Pesto ritirato dai supermercati: lotti e marca richiamati dal Ministero

Il pesto 100% vegetale di una nota azienda italiana è al centro di una nota di richiamo del Ministero: ecco i motivi e il lotto interessato dal ritiro

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Non si allenta mai l’attenzione del Ministero della Salute sui prodotti e alimenti presenti sugli scaffali dei supermercati italiani, con un controllo sempre rigido per cercare di garantire la miglior qualità e la massima sicurezza agli italiani in tavola. Per questo motivo dal dicastero non mancano le segnalazioni sui prodotti e richiami per quelli considerati a rischio, per un motivo o per un altro.

Ed ecco che in un recente documento pubblicato sul proprio sito, il Ministero ha fatto sapere di aver richiamato l’intero lotto di un pesto molto conosciuto e presente in diversi supermercati italiani per il rischio di presenza di alcuni allergeni non dichiarati.

Pesto richiamato, il lotto interessato

A essere finito al centro del richiamo del Ministero della salute è il pesto di Biffi, azienda lombarda che vanta un ruolo importante nella filiera dei sughi presenti nei supermercati di tutta Italia. Ma in un lotto, nonostante i numerosi controlli dell’azienda prima di immettere nel mercato i propri prodotti, qualcosa non è andato come previsto.

Come si legge nella nota diramata sul sito del Ministero della Salute, infatti, uno dei pesti “100% vegetale” di Biffi è stato ritirato dai supermercati per la presenza di allergeni non dichiarati e che, se ingeriti, potrebbero provocare numerosi problemi ai consumatori finali.

Parliamo del lotto L30PL3F prodotto nello stabilimento di Via Piacenza 20 – 26865 San Rocco al Porto (LO) con scadenza 24/01/2024. Si tratta quindi del “pesto 100% vegetale” prodotto da Formec Biffi S.p.A, nello specifico quello in vaschette da 150 gr.

Tutti coloro che hanno in casa il prodotto segnalato sono stati avvertiti, tramite la nota del Ministero, a riportare il pesto presso l’esercizio commerciale nel quale è stato acquistato o, in alternativa, a non consumarlo se soggetti allergici ai derivati del latte.

Il problema degli allergeni

Si tratta di un richiamo che spesso viene messo in atto per poter prevenire qualsiasi tipo di problema al consumatore finale, in quanto nel caso specifico mancherebbe  l’avvertenza obbligatoria per legge: “Il prodotto non deve essere consumato da soggetti allergici ai derivati al latte“.

Il Regolamento UE n. 1169/2011, entrato in vigore il 13 dicembre 2014, infatti ha introdotto l’obbligo per produttori ed esercizi commerciali di segnalare, nei cibi, la presenza di sostanze che possono provocare allergie o intolleranze.

Si parla di allergeni quando si fa riferimento a 14 sostanze da indicare obbligatoriamente come:

  • Cereali contenenti glutine;
  • Crostacei;
  • Uova;
  • Pesce;
  • Arachidi;
  • Soia;
  • Latte;
  • Frutta a guscio;
  • Sedano;
  • Senape;
  • Semi di sesamo;
  • Anidride solforosa e solfiti;
  • Lupini;
  • Molluschi.

La sicurezza alimentare per il Ministero

Come detto, la sicurezza alimentare è messa al primo posto dal Ministero della Salute che vigila come meglio può sulla qualità dei prodotti venduti nei supermercati. Nello specifico questo meccanismo è possibile grazie agli operatori del settore alimentare (OSA) che hanno l’obbligo di informare i propri clienti sulla non conformità riscontrata negli alimenti da essi posti in commercio e a ritirare un prodotto dal mercato.

In aggiunta al ritiro, qualora il prodotto fosse già stato venduto al consumatore, l’OSA deve provvedere al richiamo, cioè deve informare i consumatori sui prodotti a rischio, anche mediante cartellonistica da apporre nei punti vendita, e a pubblicare il richiamo nella specifica area del portale del Ministero della Salute.