Allarme aviaria, in arrivo una nuova pandemia? Cosa rischiamo

L'Unione Europea si muove in anticipo contro l'aviaria temendo una nuova pandemia: ecco la decisione della Commissione sui vaccini esistenti contro il virus

Gli ultimi casi di aviaria registratisi in giro per il mondo hanno fatto correre l’Ue ai ripari, con l’obiettivo di non restare ancora una volta intrappolati in una pandemia. L’insegnamento del Covid-19, infatti, è ancora fresco e i Paesi membri dell’Ue non vogliono farsi trovare impreparati di fronte a possibili minacce future nel campo sanitario. Ecco perché dall’Europa si cominciano a muovere i primi passi, per stare al sicuro se mai il ceppo del virus dell’aviaria dovesse passare dagli animali all’uomo.

Ue corre ai ripari per l’aviaria

L’Unione Europea si è infatti rimboccata le maniche e giocando d’anticipo ha deciso di siglare degli accordi sulle forniture di vaccini contro l’influenza l’aviaria in caso di una futura pandemia. Ci si è fasciati la testa ancor prima di rompersela insomma, ma lavorare in ottica futura non è di certo un errore per l’Unione.

La Commissione, secondo quanto trapela, ha firmato i contratti con due case farmaceutiche, Gsk e Seqirus Uk, prenotando i vaccini contro l’influenza aviaria che gli Stati membri dell’Ue potrebbero acquistare se un ceppo del virus dovesse passare all’uomo. A confermarlo è stato anche il portavoce dell’esecutivo Ue Stefan de Keersmaecker, che durante il briefing con la stampa a Bruxelles ha spiegato che l’Unione sta seguendo con molta attenzione la situazione dei contagi del virus e dopo il risk assessment dell’Ecdc è stata presa la decisione di correre preventivamente ai ripari.

“I vaccini esistono e dopo una dichiarazione di pandemia di influenza da parte dell’Oms, le compagnie li aggiornerebbero sui ceppi virali che causano la pandemia. Quindi sì, con i nostri colleghi dell’Ecdc e dell’Hera seguiamo con attenzione la situazione” ha spiegato de Keersmaecker (qui avevamo parlato dell’allarme dell’Oms sul rischio di una nuova pandemia).

Quali sono i vaccini autorizzati

Come sottolineato dal portavoce dell’esecutivo Ue, al momento sono due i vaccini autorizzati in Europa per l’aviaria. Si tratta del Nobilis Influenza H5N2, per il pollame, autorizzato in tutto lo spazio economico europeo, e il Pa-Olvac+I+E, basato su H6n2 e H9n2, per i tacchini, che è autorizzato in Italia.

I contratti siglati dalla Commissione riguardano l’eventuale acquisto di vaccini adattati all’uomo, nel caso in cui il virus dovesse passare all’uomo e diventare facilmente trasmissibile tra gli esseri umani, causando una pandemia. Entrambe le compagnie farmaceutiche produttrici dei vaccini sono britanniche, dunque extra Ue.

La situazione dell’aviaria in Europa

Ma perché questo lavoro d’anticipo? Prevenire è di certo meglio che curare, ma i contratti sono stati siglati dopo gli ultimi report dell’Ecdc sull’aviaria. Al momento sembrerebbe che nel Vecchio Continente siano i gabbiani la principale vittima del virus, ma rimane comunque basso il rischio per la popolazione umana. Nel 2023 sarebbero 4 i casi verificatisi in esseri umani, ovvero padre e figlia in Cambogia, uno in Ecuador e uno in Cina (qui vi avevamo già parlato dei casi di aviaria).

Secondo uno studio italiano, che è in via di pubblicazione sulla rivista “Pathogens and Global Health”, l’emergenza pandemica per ora sembrerebbe comunque essere un’ipotesi lontana. I genomi del virus di aviaria riscontrati nel padre e nella figlia contagiati in Cambogia infatti indicano che “siamo ancora lontani dalla trasmissione inter umana e manca la firma genetica di un evento di spillover”, si legge nella ricerca nostrana.