Tartare richiamata per rischio microbiologico da Escherichia coli, il lotto interessato

Rischio di contaminazione da Escherichia coli e richiamo immediato per la tartare, col Ministero della Salute che prosegue la sua operazione di controllo qualità

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Pubblicato: 28 Maggio 2024 16:27

Il Ministero della Salute, sempre attento ai prodotti presenti nei supermercati del Paese, ha pubblicato una nota di richiamo per rischio microbiologico. A essere protagonista del richiamo è una tartare, in confezione da due, che secondo quanto segnalato rischia di essere stata contaminata dal batterio del gruppo Escherichia coli, che può provocare non pochi problemi alla salute dell’uomo.

Tartare richiamata per rischio microbiologico

Con una nota di richiamo del 24 maggio pubblicata sul sito del Ministero della Salute il 27 dello stesso mese, il dicastero informa della pericolosità di un prodotto presente nei supermercati italiani. Si tratta della tartare di marca Fiorani, azienda che produce in provincia di Piacenza, che è stata richiamata per rischio microbiologico.

Come si legge nel documento di richiamo pubblicato sul sito del Ministero, a essere richiamata è la confezione da “2 tartare gustose” di Fiorani prodotta da Fiorani & C. Srl con stabilimento in via Coppolati 52 a Piacenza.

Le confezioni interessate sono quelle di 210 grammi con scadenza al 28 maggio 2024 e con lotto di produzione 20124TG e marchio di identificazione dello stabilimento IT592SCE.

A chiunque abbia acquistato queste tartare è consigliato non consumarle per “possibile contaminazione da Escherichia coli”. per qualsiasi informazione, fa sapere il Ministero, è possibile contattare il servizio clienti di Fiorani o visitare il sito internet dell’azienda.

Escherichia coli, cause e sintomi

Ma quali sono i rischi connessi all’Escherichia coli che tipo di batterio è? Si tratta di un batterio che può provocare malattie intestinali di diversa gravità o infezioni extra intestinali. L’infezione può essere causata da acqua o cibi contaminati e può risultare molto pericolosa soprattutto per i bambini piccoli e gli anziani, che possono sviluppare una forma di insufficienza renale pericolosa per la vita.

Per debellare ogni possibile minaccia, è consigliato cuocere bene i cibi per permettere all’alta temperatura di neutralizzare il batterio.

Tra i sintomi più comuni dopo aver contratto l’infezione ci sono:

  • diarrea;
  • crampi addominali;
  • nausea;
  • vomito.

Nessun farmaco è in grado di proteggere dall’infezione da Escherichia coli, è quindi importante prevenire ogni possibile situazione che potrebbe portare a incorrere nell’infezione.

È consigliato evitare cibi a rischio come carne non cotta a sufficienza (per esempio la tartare oggetto di richiamo) e latte non pastorizzato. È anche consigliato lavare accuratamente gli alimenti crudi e lavare gli utensili da cucina con acqua calda e sapone prima e dopo il contatto con prodotti e carne cruda. Attenzione particolare va data anche all’igiene, col consiglio di lavarsi bene le mani prima di cucinare, dopo essere stati in bagno, dopo aver cambiato pannolini o dopo aver toccato animali.

La sicurezza alimentare al primo posto

La sicurezza alimentare è messa al primo posto dal Ministero della Salute che vigila come meglio può sulla qualità dei prodotti venduti nei supermercati. Nello specifico questo meccanismo è possibile grazie agli operatori del settore alimentare (OSA) che hanno l’obbligo di informare i propri clienti sulla non conformità riscontrata negli alimenti da essi posti in commercio e a ritirare un prodotto dal mercato.

In aggiunta al ritiro, qualora il prodotto fosse già stato venduto al consumatore, l’OSA deve provvedere al richiamo, cioè deve informare i consumatori sui prodotti a rischio, anche mediante cartellonistica da apporre nei punti vendita, e a pubblicare il richiamo nella specifica area del portale del Ministero della Salute.