L’aviaria torna a far paura: dichiarato lo stato d’emergenza

Dichiarato lo stato di emergenza sanitario per l'influenza aviaria nel Paese da cui l'Italia importa la maggior parte del pollame: ecco cosa succede

Foto di Luca Bucceri

Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Vent’anni dopo l’allarme generale proveniente dai Paesi asiatici, oggi l’aviaria torna a far paura. Dopo la pandemia da Covid-19 e la guerra in Ucraina, infatti, un altro pensiero si aggiunge alla vita di ogni giorno, con l’influenza al virus che proviene dagli uccelli che fa tremare tanto da dichiarare l’emergenza sanitaria.

Emergenza sanitaria per l’aviaria

A far suonare il campanello d’allarme è stato il Brasile, che da lunedì 22 maggio 2023 si trova in stato d’emergenza sanitario a causa dell’influenza aviaria. A dichiararlo, nella serata, è stato il ministero dell’Agricoltura brasiliano dopo che nel Paese sono stati registrati vari casi di influenza aviari in uccelli selvatici.

Lo stato d’emergenza è stato dichiarato dopo che sono stati individuati 8 casi, di cui ben 3 registrati negli ultimi giorni. Dall’inizio di maggio, poi, ben 5 sono stati segnalati nel Paese, situazione che ha fatto prendere la drastica decisione del governo.

Lo stato d’emergenza, va sottolineato, vale da lunedì 22 maggio 2023 e per i prossimi 180 giorni. Non uno stato di allerta massimo, ma una decisione presa per impedire che “la malattia raggiunga la produzione avicola di sussistenza e commerciale, nonché di preservare la fauna selvatica e la salute umana“, ha dichiarato il ministero in un comunicato.

Influenza aviaria, sintomi e trasmissione

Il Brasile è il primo esportatore mondiale di pollame, motivo per cui questa allerta diramata riguardo un po’ tutto il mondo. Le carni infette, infatti, possono essere molto rischiose perché è appunto mangiando la carne malata o entrando in contatto con superfici infette che il virus può passare dall’animale all’uomo stesso.

Infatti quasi tutti i casi umani di infezione da influenza aviaria sono noti per avere avuto contatti diretti con volatili infetti o superfici contaminate o materiali contaminati. La trasmissione della malattia da uomo a uomo è però rara.

Tra i sintomi più comuni, che di solito si manifestano dai 2 ai 7 giorni dopo l’esposizione, ci sono:

  • febbre
  • mal di testa
  • tosse
  • mal di gola
  • dolori muscolari
  • diarrea

La situazione in Europa e in Italia

Come detto, lo stato d’emergenza sanitaria diramato in Brasile per 180 giorni riguarda un po’ anche l’Europa. Secondo i dati del Ministero dell’Agricoltura del 2022, infatti, il Brasile è il più grande esportatore di carne di pollo al mondo, con il 35% del mercato.

Il settore avicolo in Europa, infatti, continua a essere limitato dai costi di produzione e dall‘influenza aviaria che ha colpito numerosi Paesi europei in passato dove, in particolare in Italia, Francia e Ungheria, è prevista una forte diminuzione della produzione.

Per questo motivo l’Europa importa la maggior parte della carne di pollo consumata e i prezzi elevati nell’Unione Europea avvantaggiano i concorrenti come il Brasile nelle esportazioni all’estero.

Ma un altro dato va sottolineato, ed è poi quello che potrebbe far risuonare ancor più forte il campanello d’allarme nel Bel Paese. Tra tutti i Paesi europei, l’Italia è il primo importatore di carne dal Brasile. Andando a vedere i numeri fino al 2018, secondo Eurostat venivano importate circa 27.000 tonnellate di carne brasiliana ogni anno, sia fresca sia surgelata. Dati che fanno drizzare le antenne nel nostro Paese, dove i controlli saranno ancora più serrati una volta appresa la situazione d’emergenza diramata in Brasile.