Pfas Piemonte, acqua contaminata in 70 comuni della regione

Situazione allarmante in Piemonte, con dati resi noti da Greenpeace che gettano luce su un livello diffuso di contaminazione delle acque

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Un nuovo rapporto pubblicato da Greenpeace, basato sui dati forniti dagli enti pubblici regionali, getta luce su una situazione a dir poco allarmante in Piemonte. Un grado di inquinamento delle acque potabili (o presunte tali) da richiedere un intervento immediato, che in questo caso sarebbe salvavita.

Il grado di contaminazione da Pfas va ben oltre i confini della provincia di Alessandria. Non che questo territorio possa essere colpito in maniera indiscriminata, certo. Il rapporto però apre gli occhi sull’intera Regione. Per quanto riguarda la provincia citata, la condizione di inquinamento delle acque potabili era già nota. La contaminazione è però tutt’altro che limitata e colpisce più di 70 comuni della città metropolitana di Torino (capoluogo compreso).

Non si esclude però che la situazione sia ben più grave. Queste sono infatti alcune delle poche aree monitorate in Regione. Non esistono dati connessi alla contaminazione da Pfas nell’acqua potabile per la maggior parte delle provincie piemontesi.

Allarme Pfas in Piemonte

Greenpeace ha ottenuto i dati in questione tramite un’istanza di accesso agli atti. Un quadro d’insieme allarmante e ora totalmente pubblico, così che tutti possano leggere. Si stima che il 3% della popolazione in Piemonte, circa 125mila persone, possa aver bevuto acqua contaminata da Pfoa, ovvero acido perfluoroottanoico (molecola del gruppo dei Pfas).

Si fa riferimento a una molecola inserita nell’elenco delle sostanze cancerogene secondo IARC. Un’esposizione di massa dovuta a due composti. Da una parte il già citato Pfoa, dalla cancerogenicità comprovata. Dall’altra, invece, il Pfos, che trova spazio nella lista dei potenziali cancerogeni a partire da novembre dello scorso anno.

L’analisi di Greenpeace

Il report pubblicato da Greenpeace getta luce sulle ipocrisie del mondo politico italiano. “Per anni si è ritenuto che la contaminazione da Pfas interessasse soltanto Veneto e la zona della provincia di Alessandria in Piemonte. Aree che ospitano stabilimenti industriali dedicati alla produzione di queste pericolose molecole. Purtroppo, però, l’inquinamento è molto più esteso”. Queste le parole di Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.

Gli enti locali del Piemonte hanno condiviso i dati analizzati di 671 campioni d’acqua destinata a uso potabile. Ciò riguarda il periodo intercorso dal 2019 al 2023. Riscontrata presenza di Pfas nel 51%, con una generale maggior concentrazione nella provincia di Alessandria. Nel dettaglio, cinque comuni hanno evidenziato tracce di inquinanti in tutti i prelievi avvenuti nel corso degli anni indicati. Si parla di Alzano Scrivia, Castelnuovo Scrivia, Molino dei Torti, Guazzora e Tortona

Ben 24 campioni totali, che hanno evidenziato sempre il Pfoa. La concentrazione è risultata comprensibilmente variabile, con un range di 19-190 nanogrammi per litro. Un’accusa diretta viene lanciata dall’ong in direzione del polo chimico Solvay Specialty Polymers, sito a Spinetta Marengo, nel comune di Alessandria. Soltanto qui, nel territorio nostrano, si prosegue la produzione di tali composti.

“L’azienda rilascia da decenni ingenti quantità di sostanze pericolose nell’ambiente, attraverso acque reflue e nell’atmosfera”. Lo stato della contaminazione del territorio potrebbe essere, come detto, ben più allarmante. Ciò a causa di monitoraggi parziali. Si getta luce anche nell’area di Torino, con più di 70 Comuni coinvoltiGreenpeace denuncia inoltre interventi tardivi e non soddisfacenti delle amministrazioni.

“A contaminare le reti idriche dei comuni di Torino è il C604, prodotti unicamente nello stabilimento di Solvay ad Alessandria”. In quest’area il 45% dei campioni è risultato positivo alla presenza di Pfas. E nel resto della Regione? L’ong ha raccolto 15 campioni d’acqua potabile nelle otto province piemontesi. Ha sfruttato soprattutto fontane pubbliche di parchi giochi e ottenuto una risposta devastante.

Un laboratorio indipendente accreditato ha evidenziato la presenza di Pfas in 5 campioni su 15. Uno di questi è stato prelevato nel comune di Galliate. Lo si cita nello specifico per una concentrazione di 12 nanogrammi per litro di Pfoas. Un dato ritenuto non sicuro per la salute umana in altri Paesi.