report delle aziende sanitarie locali mostra un rialzo dei lungodegenti pari ad un +22,2%. Guardando invece all’età media delle persone positive, si nota una netta discrepanza tra coloro che hanno ricevuto tutte le dosi del vaccino (72 anni di media tra chi si è sottoposto all’ultima puntura nei sei mesi precedenti) e i cosiddetti no vax (66 anni di media).

Nuova violenta ondata di casi in tutta Italia: le regioni con i dati più preoccupanti e la situazione nazionale

Anche a livello geografico, la nuova ondata sta interessando le regioni italiane in maniera assai differente. Sono sei le zone in cui le nuove varianti del coronavirus hanno ripreso a contagiare i cittadini in maniera violenta. Cinque di esse stanno assistendo ad un forte incremento dell’occupazione dei reparti ospedalieri ordinari, mentre la sesta – ossia il Veneto – è in allerta per quanto riguarda il tasso di incidenza dei casi sul totale della popolazione.

Nel periodo tra il 18 e il 24 novembre, la regione governata dal presidente leghista Luca Zaia ha registrato il valore più alto di tutto il territorio nazionale, con oltre 694 casi di positività al Covid-19 ogni 100mila abitanti. Un dato che spaventa se relazionato alla media nazionale, dato che nello stesso arco temporale il Paese è rimasto su una soglia molto più contenuta, pari a 388 positivi ogni 100 mila abitanti.

Per quanto riguarda invece le cinque aree che soffrono un sovraffollamento di nuovi positivi nelle cliniche ospedaliere, stiamo parlando di quelle regioni che nell’ultimo periodo hanno visto crescere la percentuale di occupazione degli ospedali oltre la soglia critica del 15%. Nello specifico, ci riferiamo all’Emilia Romagna (15,3%), alla Liguria (20,6%), alle Marche (15,5%), all’Umbria (31,3%) e alla Valle d’Aosta (19,4%).